
Autore: Mattia Bertoldi
Pubblicato da Tre60 - Aprile 2017
Pagine: 346 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Tre60

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Zoe è affetta da una grave malattia che l'ha privata della vista dall'occhio sinistro ma, nonostante tutto, ha imparato a non lasciarsi scoraggiare dalle brutte cose che capitano nella vita, grazie al sostegno di suo padre. Con i suoi insegnamenti, infatti, l'ha sempre sostenuta facendole vivere la sua diversità come un dono. Ma ora che è cresciuta e la situazione si è capovolta riuscirà Zoe ad essere un esempio altrettanto importante per suo padre?

“Sorridi più che puoi e non aver paura di mostrare ciò che sei” mi aveva detto papà.
Zoe ha cinque anni e una malattia degenerativa che ha trasformato il suo occhio sinistro in una perla. Nonostante i problemi legati alla cecità parziale però, ha sempre affrontato la vita con coraggio e ostinazione, proprio come un vero pirata, grazie al sostegno dei suoi genitori, in particolare del suo amato papà.
Sedici anni dopo Zoe è ormai un’adulta, vive a Copenaghen, dove studia musica all’Università, e ha un futuro promettente come pianista. Le circostanze però la costringono a tornare in Svizzera dove, in seguito alla morte della madre, trova profondi cambiamenti non solo in casa sua ma anche in suo padre, che è diventato irriconoscibile. Ora tocca a lei prendere in mano la situazione e riportare suo padre alla vita, partendo con il suo fedele amico Polifemo per un viaggio alla riscoperta delle cose che contano davvero.
Le cose belle che vorrai ricordare è un libro che fa riflettere. Il racconto, ricco di retrospezioni, mostra in primo luogo i problemi che la ragazza ha dovuto affrontare a causa della sua diversità, problemi che ha fronteggiato e superato grazie al bellissimo rapporto che la lega a suo padre. Sono infatti gli insegnamenti di quest’ultimo a mostrarle come “quell’occhio di perla” possa diventare uno strumento unico per osservare il mondo da un altro punto di vista, rendendola per questo speciale. Grazie alla metafora delle cartellette mediche, che contengono solo cose brutte, il padre di Zoe le mostra l’importanza di rendere invece protagoniste le cose più belle, che di solito si tendono a dimenticare perché oscurate dalla tristezza.
Approfondimento
La figura del padre di Zoe subisce profondi cambiamenti durante tutta la narrazione, come mostrano i frequenti flashback: all’inizio del libro viene presentato come un uomo che non si arrende mai, energico, fantasioso e sognatore, con una nuova soluzione sempre in tasca, mentre in seguito sembra aver perso la scintilla che lo teneva in vita, è statico come una fiammella che sta per spegnersi. Sta a Zoe cercare di riaccendere quel fuoco, mostrando di aver ereditato dal padre qualità come la tenacia e il coraggio.
Ovviamente nel racconto non poteva mancare anche una tenera amicizia, che permette di spaziare da argomenti seri e profondi ad altri più leggeri caratterizzati da vivaci scambi di battute tra i due ragazzi:
«Allora, cosa possiamo fare oggi per te: devi nasconder altre tracce di sangue? Bevande alcoliche? Devo venire a casa a sistemarti il bagno?»
Socchiudo gli occhi e accenno un sorriso. «Simpatico» dico in una smorfia.
Marica Gavazzi
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