Autore: Massimiliano Verga
Pubblicato da Mondadori - 2012
Pagine: 186 - Genere: Autobiografico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Strade blu
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"Ah tu sì che sei bravo, io non potrei". E’ una specie di corale, un quasi concerto di voci a frotte nell’insegna dell’inadeguatezza ed impotenza di fronte ad un avvenimento tragico inaspettato, inesorabile ed immutabile come la nascita di un figlio con disabilità. Più che il venire alla luce, risulta impossibile il prendersi in carico la quotidianità distorta in quanto diversa rispetto a chi ci piace definire normale. Per questo motivo si ammirano, commiserando, le reazioni dei genitori di bimbi menomati, presumendo, non si sa perché, siano dotati di maggiore potenza per grazia ricevuta non si sa da chi.
Massimiliano Verga in Zigulì con frasi e pensieri non certo permeanti di retorica dolciastra, sebbene il titolo ricordi le dolci e zuccherate caramelle degli anni ‘70, vuole mettere a tacere questi echi quasi psicofonetici esponendo, molto bene, con rabbia ma sentimento profondo e di certo non ipocrita che coloro che agli occhi degli altri personificano Wonder Women & Superman non sono nient’altro che persone piene di debolezze, a volte rifiuti, sensi di colpa ed impotenza ma possono unicamente perché lui, il figlio che nessuno vorrebbe avere, semplicemente non può.
All’inizio di questo libro mi son sentita ferita nella sensibilità. Io che anni fa ho fatto assistenza volontaria ad un ragazzo compagno di mio figlio che dall’età di dieci anni risulta tetraplegico novanta per cento, dopo campagne di sensibilizzazione all’insegna della terminologia diversamente abile perché bisogna valutare ciò che uno ha e non ciò di cui ne è privo, mi trovo a leggere frasi del tipo figlio handicappato…ho dei limiti se non ci provo con te non mi impegno, se ci provo mi sembra di buttar via il tempo…per un genitore un figlio handicap sta ad un figlio sano come per un alpinista una valigia sta ad uno zaino… uno dei vantaggi di avere un figlio handicappato è che puoi permetterti di essere un idiota e di trattarlo anche male. E io mi concedo spesso questo vizio…sei un rubinetto che perdi, funzioni male e dai fastidio e ciliegina sulla torta titolo capitolo: vorrei farti fuori. Mi sento irritata e, nello senno di poi presuntuosa, nel pensare: esasperazione porta a follia. Se mi fossi fermata qui, avrei certamente dato un giudizio ingiusto sia a Massimiliano Verga che al suo libro Zigulì tipo “uno stato emotivo alterato suscitato dal figlio Moreno, bimbo con menomazioni mentali gravi oltre che cieco, muto, epilettico ,hanno portato un professore di Sociologia a buttar su carta, in una notte d’insonnia, un insieme di pensieri turpi ricchi di sproloqui, egoismo e cinismo”.
Ma per fortuna quando Zarania legge per recensire, si intestardisce a terminare ogni opera fino all’ultima riga, per cui il mio parere sul libro è mutato, e si è trasformato in favola. Ho trovato tanto amore e sensibilità, oltre che spirito di adattamento. A favore del primo il fatto che non c’è niente di più bello che tenerti in braccio quando tu sei in buona e penso che il mondo sia quasi perfetto e su questa citazione ogni commento è superfluo! Per quel che riguarda il secondo, l’aggiustamento il principio di evoluzionismo darwiniano: come ogni buon essere vivente sa, anche l’uomo come un elastico, per spirito di sopravvivenza acquisisce peculiarità evolutive per accomodarsi. Non importa se siano principi come il sacrificio, non-tranquillità, anormalità quotidiana, non-libertà e non-amore per sé stessi .
Se in palio c’è la pace di un bambino bisognoso di cure perennemente, tutto è lecito e doveroso. E allora non inorridiamoci noi fortunati genitori se scappa un’ammissione di non ne posso più sopra le righe. Se tutti i verbi del dizionario messi in fila formano l’insieme delle cose che Massimiliano ha rinunciato da quando Moreno è nato, la forma riflessiva di “incazzare” non ci deve far rimanere di stucco, ma essere condivisa e semmai farci trascinare ad allargare lo sguardo su altre realtà che se viste sotto un’altra prospettiva possono anche far sgorgare una goccia di simpatia.
Booktrailer