
Autore: Stieg Larsson
Pubblicato da Marsilio - Novembre 2007
Pagine: 607 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura
Collana: Farfalle

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Quando Mikael Blomkvist viene condannato per diffamazione, la sua carriera da giornalista economico sembra ormai compromessa. A sorpresa, però, giunge la telefonata di Henrik Vanger, magnate svedese, che lo assume per risolvere il caso di una nipote scomparsa quasi cinquant’anni prima.

Henrik Vanger, ex magnate dell’industria svedese e ormai ultraottantenne, non riesce ad accettare che il caso di sua nipote Harriet, scomparsa misteriosamente da quasi cinquant’anni, rimanga irrisolto. Decide quindi di incaricare dell’indagine Mikael Blomkvist, un giornalista economico di Stoccolma che è stato appena condannato per diffamazione contro il potente finanziere Wennerström. Questi, nonostante la riluttanza, decide di accettare e di raggiungere Vanger nella cittadina di Hedestad, in cui dovrà soggiornare per un anno.
Ben presto Blomkvist si trova a indagare nel torbido passato della famiglia Vanger e a doversi confrontare con i numerosi membri che ne fanno parte e che con ogni mezzo cercano di ostacolarne il lavoro.
In suo aiuto, però, interviene Lisbeth Salander, una misteriosa ragazza che per vivere svolge indagini private su commissione, dalle spiccate doti nell’hacking. I due scoprono di essere una coppia affiatata e di poter portare alla luce tutti gli scheletri negli armadi della prestigiosa famiglia Vanger.
Quello di Larsson non è un buon thriller. Ci sono libri scritti bene e libri da consumo: questo appartiene alla seconda categoria. I personaggi sono bidimensionali e privi di una propria personalità: sono categorie, macchiette. Uno scrittore dovrebbe essere sempre credibile e autorevole e Larrson non lo è.
Uomini che odiano le donne è un romanzo da leggere se, fondamentalmente, non si ha voglia di leggere. Che intrattiene, sì, ma come un qualsiasi programma spazzatura in televisione. Dire che questo è un grande romanzo è sputare sui grandi autori che il territorio scandinavo ha avuto e continua avere.
Approfondimento:
Lisbeth subisce un trauma devastante e sembra dimenticarsene dopo poche pagine, senza che la sua personalità ne risenta o muti. E mutare è una cosa che non riesce ai personaggi di Larsson. Rimangono immobili dal principio alla fine. Questo risulta essere poco credibile. Come poco credibili sono gli avvenimenti e l’indagine. Tutto è troppo innaturale, forzato. La suspense esiste solo per chi non ha voglia di accorgersi del colpevole dopo poche pagine; quelli che dovrebbero essere colpi di scena, non lo sono: sono solo cliché. Larsson mette sul banco un alto numero di nomi e di membri della famiglia Vanger, allegando persino un albero genealogico, ma non ne caratterizza nessuno e ne utilizza quattro o cinque, privando il lettore di una reale mistero e portandolo solo alla confusione.
Uomini che odiano le donne è un romanzo “vecchio” e lo si capisce dalle azioni di Lisbeth come hacker. Mentre nel 2017 la tecnologia ci accompagna in ogni istante della nostra vita e si integra in maniera simbiotica con essa, per Larsson era qualcosa di stupefacente e paranormale. Purtroppo per lui, al giorno d’oggi, questa sua visione è tristemente buffa. Lo stereotipo di Lisbeth, ragazzina androgina e psichicamente turbata, quasi capace di comandare un missile cruise con il suo portatile di quindici anni fa e le sue nozioni, oppure del suo amico nerd che sfiora il ridicolo dello stereotipo: un ragazzo in sovrappeso che vive al buio di una stanza, davanti al pc, senza uscire di casa per anni: tutti elementi che fanno continuamente storcere il naso.
Andrea Colosimo
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