
Autore: Elizabeth Strout
Pubblicato da Einaudi - Ottobre 2018
Pagine: 205 - Genere: Narrativa, Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, Copertina Rigida
Collana: Super ET
ISBN: 9788806238636

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Amgash, Illinois, è un paesino come tanti. Un piccolo paese, fatto da piccole persone, che conducono piccole vite costellate da piccole tragedie. O forse no?
Perché chi può definire piccola la tragedia che cambia la vita di qualcuno? E non può forse essere che tali “piccole” tragedie le si definisca tali solo per far tacere le voci di paese, per evitare che quel piccolo chiacchiericcio diventi LA tragedia personale della propria vita?
In queste nove piccole storie si alternano ordinari momenti di quotidianità alla forza impetuosa di grandi sentimenti - amore, rabbia, vergogna, vendetta, odio, morte – che permeano le vite degli abitanti di Amgash, poiché non sono poi tutte enormemente travolgenti, le tragedie, per chi le vive?

[…] suo fratello e sua sorella, brave persone, serie, perbene, equilibrate, non avevano mai conosciuto la passione che porta un uomo a rischiare tutto quello che ha, a mettere a repentaglio ciò che gli è più caro, semplicemente per essere vicino al bagliore accecante del sole che per quell’istante sembra capace di lasciarsi la terra alle spalle.
Tutto è possibile ci trasporta nelle vite di un paese come tanti, dove le persone sono tutte legate fra loro da vincoli di parentela, sentimentali o semplicemente perché sono le facce che si vedono ogni giorno per strada.
In questi nove racconti che occupano non più di una manciata di pagine, Elizabeth Strout riesce a ben caratterizzare i personaggi che, seppur si fatica a riconoscere nei primi racconti, diventano poi vecchie conoscenze con il procedere del libro.
Infatti, sebbene ogni racconto si focalizzi su di un personaggio diverso, raccontando una vicenda diversa, in ognuno di essi le vite dei personaggi sono indissolubilmente legate. Ogni storia inizia con quadretti ordinari di vita vissuta, salvo poi celare una verità ben diversa, un po’ come è tipico nelle vite di paese: l’attenzione è rivolta a non far parlare di sé, a mantenere delle buone apparenze, anche se poi tutti smaniano di conoscere i più torbidi dettagli per riempire le proprie di vite, nutrendosi dei dettagli scabrosi di quelle degli altri.
Lo stile narrativo accompagna in queste narrazioni con un ritmo regolare, in cui compaiono di tanto in tanto brusche accelerate per sottolineare la drammaticità dell’avvenimento; tuttavia, il tentativo di “movimentare” il ritmo risulta soltanto parzialmente riuscito in quanto tali guizzi sono talmente rari che prevale una sostanziale noia nell’approcciarsi al racconto successivo.
Approfondimento
Sapeva bene di che si trattava, l’aveva incontrato altre volte, ma poi sarebbe finito. Anche se… ci stava mettendo più tempo del previsto. A star male non si fa mai l’abitudine, checché ne dica la gente. Ora però, per la prima volta, si rese conto – possibile fosse davvero la prima volta che se ne rendeva conto? – che esiste qualcosa di assi più tremendo, e cioè quando uno non riesce più a star male.
Il romanzo è stato scritto successivamente a Mi chiamo Lucy Burton e anche le vicende narrate si svolgono temporalmente in maniera successiva rispetto al precedente romanzo.
In ognuno dei racconti si affaccia questa Lucy Burton, figura a tratti idealizzata e a tratti duramente criticata. Infatti, la sua storia di scrittrice di successo che partendo da una situazione famigliare economicamente e culturalmente infima, riesce a riscattarsi diventando una scrittrice di successo, trasferirsi a New York conducendo una vita che trasuda successo da ogni poro, si scontra con la vita modesta di parenti e amici d’infanzia che ancora vivono nel paese natio.
La figura di Lucy costella tutto il libro, per alcuni compaesani è uno sprone a voler dimostrare che anche con origini modeste, con impegno e anche un pizzico di fortuna, si possono raggiungere vette insperate.
Per altri invece, Lucy rappresenta uno sbeffeggio, quasi un insulto rispetto alle sue origini, con i suoi vestiti costosi e la sua auto lussuosa, la sua vita è quasi vista come oltraggiante da persone che faticano a tirare a fine mese.
Roberta Mezza