
Autore: Corrado Fortuna
Pubblicato da Rizzoli - 6/03/2018
Pagine: 288 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Narrativa italiana

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📙 Versione Kindle
📙 Acquista online
Anni novanta e anni quaranta.
Un universitario e un partigiano.
Un centro sociale e una radio clandestina.
Due epoche lontane, eppure in qualche modo affini.
Due storie differenti destinate a incontrarsi, a conoscersi e a confrontarsi.

Giacomo ha il mondo in mano. Diciannove anni, la maturità classica appena conseguita e Marta, fidanzata storica, pronta a seguirlo nel passo più importante della sua vita: lasciare la Basilicata per studiare Scienze Politiche a Firenze. I due innamorati si trovano catapultati in un mondo nuovo, stimolante, fatto di indipendenza, lezioni all’università e, soprattutto, affiatamento politico. Si perché, a pochi giorni dal suo arrivo nella capitale toscana, Giacomo s’imbatte negli studenti del centro sociale di Gavinana e, contagiato dal loro fervore, decide di diventarne membro attivo.
Tutto sembra perfetto. Sembra, fino a quando il giovane universitario non trova la sua dolce e immacolata Marta impegnata in una fallatio con Lapo, leader del centro sociale.
Il trasferimento a Firenze, la scelta di studiare scienze politiche, i nuovi amici, l’allontanamento dalla famiglia: ogni cosa perde di senso. Le luci si spengono e Giacomo cerca nell’alcool, nelle canne e nei rave gli anestetici a quel terribile dolore che s’è impossessato del suo corpo e non accenna a volersene andare. È un carteggio datato 1944 a salvare inaspettatamente Giacomo, a fargli ritrovare la via e a dargli la forza di liberarsi dei ricordi. È una serie di circostanze, tanto fortunate quanto casuali, a riporre tra le mani del ragazzo uno scambio epistolare tra due amanti di un’epoca passata: Adele e Tino. Lettere ingiallite, scritte in bella grafia, accompagnano Giacomo nell’atto finale del secondo conflitto mondiale, in un’Italia invasa dai tedeschi, difesa dai partigiani e animata dalla Resistenza. Divisi dalla guerra ma uniti dal desiderio di un’Italia libera, Adele e Tino restituiscono a Giacomo la fiducia nell’amore e lo stimolo per rialzarsi e riprendere in mano la sua vita.
La storia di Adele e Tino mi faceva cambiare prospettiva e da quando avevo cominciato a leggere le loro parole era come camminassi su un pavimento di vetro, come se quello che era accaduto al di là, in quel tempo e in quel mondo di cinquant’anni prima, si proiettasse su di me e sul mio tempo mettendo tutto sottosopra. Tutto capovolto. Anche il mio amore era capovolto.
Approfondimento
Il meraviglioso – e dire meraviglioso è poco – romanzo L’amore capovolto, prende forma attraverso una serie di capitoli che si alternano tra la storia di Giacomo e quella di Adele. L’autore passa con ritmo regolare dagli anni novanta all’epoca della Resistenza, raccontando parallelamente due situazioni differenti, destinate ben presto a incontrarsi. Corrado Fortuna dimostra una grande padronanza del lessico e dello stile, in modo particolare delineando il punto di vista di Giacomo con un io narrante e l’indicativo imperfetto, scegliendo invece la terza persona e il presente storico per i giovani partigiani.
L’amore capovolto è un romanzo storico, racconta in modo leggero e puntuale gli anni della Resistenza, delle radio clandestine, delle staffette e dalla strada verso la democrazia italiana. Al contempo però, l’opera di Fortuna ben si inserisce nella narrativa romantica, rendendo protagonisti ora un amore contemporaneo tradito, ora un amore antico destinato a durare nonostante tutto, nonostante il tempo.
Abbandonare la lettura è impossibile, i due racconti finiscono inevitabilmente per trattenere il lettore, pagina dopo pagina, facendolo sospirare, sperare e piangere. Un libro è un bel libro quando si fa divorare, demolendo qualsivoglia tentativo di lesina. Un libro è un buon libro quando lascia un segno indelebile nel lettore. L’amore capovolto mette a segno entrambi gli obiettivi.
Un bel libro.
Un buon libro.
Un lavoro di spessore come pochi. Un ossimoro letterario, un sorriso malinconico, capace di rendere il racconto un’esperienza di lettura completa.