
Autore: Luca Rachetta
Pubblicato da L'Autore Libri Firenze - 2009
Pagine: 80 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Biblioteca 80

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Il professor Giovanni Scipioni è in guerra con il mondo intero: professione, colleghi, moglie, figlia. Una guerra ininterrotta che non si capisce bene quando e da chi sia stata dichiarata.

Giovanni Scipioni è un insegnante di lettere romantico e idealista, il cui piglio deciso ed energico nel corso degli anni ha ceduto il passo a uno stato di disincantata frustrazione. La vita scolastica, popolata da colleghi strambi e demotivati, hanno finito per scoraggiare anche il suo stesso temperamento. Le cose non vanno meglio all’interno delle mura domestiche: con la moglie Elsa intrattiene ormai un rapporto di pura solidarietà e collaborazione; mentre nei confronti della figlia Beatrice – da quando è diventata una ragazza bella, sbarazzina e corteggiata – ha assunto un atteggiamento sospettoso e malfidato, che lo porta di tanto in tanto persino a pedinarla. Senza contare che deve fare i conti, inoltre, con i fratelli Antonio e Paolo. Il primo, un impiegato comunale misantropo e irascibile, conduce una delirante battaglia personale contro la scarsa operosità degli impiegati pubblici.
Il secondo, invece, appare intenzionato ad abbandonare il tetto coniugale… Raffinato cultore di una scrittura calibrata, pastosa e ricca di implicazioni etiche, come già con La torre di Silvano, anche con questa sua ultima fatica Luca Rachetta con La guerra degli scipioni ci consegna un libro di nobile pensiero e di prosa raffinata. Una sorta di magistero artigianale, in cui le parole valgono per la propria esatta collocazione e per il loro suono vibrante di una straordinaria forza evocatrice. Un libro che porta con sé non solo l’idea di una scrittura elaborata, ma anche un monito a recuperare una dimensione più autentica e umana. Il professore Giovanni Scipioni, protagonista del romanzo, è un uomo in eterno conflitto con il mondo esterno, che nasconde dietro la propria irrequietudine la malinconia e il male di vivere tipico di chi non riesce a conciliare la complessità e la semplicità della vita. Sarà perché chi è intossicato di tanta letteratura d’oggi non ne può più di libri fasulli, fatto è che queste pagine riescono a lasciare un segno forte che non si scorda.
L’autore ci trascina fra i banchi di scuola, rispolverando sensazioni e odori di un tempo, colorando ricordi sbiaditi, facendoci sorridere e ridere e ci sospende, inaspettatamente, fra presente e passato: fra le paure e le necessità di quando eravamo piccoli e gli indichiarabili delitti vissuti da grandi, in un mare di emozioni e ricordi. E fra un “anche il mio prof di mate era così!” e un “nella quotidianità a volte dimentichiamo di vivere veramente” si attraversano le pagine, immerse nella magia della vita vera dove nulla è effettivamente giusto o sbagliato e di cui si possono osseravare solo alcuni disegni, una vita in cui si sceglie, subisce, scappa, corre, una vita alla quale possiamo abbandonarci e a volte costruire con forza e coraggio. Si, qui dentro c’è una vita, quella di tutti, il romanzo di ognuno di noi, le domande di ognuno “abbiamo un solo colore? come si esce dai ruoli?”.
Dei personaggi che si incontrano resta la sensazione che non abbiamo in effetti il dovere di giudicare o perdonare ma di vivere soltanto lasciando uno spiraglio aperto o chiudendo la porta creando una tregua. Dicono che un libro debba lasciare qualcosa per essere un gran libro, questo lascia un sorriso e alleggerisce l’anima, una sensazione di serenità e di perdono con la voglia di mangiare quel pane e nutella fatto dalla nonna dove di nutella ce n’era sempre troppo poca…..
Lucia Montauti