Autore: Francesca Violi
Pubblicato da Elliot - Gennaio 2020
Pagine: 205 - Genere: Noir
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Scatti
ISBN: 9788869939136
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Nicola e Mauro hanno un padre in comune, ma mentre Mauro è il figlio legittimo, Nicola del padre ha ereditato solo una grave malattia genetica. Una storia di amicizia e di scontri, una storia di rapporti umani, ma anche un noir, dove il mistero su una morte sospetta verrà piano a piano a galla. E sullo sfondo, complice e spalla degli eventi, il fiume Melemma.
Più che una presenza il Melemma è un’assenza. Se la notte è mancanza di luce e colore, il nastro nero sprofondato tra le rive e la vegetazione è una fascia di notte condensata, ancora più buia e liscia e uniforme. L’odore è il misto familiare di fango e alghe marce, con una punta di chimico, la viscera aperta della terra lasciata a fermentare nel caldo estivo.
Nicola è il figlio illegittimo del padre di Mauro. I due da ragazzini, in una sorta di sfida alla loro situazione di fratelli divisi da madri differenti, diventano amici, confidenti e complici; di quella complicità che serve a coprire le spalle. Le loro strade si divideranno: più fortunata quella di Mauro, più complessa quella di Nicola che dovrà superare la disintossicazione e, soprattutto, l’incontro con una grave malattia genetica, unica eredità di un padre che nella sua vita non c’è mai stato. Sullo sfondo, protagonista silente ma perfettamente percettibile, il fiume Melemma, ma anche una morte misteriosa.
… tra i cespugli sulla sinistra invece si intravede sempre il colore metallico del Melemma
Il romanzo di esordio di Francesca Violi, non pare essere un romanzo di esordio, ma l’opera di una scrittrice avvezza a “giocare” con le parole, con gli ambienti e, soprattutto con lo stile. Uno stile che si capisce subito essere suo: un perfetto equilibrio tra immagini, personaggi ed eventi. Non una parola di troppo, non un dilungarsi in scene non necessarie. Tutto è utile nell’opera di Violi, tutto porta il lettore verso dove l’autrice vuole portarlo e senza svelare nulla troppo presto.
Sulla riva parte subito con il botto, con una scena d’azione, una scena di sangue, una scena che ci fa subito capire che Francesca Violi non si permetterà di coccolare i suoi personaggi, ai quali lo scopriremo nel proseguo della lettura non risparmierà nulla. Gli attori della sua storia verranno maltrattarli, colpiti duramente e svelati nel loro essere imperfetti. Come imperfetti sono tutti i rapporti che legano tra di loro i vari protagonisti, ma come, del resto, è la vita stessa.
I personaggi principali del romanzo, come più volte ripetuto, sono due uomini, ma Violi pare non incontrare difficoltà nel renderli perfettamente credibili, nel nascondere l’occhio femminile di chi scrive. Di donne ne incontriamo, certo, ma sono contorno, completamento, presenze necessarie, ma secondarie. Anche se non per questo delineate in modo meno perfetto, sia nel loro essere madri che amanti; sia nel loro essere malvagie o nel provare a regalare una sorta di gentilezza e di “possibilità” alla vicenda, alla vita dei loro protagonisti maschili.
Se volessimo definire il romanzo di Francesca Violi come un romanzo di genere, vi troveremmo tutti i toni del noir. Le stesse ambientazioni lo sono.
La luce si fa sempre più debole lungo le rive del Melemma la vegetazione è ormai un capriccioso merletto nero. Appena sopra la superficie aleggia uno strato di vapore. Succede spesso, quando l’aria è più fredda dell’acqua, o roba del genere. È uno spettacolo ipnotico: la foschia si addensa lenta, e alla fine è buio e il nastro latteo che fluttua sospeso sopra il corso dell’acqua è l’unica presenza visibile. Morbido, leggero e senza peso, sovrapposto all’altro, un secondo fiume più etereo che scivola e si srotola con leggi e correnti tutte sue. Come un fantasma, o un angelo custode.
L’autrice ha un tono magistrale nel farci vedere quella riva che troviamo nel titolo al romanzo. Quella riva che diventa presenza costante, amica a volte (nei giorni dei giochi dei due protagonisti per esempio), ma più spesso nemica, inquietante protagonista essa stesse delle vicende.
Beh, dove c’è un fiume, c’è gente che ci affoga, questo è certo, ma loro due non sono mica scemi, ci stanno attenti …
Ma se Sulla riva è un noir, è un noir di classe, un noir alla Simenon (scrittore che si percepisce essere passato nella libreria dell’autrice), un noir dai toni affascinanti che riuscirà a catturare anche i non amanti del genere. Francesca Violi, del resto, riesce a mitigare i toni di una vicenda cupa, seminando qua e là toni di speranza: che sia una nascita, che sia un’orchidea. Ma soprattutto un tono delineato da un modo di scrivere lieve e immediato, che prende per mano il lettore e non gli permette di perdersi nemmeno nella nebbia della provincia del Nord.
Approfondimento
Il romanzo di Francesca Violi contiene azione, mistero e sentimenti, un romanzo che racchiude molto, e un molto vestito da abiti da festa. È bello come è bella la sua copertina, che mi permetto di dire, in questo caso, fa anche il monaco.
A chi lo consiglio: a tutti coloro che hanno voglia di leggere una storia scritta bene.
Monia Merli