Autore: Marco Malvaldi
Pubblicato da Sellerio - Settembre 2023
Pagine: 264 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: La memoria
ISBN: 9788838945625
ASIN: B0CCYQJ382
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A Pineta è successo qualcosa che nessuno si aspettava, la destra ha vinto le elezioni amministrative, conquistando un feudo rosso più o meno dal 1946. Mentre i Vecchietti si dividono, anche Massimo ha i suoi problemi con la nuova amministrazione: infatti ha difficoltà a ottenere l'autorizzazione per il suolo pubblico. Per fortuna, anche in Comune hanno le loro gatte da pelare: il primo atto della nuova amministrazione è stata la vendita di un ampio terreno nell'entroterra a una ditta che intende realizzare un megaresort, contro il parere di varie associazioni locali. Ma ben più grave è che nel parcheggio sul retro del Municipio viene rinvenuto il cadavere di Stefano Mastromartino, studente di filologia della Scuola Normale, che ultimamente stava facendo ricerche nella casa del conte Valdemaro Serra Catellani, nobile decaduto il cui antenato aveva intrecciato una corrispondenza con Giacomo Leopardi e tra le cui lettere autografe vi sarebbe una poesia inedita di rara bellezza. Un bel rebus per il vicequestore Alice Martelli che potrà contare sulle pettegole deduzioni dei Vecchietti e sulle logiche intuizioni di Massimo…
La vita umana è fatta di divisione dei compiti. Ognuno di noi può fare un casino di cose, tutti i giorni, perché altri hanno il compito di pensare alle nostre necessità. A volte va bene, a volte va meno bene, a volte va male. Ma senza sarebbe peggio .
Le giornate degli Arzilli Vecchietti del BarLume sono veramente movimentate perché stavolta la notizia è da non dormirci sopra per giorni, è da leggere e rileggere i giornali tutti i santi giorni: a Pineta – fatto eccezionale mai ricordato prima – sono salite al potere le destre! E allora dai giù a discutere e parlare e comiziare del perché e del per come… per i vecchietti non è tempo da stare tranquilli, impegnati come sono non solo a discutere di politica, ma anche a fare da nonni a Matilde e Michele. E come se ciò non fosse già abbastanza ci scappa pure il morto! Perché nel parcheggio del Municipio viene trovato il cadavere di uno studente di filologia della Normale, Stefano Mastromartino, volato giù dai piani alti del Comune.
Le indagini del vicequestore Alice Martelli cominciano a scandagliare la vita del ragazzo, le sue ricerche, le sue occupazioni, e in questo intricato guazzabuglio di cose e persone si ritrova nella casa del decaduto conte Serra Castellani, tra antichi carteggi, disquisizioni di botanica e usi civici. Sì, perché proprio gli “usi civici” – ossia le consuetudini radicatesi in un territorio che consentono ai cittadini, ad esempio, di fare legna in un bosco o raccogliere i funghi – diventano la chiave di volta di un omicidio che sembra proprio non avere un colpevole. Una matassa intricata che invece di dipanarsi sembra aggrovigliarsi sempre di più; un rebus che la vicequestore Alice e gli squinternati vecchietti dovranno sbrogliare per far luce sull’omicidio, in un’altalena sospesa tra passato e futuro, tra usi civici e moderne necessità. Come al solito, sarà Massimo, da dietro il suo bancone, a vederci più chiaro e a riordinare le fila del gioco.
La morra cinese è un gioco a incastri, un gioco di abilità e di intuito, dove vince chi batte l’avversario in astuzia; chi lancia per primo il simbolo fortunato che batte l’altro. Ma come sempre ci ha abituato Malvaldi, è anche un invito a non prendersi troppo sul serio, a lasciar andare le cose, ad allontanarci dalle situazioni per vederle meglio, perché alla fine ogni mistero si risolve con misura e sensibilità, commentando ad alta voce tutto di tutto, e perché no anche con l’aiuto di un buon vino d’annata.
Approfondimento
Sedersi al BarLume insieme agli Arzilli Vecchietti è sempre un piacere, lasciarsi trasportare dalle loro riflessioni, dai loro litigi e dal loro amore per il moscato; è la fotografia di un presepe all’italiana, dove i nonni badano ai nipoti e giocano a morra cinese; dove tutto sembra un gran guazzabuglio, ma poi alla fine, con arguzia e leggerezza, le tessere del puzzle si ricompongono a danno vita al quel gioco assurdo e scombinato, a volte semplice e a volte così complesso da spaccarcisi sopra la testa, che è la vita.
È come la morra cinese, in pratica – disse Alice. – Esattamente, brava. È come la morra cinese. Carta batte sasso, sasso batte forbici, forbici batte carta.
Romina Celani