Autore: Namwali Serpell
Pubblicato da Fazi - Ottobre 2023
Pagine: 324 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9791259674784
ASIN: B0CKJ893RY
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Attraverso le parole penetranti di Cassandra Williams, il lettore viene introdotto nella sua storia, dove la tragedia di un giorno in spiaggia cambierà per sempre il destino della sua famiglia. A dodici anni, Cassandra perde il fratellino Wayne in un misterioso incidente, e il dolore si trasforma in una costante ricerca per la giovane donna. Mentre il padre si allontana cercando una nuova vita, la madre fonda un'organizzazione per i bambini scomparsi. Nel corso degli anni, Cassandra cresce ma non smette mai di cercare il fratello, vedendolo in luoghi inaspettati. L'incontro con un uomo misterioso di nome Wayne fa emergere il passato, dando vita a un'avventura audace che esplora i confini sfumati dell'identità, della memoria e della perdita.
Caro Wayne. Non voglio dirti cos’è successo. Voglio dirti cosa ho provato. Eri al sicuro nel tuo cerchio, quella trottata parabolica e scorrevole che ti portava in giro. Non potevi aver visto ciò che stava arrivando. Gli alberi al limitare del parco gettavano ombra sulla tua avanzata. Il sole era castigato dalla notte imminente, la luna blandita dalle lampadine in alto. Regale sul tuo destriero imbrigliato, non potevi aver capito che il tuo cerchio gioioso avrebbe preso a vorticare sempre di più, che saresti stato sbalzato, mandato fuori dalla vita, come se dei ganci ti avessero afferrato sotto le braccia e ti avessero rapito.
Tra le onde è un romanzo ricco di pathos, emozionante quanto al tempo stesso angosciante, il senso della perdita accompagna tutta la narrazione mischiandosi alla certezza inequivocabile della morte.
Cassandra Williams ha dodici anni quando la sua vita verrà improvvisamente sconvolta dall’annegamento del suo fratellino Wayne.
Ogni mattina estiva a Baltimora era permesso uscire per andare in spiaggia mentre la mamma dipingeva e il papà correggeva le bozze di progetti, ed è così che successe: delle onde anomale straordinariamente alte si portarono con sé Wayne e i tentativi di Cassandra di salvarlo furono del tutto inutili.
Di questa morte però ne furono certi solo il padre e Cassandra, perché la madre Charlotte non vedendo ritrovato il cadavere continua a immaginare che sia disperso e ritrovabile. Per questo fonda in suo onore una associazione la Vigil con lo scopo di aiutare i genitori come lei.
Questo tragico avvenimento segnò profondamente la psiche di Cassandra che per anni continuò ad essere seguita da psicanalisti per superare questa perdita: Wayne infatti le si palesava sempre dinnanzi per poi scomparire o meglio, sgretolarsi, in una montagna di sabbia.
Qualsiasi persona con un accenno di colore ambrato e gli occhi verdi per lei si tramutava in Wayne. Anche il giovane e bellissimo ragazzo conosciuto durante un grave incidente subì il fascino del fantasma di Wayne; stranamente però questo ragazzo si chiamava proprio Wayne o così forse si faceva chiamare e come Cassandra stava cercando il vero Wayne, perché pensava in gioventù di averlo conosciuto per davvero frequentando quelle scuole tipiche per bambini problematici ed abbandonati.
Ma come è possibile che esistano così tanti Wayne Williams? In questa fase il racconto subisce un cedimento. L’apparizione di un uomo in carne ed ossa che si fa chiamare Wayne portandosi dietro anche diverse caratteristiche somatiche dell’originale confonde, ma non è questo lo scopo, non interessa alla scrittrice sapere chi sia il vero Wayne o che fine abbia fatto realmente, sono fondamentali solo le sensazioni di Cassandra come se il romanzo non fosse altro che il suo diario.
Appena prima che le porte si richiudessero, un uomo alto e affascinante salì sul treno chinando la testa. C’erano dei posti liberi, ma lui scelse di rimanere in piedi. Toccò la sbarra con la punta delle dita come per avere una rassicurazione, afferrandola solo quando il treno si mosse sbandando. Sembrava troppo giovane per l’abito e le scarpe che portava, le punte delle quali erano affusolate nella forma obliqua del buongusto, di pelle vera e fulva.
Tra le onde è un romanzo è complicato, le emozioni sono forti e dolorose, a volte si crede che Cassandra si sia inventata tutto e che Wayne o non sia morto o non sia mai esistito. Le tracce di matita e i disegni lasciati in casa dietro i muri sembrano una invenzione della sua prodigiosa mente come l’uomo misterioso con la giacca a vento azzurra. Infatti, la scrittrice Namwali Serpell ci tiene tanto a precisare non come sia accaduto il fatto, ma cosa abbia provato Cassandra.
Scossi la testa. Troppo grande. Ovviamente non poteva essere più grande di me. E comunque quel nome non era così inconsueto. E comunque, comunque, Wayne era morto. La mia mente si fermò lì, come faceva spesso, come se sbandasse per poi arrestarsi sull’orlo di un precipizio.
La fine lascia un senso di vuoto e forse è frettolosa, decisiva, invadente, carica di aspettative disilluse.
Approfondimento
Namwali Serpell non inganna il lettore, le sue opere sono a dir poco catartiche e speciali nel concretizzare le paure e nel manifestare i pensieri.
Il tempo è un cardine. Il tempo è un cumulo. Il tempo ha dei solchi dentro. Il tempo è un equilibrismo di monete, il saliscendi del resto: un penny per l’alba, un dollaro dorato per il giorno, una moneta da dieci centesimi che gira per la luna.
Il racconto in prima e terza persona di Cassandra ricopre la totalità della storia anche se sarebbe stato più interessante approfondire Wayne, il fratello ed il giovane uomo arrivato per ultimo.
Il tratteggio degli “Wayne” è abbozzato e tutto ruota attorno ai sentimenti di Cassandra, ma a questo punto manca un filo logico fra i personaggi e si tende quindi a perdere una visione di insieme, anche i profili della madre e del padre sono appannati, una rappresentazione più marcata dei ruoli minori avrebbe reso il tutto più fluido.
Sul finale purtroppo ci si incaglia e si vorrebbe trovare un capitolo in più per raggiungere la completezza e la pace interiore.
Una rete di silenzio e sguardi: io so che tu sai che io so. Di dov’è? mi ritrovo a domandarmi. Come si chiama? Mi scrollo di dosso questi pensieri. Li accartoccio e mi sgrido da sola: sei troppo grande per questo, C, ogni visione di Wayne cede il passo a un’altra, e un’altra, una rastrelliera di immagini affilate e sottili che fanno inutilmente la spola nell’abisso della morte. Se continui a immaginarlo vivo in questo modo, le visioni potrebbero prendere il sopravvento. E a quel punto non sarai meglio di tua madre, con le sue illusioni grottesche e sovvenzionate. Sì, anche tu adesso lavori per la Vigil – era inevitabile, no? – ma almeno non ci credi.
Nausicaa Baldasso