
Autore: Emmanuel Carrère
Pubblicato da Adelphi - Maggio 2018
Pagine: 288 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Fabula

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I fantasmi del passato - ma anche del presente - incombono su Emmanuel, rendendolo un’anima irrequieta. È come un circolo vizioso: domande che si susseguono senza sosta e che rischiano di non trovare risposta alcuna. Per placare la sua sete di sapere ripartirà da dove crede tutto sia nato: un paese sperduto della Russia, all’apparenza anonimo, ma che il nostro protagonista spera gli riveli più di quello vuole mostrare.

Anche io, in un certo senso, sono lì…Ci sono stato per tutta la vita. Per descrivere la mia condizione ho sempre fatto ricorso a storie di questo tipo.
Eccolo Emmanuel, il nostro protagonista che, in maniera autobiografica e personale, ci rende partecipi di uno stralcio della sua vita che, soprattutto dal punto di vista sentimentale, lo ha profondamente segnato.
Reporter/scrittore di professione, coglierà al volo l’opportunità di recarsi in uno solitario paesino della Russia, Kotel’Nič, dove dovrà occuparsi di un cittadino ungherese, reduce di guerra, rimasto per un lungo periodo di tempo internato nell’ospedale psichiatrico di questa cittadina, lontano dal proprio Paese; e proprio prima che vi faccia ritorno, Emmanuel viene spedito lì, assieme alla sua troupe, perché realizzi un servizio: ma è solo un pretesto, e lui lo sa bene…in realtà quello che sembra essere un reportage di routine cela qualcosa di più profondo. Tanto profondo che lo spingerà a farvi ritorno, motivato a sconfiggere i fantasmi del passato che aleggiano nella sua vita «…ed è esattamente quello che spero: che parlare russo mi renda libero».
Parallelamente vive la storia d’amore con la seducente Sophie, in maniera tormentata, fatta di frasi sussurrate ma non dette; l’unica cosa che in questa storia appare consolidata è l’intesa sessuale: che spesso viene descritta senza mezze misure.
Emmanuel con le sue ritrosie, con i suoi amletici dubbi non si lascerà mai andare e quando lo farà scoprirà, suo malgrado, che forse il tempo gli è stato tiranno.
Un romanzo russo è un libro ben scritto, con un linguaggio a tratti anche articolato; alle volte, però, si perde in periodi troppo lunghi che, se all’inizio ti tengono con il fiato sospeso, dopo un po’ ti stancano e vorresti che l’autore fosse già giunto alla parte tanto attesa; alterna periodi seri e introspettivi, aiutati dalla narrazione autobiografica, a passi in cui l’autore si lascia andare alla descrizione di scene sessuali esplicite: forse è questa la parte che ho meno gradito perché l’ho trovata “dissonante” con la parte seria e introspettiva; avrei descritto il vissuto di questa travagliata storia d’amore in maniera più romantica e delicata, forse è proprio ciò che Emmanuel avrebbe dovuto fare e probabilmente, oggi, le cose sarebbero andate in un modo diverso.
Approfondimento
Il libro ruota intorno a vari personaggi ognuno con le proprie peculiarità, ma il filo conduttore è la vita di Emmanuel il quale, con testardaggine e andando anche contro il volere della madre, che implicitamente disapprova ciò che intende fare, decide di voler di fare chiarezza nella sua vita sciogliendo tutti i dubbi che lo tormentano: il legame viscerale con la madre stessa (che considera come la più grande responsabile della sua anima inquieta), la sua Sophie, che non saprà mai far sentire come realmente sua, la giovane Anja, una ragazza russa che ama e parla il francese e che maschera, dietro quella apparente giovialità, una voglia di ribellione e di fuggire da un luogo che le va troppo stretto: lei è il personaggio che ho amato di più, e che alla fine, in un modo del tutto inaspettato, verrà apprezzata anche dallo stesso Emmanuel che in qualche occasione l’aveva giudicata “superflua” ai fini della ricerca della “sua” verità.
In conclusione, anche se le aspettative erano maggiori e pur credendo che la storia, alla fine, prendesse una piega diversa, non mi è dispiaciuto leggere questo romanzo di Emmanuel Carrère; bisogna dargliene atto: è stato coraggioso a mettere a nudo, in maniera così viscerale, diretta e reale, una parte della sua vita che lui, di certo, ha vissuto in maniera dolorosa, che lui ha sentito così profondamente e così disperatamente ha cercato in tutti i modi di risalire a galla portando alla luce quelle verità alcune delle quali lo hanno travolto inesorabilmente.
Alessandra Di Maio
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