Autore: Simone Delos
Pubblicato da Youcanprint - Marzo 2019
Pagine: 221 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura
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Il cerchio potrebbe chiudersi qui, in un infinito ripetersi di mancate corrispondenze e sensazioni ignorate. Peccato che la parola mai sia un artificio. Tre lettere che, anche se poeticamente valide, identificano un gigantesco errore di presunzione, un imperativo che agli uomini non è concesso.
Forse anche a voi capita di muovervi con una certa scomodità tra quelle grandi diversità a cui il nostro tempo ci costringe. Avere quella sensazione di lanciarsi da un divario all’altro senza alcuna scelta o garanzia sulla riuscita, una transizione tra elementi, anche apparentemente incompatibili, che per concretezza chiamiamo passato, presente e futuro. Ovvero noi. Tutti questi piccoli e grandi elementi differenti erano, siamo e saranno noi. Il crocevia dell’armonia, il ponte tra un divario e l’altro, l’attraversamento in equilibrio di quel ponte, siamo sempre noi. Le nostre storie. E anche quelle dei libri.
In “Ventuno rebirth” di Simone Delos, le storie sono ventitré e tutte, nella loro diversità, restano tra di loro ben incollate non dalla colla a caldo della stampa tipografica ma da quello stesso elemento umano. Noi. Le diversità trovano un loro modo per convivere, non senza sacrifici, e il loro incontro genera una vasta gamma di emozioni godibili per il lettore. Secondo l’opinione di chi vi scrive questa è probabilmente la più grande ricchezza contenuta nel libro. L’emozione passa in prima battuta e in primo piano rafforzando una narrazione valida. E poi c’è la passione del racconto di Simone Delos, pacificamente sottintesa e inequivocabilmente affidata ai personaggi. Sbaglia chi pensa che questa sia una caratteristica dovuta e necessaria per un libro di narrativa, ma se siete lettori abituali questo lo sapete già.
Onestamente colpisce la delicatezza narrativa di Delos, pare il ticchettio di una pioggia di parole leggera alternata a scrosci dirompenti e inesorabili. Emozioni normali in storie che hanno elementi straordinari. Un ridere stoico nel racconto Scordarella che alleggerisce l’addebito del destino di una malattia da cui non si può guarire. il paradosso della paura di essere felici poco prima che accada per la prima volta in Libertà. La poesia, quella scritta e quella vissuta, da Jacques & Prevert un senza tetto e un cane che sono tutto. La magia, la gelosia, un semaforo, un’estate, i rapporti familiari, le complicazioni del cuore e della testa e tanti altri elementi deviano nello straordinario.
È interessante cercare di focalizzare le cause che generano quel cambiamento decisivo presente in quasi tutte queste storie. Perché sono dei punti di partenza. Le dividerei in due tipi: una molla è la casualità, davanti al concetto di imprevedibile e di ingestibile l’autore sceglie, piuttosto spesso, attraverso i personaggi, di assecondare il flusso degli eventi con una docile rassegnazione. O forse possiamo parlare di mancata intraprendenza nel momento in cui una battaglia importante della propria vita va combattuta in campo aperto.
Il secondo tipo di movente, assai più frequente, che genera bivi nelle vite dei nostri amici immaginari (vedrete, lo diventeranno nel corso della lettura!) si chiama opportunità. In questo caso Delos tratteggia personaggi che riescono a usare il classico jolly pescato dal mazzo della vita e altri che, per debolezza o mancanza di un pizzico di cinismo, se lo lasciano scappare.
Per alcuni personaggi l’opportunità è rappresentata da una relazione sentimentale stabile, dalla gioia di crescere un figlio, dalla possibilità di esprimersi attraverso l’arte, la musica, la poesia. Oppure si tratta dell’opportunità di fare del bene o di aiutare qualcuno, di colmare dei vuoti, di poter esercitare la professione che si ama, o ancora cambiare radicalmente la propria vita per ripartire da nuove consapevolezze.
Una mattina mi ha detto che, in realtà, non si perde mai niente per sempre perché, è certo, non esiste il concetto di niente e tantomeno quello di sempre.
Quindi è un enunciato che si annulla da solo.
(Lettera a me stesso, pag. 77)
Tra casualità e opportunità, bivi e cambiamenti, sogni campati in aria e accampati in terra, tra padronanza e follia completa, chi si muove in queste storie definisce con chiarezza chi è o chi vuole essere. Nel farlo non propone certamente modelli ma ricorda al lettore, inevitabilmente, che è un’esigenza che gli appartiene e da cui non può sottrarsi.
Approfondimento
Sono di natura pratica, più che filosofica, le riflessioni che accompagnano queste storie, meno fini a sé stesse e più radicate nell’esperienza reale. Potrebbero essere insegnamenti che Simone Delos ha fatto propri nel corso del tempo e che ha successivamente usato per animare dei personaggi. Ad ogni modo, per il lettore è interessante notare la caratteristica eclettica delle riflessioni proposte, le quali molto spesso si possono adattare a contesti diversi rispetto a quelli narrati senza alcuna svalutazione. Grazie al carattere universale e al buon senso dei valori proposti è sufficiente fare un “copia incolla mentale”, diciamo così, per assegnare già durante la lettura a queste riflessioni un posto nella propria vita, in un modo strettamente personale e naturale.
Analizzando la scrittura da un punto di vista più tecnico si nota che la costruzione delle frasi è semplice e la scrittura asciutta, diretta. Cosa che da un lato garantisce una grande scorrevolezza e dall’altro potrebbe non soddisfare gli amanti delle descrizioni, dei particolari, delle introspezioni e in generale di una narrativa più ricca e costruita. De gustibus.
Si nota anche che nelle descrizioni l’autore pare rallentare il ritmo della storia, o sorvolare leggermente, nei dialoghi invece accelera il corso degli eventi. I dialoghi hanno un ruolo chiave nel veicolare le emozioni di cui ho scritto sopra e sono veramente interessanti, a tratti surreali, e proprio per questo li immaginiamo vicini alla realtà. Sono anche indispensabili per l’ottimo lavoro di caratterizzazione psicologica dei personaggi che ha compiuto l’autore.
Ci sono più sguardi all’anima che ai vestiti dei personaggi. Vivono loro, ci ricordano la vita, vive il libro. Emoziona.