Autore: Alessandro Piperno
Pubblicato da Mondadori - Agosto 2017
Pagine: 156 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Cartonato
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Disponibile dal 29 agosto
È arrivato in libreria grazie a Mondadori Il manifesto del giovane lettore, nuova opera di Alessandro Piperno in cui è il libero lettore il protagonista assoluto, colui che ha tante sfaccettature ma un’unica certezza: l’amore per i libri e i personaggi che incontra tra le loro pagine. Il manifesto del libero lettore è un libro atteso e formidabile, un’eccitante trasvolata verso il magico paese della letteratura, sotto la guida di uno dei più grandi scrittori italiani. Un’opera che esprime l’entusiasmo di chi, non dimenticando le ragioni per cui, appena adolescente, contrasse il vizio di leggere, ritiene che i grandi romanzi, per essere assaporati, pretendano il piglio, l’ironia e il disincanto della maturità.
“I libri sono strumenti di piacere, come la droga, l’alcol, il sesso, non il fine ultimo della vita.” Questo l’assunto da cui muove Il manifesto del libero lettore. Un grido di gioia, un’invocazione al capriccio, alla voluttà, ma anche all’indolenza e all’insubordinazione: perché leggere è un vizio, mica una virtù; diritto, intima necessità, non certo un obbligo istituzionale.
Ecco chi è il libero lettore: un individuo un po’ strambo, allo stesso tempo credulone e diffidente, squisito e volgare, sentimentale e cinico, devoto e apostata; un rompiscatole che diffida della gente ma ha un debole per i personaggi, che alle fauste bellezze della natura preferisce le gioie segrete della fantasia, convinto com’è che non c’è verità senza eleganza, né arte senza rigore.
È così che Alessandro Piperno ripercorre la storia di un precoce amore mai venuto meno, quello per i romanzi, lungo le rotte tracciate da otto giganti della narrativa universale: Austen, Dickens, Stendhal, Flaubert, Tolstoj, Proust, Svevo, Nabokov. Affrontandoli “con amore, certo, ma senza alcun ossequio, con il piglio del guastafeste ansioso di svelare i segreti del prestigiatore”. Del resto, il genio letterario è un mago spregiudicato e immaginifico. Jane Austen ha creato dal nulla un genere tutto suo, tra fiaba e romanzo, che non smette di incantarci; l’arte di Tolstoj di introdurre i personaggi non ha precedenti né epigoni all’altezza; l’ossessione di Proust per i tempi verbali illustra come nient’altro la dedizione a un passato irrecuperabile
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