
Autore: Patrizia Bartoli
Pubblicato da Incontri Editrice - 2013
Pagine: 160 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Proposte

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Sono giovani e donne che affrontano la prova e si cimentano nel gioco non facile delle relazioni, ciascuno con le proprie risorse e strategie, ciascuno col proprio modo di sentire, di agire e di reagire.

Un pomeriggio quasi perfetto è una raccolta di undici racconti brevi di Patrizia Bartoli. In queste undici storie-dentro-storie si narra spesso della vita di donne risolute, accondiscendenti, vittime, trasgressive, ferite, piene di speranza, pronte o semplicemente “strane”.
Le storie, ambientate quasi esclusivamente in Toscana, la maggioranza in un imprecisato passato che ricorda gli anni 50/60 e alcuni altri senza tempo, non hanno molto spesso vincitori o vinti, eroi o incapaci: il percorso personale dei personaggi sarà tutto un evolversi, il naturale mutare degli eventi e delle persone, gesti e decisioni marcheranno cuori e territori dell´anima in esistenze regolari. Libero da giudizi personali la Bartoli ci presenta storie nude, molto vicini alla realtà del paese industriale dove la SMI (Società Metallurgica Italiana) la faceva da padrona, alle vite semplici delle persone, le amicizie vere o supposte, gli amori che scoppiano e si affievoliscono, il delirio e il pregiudizio, le regole ferree e l´etichetta a cui attenersi, i soprusi e la giustizia. Piccole grandi storie narrate con disinvoltura e precisione che il lettore è in grado di sentire vicine, possibili, inevitabili.
C´è il coraggio di Olga che tra un passato fatto di occasioni mancate e un presente sbagliato sceglie un treno, che sarà il suo futuro ignoto della salvezza. Ci sono i vuoti lasciati dalla vita nella storia di Emma che ritrovatasi senza gli affetti più cari, Marco e quello dello zio, viaggerà per colmarli, per non arrendersi all´evidenza. Ma quando lo farà e tornerà nella sua casa d´infanzia non sarà solo la dolce malinconia stemperata da un mare d´inverno che adora a darle la forza, ma una rinnovata speranza. Anche Marisa di Tornare a casa è una donna alla ricerca della via di casa che cancella le orme del passato triste e doloroso.
E poi c´è l´amore, che può illudere, può unire oppure spaccare. Come nel caso di Gina e Alessio, un amore mai approvato dalla famiglia di lei che non vuole mischiare il suo ceto sociale a quello di un camionista. Seguirà un matrimonio in cui la coppia sarà sola, e in cui Nico il piccolo nascituro che dovrebbe nelle migliori intenzioni riunire la famiglia invece la spacca definitivamente. Effetti collaterali dell´amore.
O l´invaghimento di Laura per il fratello dell´amica che la porterà per la prima volta ad andare a scuola in gonna, la goccia che farà traboccare il vaso dell´invidia e del disprezzo delle compagne Lucia e Filomena. Violeranno Laura nei bagni della scuola e la puniranno per la sua ingenuità e il suo esse diversa, schiva e con l´aria da brava ragazza. Effetti collaterali dell´amore.
L´amore che può illudere è ben raccontato in Tredici Anni in cui Sara sedicenne e la madre, entrambe bellissime, si trasferiscono in paese da sole scatenando le fantasie di tutti, sulla misteriosa mancanza dell´uomo e su come si sostentino. Ma a Fausto questo non interessa, da quando è finito sul marciapiede sotto i piedi di Sara come un babbeo si è innamorato, anche se ha tre anni di meno. Il racconto con maestria racconta il momento in cui da bambini si diventa ragazzi e si vedono le cose con occhi nuovi; talvolta si percepiscono cose che non sono nella realtà. Anche amore, questa volta adulto, che può unire dicevamo, lo troviamo in A te lo dirò dove Luca ventenne frequenta Irene, quarantenne che si dà a molti uomini nel paese per piacere, per curare sofferenze che nessuno sa. Luca è un grande bugiardo ed è anche abile nell´evitare il senso di colpa successivo. Eppure Irene lo scalfisce e lui tornerà indietro dentro se stesso e anche da lei.
Un pomeriggio quasi perfetto non è fatto solo di amori che nascono, che potrebbero nascere, che tramontano, ma anche di quelli che resistono senza motivo e magari per assenza di coraggio sopravvivono loro malgrado, come quello di Lalla e Nicola e di Lia e Nicola. La scrittura di Patrizia Bartoli è ordinata, forse a volte l´elemento sorpresa soffre delle anticipazioni che l´autrice fornisce alla maniera di briciole di Pollicino rendendo la narrazione un pochino meno avvincente di quello che potrebbe essere. Le storie sono condite dai giusti dettagli che contribuiscono al significato e alla dimensione delle stesse. Un elemento che ho trovato gradevole son i finali, aspetto in cui molti scrittori sono carenti. La Bartoli è in grado di lasciare sempre le storie appese a qualsiasi ipotesi, sono vicine un tanto così dal prossimo pensiero ma non lo svelano. Questo dona a mio avviso qualcosa di magico alla narrazione, permette di rivalutare tutto il racconto in funzione di essa, di sentire che qualcosa non è finito. Come deve essere. In linea generale buoni anche i tempi della narrazione, non è facile raccontare molto in poco testo e farlo al momento giusto, in questo l´autrice ha ben dosato sintesi e analisi. E il risultato sono storie dalle più sfaccettature come piccoli diamanti.
Personalmente amo le raccolte di racconti perché permettono uno stacco frequente, cosa impossibile nei romanzi. Un pomeriggio quasi perfetto mi ha intrattenuto con piacere, ma ha fatto di più: mi ha impegnato, mentre cercavo di capire le vite di quelle che donne che vivono fuori da un libro e la cui vita gli somiglia, e mentre cercavo di capire non era solo più leggere, era vita vera in più che entrava nel cuore.
Il libro é disponibile su Ibs.
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