Questo mese nelle librerie Fama tardiva, romanzo di Arthur Schnitzler rimasto per anni negli archivi di Cambidge.
Suona ironico già il titolo di questo romanzo, Fama tardiva, rimasto per decenni negli archivi che custodiscono il lascito di Arthur Schnitzler a Cambridge, e riscoperto e pubblicato dalla Paul Zsolnay Verlag nella scorsa primavera, a oltre 80 anni dalla morte del grande scrittore viennese. Un «riconoscimento postumo» quindi, riservato a questo Fama tardiva proprio come all’opera del suo tragicomico protagonista, il signor Eduard Saxberger: borghese abitudinario, impiegato modello, assiduo frequentatore del solito caffè che, durante la sua solitaria giovinezza, non aveva mancato di accarezzare certe ambizioni letterarie e aveva pubblicato una raccolta di poesie, per poi arrendersi al tempo e alla tacita presa di coscienza della propria mediocrità. Ma anni dopo si presenta al «vecchio poeta» un giovane estimatore, che lo convince a tornare alla ribalta in mezzo ai nuovi sedicenti artisti viennesi, fino alla brutale realtà della propria vena poetica esaurita e del proprio sogno artistico sfumato. Un racconto di arguzia irresistibile, degno di figurare accanto agli altri libri di un impareggiabile narratore.
Arthur Schnitzler (Vienna, 15 maggio 1862 – Vienna, 21 ottobre 1931) è stato uno scrittore, drammaturgo e medico austriaco. È conosciuto soprattutto per aver messo a punto un artificio narrativo conosciuto come monologo interiore al quale fece spesso ricorso nelle sue opere per descrivere lo svolgersi dei pensieri dei suoi personaggi. La grande notorietà e il successo che lo accompagnarono in vita provocarono un interesse per lui e la sua opera da parte del padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, il quale lo considerava un po’ una specie di suo “doppio”. Questo fatto gli provocava un misto di attrazione e timore.