
Autore: Bapsi Sidhawa
Pubblicato da BEAT - Aprile 2016
Pagine: 333 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: BEAT

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Il romanzo racconta la divisione tra India e Pakistan, manovrata nel 1947 dagli inglesi, attraverso il vissuto di una famiglia borghese, benestante, che vive nella cittadina di Lahore e assiste da spettatrice impotente al procedere della storia.

Lenny, voce narrante de La spartizione del cuore, è una bambina di sette anni, claudicante a causa della poliomielite, amata e coccolata da tutto il grande clan di Jana, suo padre, ricco borghese che vive con la famiglia, rispettato dalla comunità di cui si è circondato.
Su tutti, emerge Ayah, giovanissima tata della piccola Lenny. È una diciottenne bellissima, dalla pelle color cioccolato, dalle forme tonde e morbide. Tutti la guardano estasiati, tutti la corteggiano: Gelataio, Sher Sing, Massaggiatore, Macellaio, il Giardiniere sono i più pressanti. Gli altri la seguono con gli sguardi cupidi, tutti ammirati come fosse la dea indù da lei venerata. Riservata e modesta, li evita ignorandoli.
Un giorno, senza essere preannunciato, Gandhi visita Lahore, accompagnato da donne esili, giovani, in estasi davanti a lui. Al centro della scena, il Mahatma lavora a maglia.
È piccolo, scuro, rattrappito, vecchio. Ha un’espressione scontrosa, burbera, scorbutica.
Quando le grasse donne della comunità gli si avvicinano per salutarlo, lui le guarda con disprezzo e dice: Lo stomaco vuoto è il guaio dei poveri, quello pieno dei ricchi. Purga il tuo corpo con un clistere. Io faccio un clistere alle mie giovani accompagnatrici. Non c’è nulla di male.
Tutta qui la scena che ha per protagonista Gandhi. Queste le sue parole. Alla piccola Lenny appare un po’ pagliaccio un po’ diavolo. Il Padre dell’ India, all’epoca, era al suo penultimo anno di vita. Morirà nel 1948.
Il tran tran quotidiano procede tra litigi di bambini, donne che si fanno dispetti, amori, gelosie, tradimenti. Sullo sfondo, appena sussurrate, le voci di imminenti cambiamenti politici.
La religione di un uomo è il veleno di un altro.
Tranquilli padri, scherzosi giovani, attente e affettuose madri, giovani donne riservate e servizievoli, onesti lavoratori, anziane sagge madrine, corteggiatori appassionati, innocenti bambini, tutti cambiano, diventano altri: d’un tratto sono indù, musulmani, cristiani, parsi, sikh, prede di cacciatori feroci. Vengono stanati, rincorsi, decapitati, torturati, uccisi barbaramente. Alle donne giovani e ai bambini vengono riservati i trattamenti che i vincitori mettono in atto in tutte le guerre.
Gelataio, uno dei corteggiatori di Ayah, respinto perché lei è innamorata di Massaggiatore, prima si libera del rivale e poi fa catturare la ragazza che viene portata via tra il dolore e la disperazione di tutti. È indù, e i musulmani a Lahore, al grido di Allah – o Akbar stanano, catturano e uccidono tutti quelli che non lo sono.
Approfondimento
Bapsi Sidhawa, autrice de La spartizione del cuore, racconta l’innocenza violata di un popolo semplice, ingenuo, travolto da sconvolgimenti politici che portarono alla divisione tra India e Pakistan, causa dell’esodo e dello sterminio di intere etnie. Un popolo ha chiuso gli occhi, non è riuscito a tenerli aperti. Si riapriranno su un mondo improvvisamente sconvolto.
Lontani i riferimenti ai responsabili degli sconvolgimenti subiti da tutti, in primo luogo dai contadini, obbligati a lasciare le terre, il bestiame, le masserizie e tutta la loro vita, per essere caricati su carri e portati chissà dove.
Emblema della vicenda storica dell’India è Ayah, bellissima giovane fanciulla, che vive tranquilla e sicura in una famiglia che è diventata la sua, che l’ama e la protegge, che però non può far nulla per sottrarla alla malvagità dei predatori che la porteranno via e la faranno sentire colpevole di tutto ciò che le accadrà.
I suoi occhi vuoti sono più grandi che mai, più freddi del ghiaccio. Un mostro ne ha annientato lo spirito e mutilato la voce d’angelo. Un mostro ha strappato l’anima da un corpo ancora vivo.
Non c’è la parola, la decisione comunicata, la dichiarata volontà di sconvolgere la vita di una moltitudine di persone che viveva professando il proprio credo religioso, seguendo le tradizioni, gli usi e i costumi dei propri antenati, etnie che vivevano in pace e che da un momento all’altro si sono comportate “naturalmente” da nemiche.
Non c’è un discorso di un qualsiasi politico, inglese, pakistano o indiano che parli e dica le ragioni di quello sconvolgimento. Non sono espresse le ragioni della Storia. Il politico Gandhi va in mezzo al popolo, ha l’opportunità di spiegare quello che sta per accadere, ma preferisce lavorare a maglia e parlare di clisteri, purghe e digiuni! Ne La spartizione del cuore è quello che ha trucidato il popolo più di tutti gli altri. L’ha fatto tacendo!
Nel racconto del quotidiano della comunità di Jana, Bapsi Sidhawa, a un certo punto, fa dire a un personaggio: In India toccare una donna che non è una parente è proibito. Neanche il marito osa farlo. Non mi sembra che in India ci sia un grande rispetto per le donne, anzi. La maggior parte dei reati, delle violenze e dei massacri contro le donne rimangono ancora oggi impuniti. Poco dopo si descrive la vestizione e la preparazione, da parte delle donne di casa, della piccola Papoo, data in sposa a un vecchio disgustoso. La piccola è drogata e non è in grado di rendersi conto di ciò che le sta accadendo. Quando se ne accorgerà sarà troppo tardi. E forse leggeremo sui giornali la notizia del suicidio di una undicenne, morte “vissuta” come liberatoria da molte bambine nelle sue condizioni. Spesso viene richiesta l’integrazione della dote che, se negata, porta all’uccisione delle spose tra torture e tormenti. Reati quasi sempre impuniti. Ancora oggi! Ma questa è un’altra storia.