
Autore: Giuliano Zanchi
Pubblicato da Edizioni Dehoniane Bologna - Giugno 2017
Pagine: 96 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura
Collana: Sguardi

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"Le immagini hanno più vite dei gatti"
Con queste parole, Giuliano Zanchi avvolge in un mantello di sintesi i risultati del proprio studio. Indossati i panni dell’investigatore, l’autore segue le tracce dell’iconografia del Sacro Cuore scoprendo come la stessa non sia tramontata nel corso del tempo, bensì si sia affermata anche nell’arte contemporanea. Immagini sacre del passato, oggi protagoniste di moda, pubblicità e costume, dimostrano una sorprendente capacità di adattamento e una natura comunicativa versatile

L’invito a parlare, durante una conferenza, dell’iconografia del Sacro Cuore di Gesù, diviene per Zanchi imperdibile occasione di ricerca. L’autore, esperto in tema di estetica e teologia, ripercorre il sorprendente viaggio di un’immagine che, nata nella culla della storia dell’arte, cresce e diventa protagonista di una società commerciale e consumista.
La vasta produzione artistica che vede come protagonista il Sacro Cuore di Gesù, trova origine e ispirazione nella visione mistica di Santa Margherita Alacoque, avvenuta il 27 dicembre 1673 durante la festa di San Giovanni Evangelista. Queste furono le parole che la suora francese proferì dopo l’apparizione:
Il Divino Cuore mi fu presentato come in un trono di fiamme, più sfolgorante di un sole e trasparente come un cristallo, con la piaga adorabile; esso era circondato da una corona di spine e sormontato da una Croce.
L’immagine più famosa del Sacro Cuore porta la firma di Pompeo Baroni che, nel 1760, realizzò un meraviglioso dipinto su rame destinato ad essere accolto nella Chiesa del Gesù a Roma. Proprio questo è il punto di partenza di Zanchi che da un contesto terso di sacralità e onorificenza si ritrova inaspettatamente catapultato nel mondo della moda e della pubblicità.
Originariamente l’iconografia del Sacro Cuore di Gesù intendeva supportare il culto del cuore di Cristo nella sua accezione biologica, considerato elemento di continuità tra spiritualità e umanità: il figlio di Dio si è fatto carne per la salvezza del popolo. Tuttavia tale immagine ha subito distorsioni e riadattamenti nel corso del tempo, tanto che ad oggi ritroviamo il Sacro Cuore di Gesù nelle collezioni dell’alta moda, nello street art, nella pubblicità e persino nel tatuaggio.
Giuliano Zanchi non si perde nella morale o nella polemica spiccia. Il suo interesse è rapito dalla duttilità dell’immagine: una sorta di contenitore che, a seconda delle epoche, delle contingenze, delle necessità, si colma di significati diversi. Un’opera d’arte non è solamente una pennellata di colore impressa su di una tela, bensì un veicolo di messaggi poliedrici. L’immagine nasce in un contesto determinato, lo abbandona crescendo e vive nuove esperienze nella sua maturità. Usando le parole dell’autore:
In queste pagine, rapide e stilizzate, l’interesse era rivolto a quel punti di condensazione, culturale e religioso, nel quale alcune storie individuali e alcune sensibilità collettive, si sono congiunte nel dare forma a un’immagine, rivelatasi potente e longeva, in grado di veicolare con efficienza sbalorditiva le ambizioni di istanze insieme spirituali e politiche, che in quell’epoca erano in cerca della loro affermazione. La figura di Cristo col cuore sanguinante in mano, anziché rimanere una delle tante variabili illustrative dell’arte religiosa, si è insediata nell’immaginario collettivo con la forza simbolica delle antiche icone, sacramento visivo di un sentire cattolico bisognoso di un nuovo slancio affettivo così come desideroso di un rinnovato riscatto sociale.
Approfondimento
La preparazione a una conferenza è diventata per Giuliano Zanchi occasione di studio, di ricerca e di scoperta, tanto da decidere di condensare le proprie riflessioni nel breve saggio Le migrazioni del cuore. Inseguendo l’immagine del Sacro Cuore di Gesù nel corso dei secoli, l’autore si è reso conto di come l’iconografia sacra tradizionale abbia più volte passato il testimone a forme d’arte postmoderna.
Nel suo scritto, Zanchi parte dalle opere d’arte settecentesche per poi dare prova, attraverso esempi concreti, del loro ampio utilizzo contemporaneo, tanto nella moda quanto nell’advertising.
Un saggio complesso, una lettura non semplice, un tema affascinante. L’attrattività di pagine scritte e volute da una mano competente.
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