
Autore: Matteo Rossi Renier, Anna Lamberti-Bocconi
- Settembre 2016
Pagine: 78 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura
Collana: Criminologia e scienze sociali forensi

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Un’analisi precisa ed esaustiva dell’atto di violenza sessuale e del suo esecutore, con spazio alla spiegazione dei processi malati che condizionano l’aggressore, ma anche all’esposizione di un possibile percorso riabilitativo in società per i sex offenders, per evitare la recidività dell’atto.

Pur se con un linguaggio abbastanza tecnico e dettagliato, Violenza sessuale. Diniego e minimizzazione espone i numerosi studi condotti sugli esecutori di violenza sessuale e sul loro comportamento, che ne analizzano l’atto, le cause e il percorso riabilitativo consigliabile. In questo contesto, molto spazio è lasciato alla definizione di diniego e minimizzazione, concetti chiave necessari per inquadrare il livello in cui si trova il criminale e per capire quanto è possibile lavorare per una sua riabilitazione.
A differenza della rimozione, infatti, che “cancella” il fatto dalla mente dell’aggressore, nella negazione il fatto compiuto continua a esistere interiormente, ma non è percepito: in altri termini, non viene negata la realtà della violenza, ma la sua effettività.
Anche la sottile differenza che sta tra la rimozione e la negazione è uno degli elementi sui quali gli studiosi valutano se sia opportuno che un colpevole di violenza sessuale venga assegnato a un gruppo di lavoro per l’analisi del proprio crimine o meno. È, infatti, estremamente complicato lavorare con coloro che negano il reato, perché non ammettendolo non vedranno nessun elemento da analizzare per comprendere il motivo della propria pena, e i medici non avranno basi sulle quali collaborare per aiutare i detenuti.
La lettera riportata nell’introduzione a Violenza sessuale. Diniego e minimizzazione scritta da un carcerato che fa parte di un gruppo di lavoro all’Unità di trattamento al carcere di Bollate (MI) fa comprendere come la follia di una violenza sessuale derivi da problemi più profondi, come qualsiasi altro tipo di raptus che attacca il cuore e la mente di molti colpevoli. Capire da dove cominciano i problemi è il primo passo per affrontare le conseguenze.
Un percorso non scontato per una persona incriminata che viene indicata dalla società come un mostro da isolare. Se isolato, il detenuto non risolverà il problema, ma lo accentuerà soltanto, perché quella persona non farà che aumentare il proprio risentimento nei confronti della società che lo ha rinchiuso, e una volta uscito di prigione sarà molto più soggetto a compiere gli stessi errori che lo hanno portato dietro le sbarre. Come spiegano Matteo Rossi Renier e Anna Lamberti-Bocconi, è necessaria una rieducazione e un lavoro psichiatrico per superare l’ostacolo del reato, la semplice reclusione equivale a un castigo inflitto a un bambino piccolo senza fornirgli le motivazioni di quel castigo.
Approfondimento
L’argomento affrontato in Violenza sessuale. Diniego e minimizzazione non è sicuramente dei più facili, soprattutto perché non condanna chi compie l’atto, ma, al contrario, cerca di capire come sarebbe possibile lavorarci insieme per fare in modo che la sua condanna lo porti a comprendere i suoi errori e a non ripeterli mai più. Che poi è l’obiettivo che dovrebbero perseguire tutte le pene, ma spesso la mancanza di fondi e di collaborazione lo fa dimenticare. Matteo Rossi Renier e Anna Lamberti-Bocconi fanno di tutto per non dimenticarlo.
È sicuramente un libro adatto a chi è appassionato di psicologia, ma tratta argomenti che sarebbero applicabili a qualsiasi tipo di situazione sociale, perché sottolinea il concetto, spesso dimenticato, che tutti hanno un motivo per compiere una determinata azione, e capirlo non può far altro che bene per aumentare la propria tolleranza verso gli altri.