Autore: Arundhati Roy
Pubblicato da Guanda - Giugno 2017
Pagine: 496 - Genere: Narrativa Contemporanea
Collana: Narratori Della Fenice
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Dal 5 giugno in libreria
Vent’anni dopo il suo acclamato esordio con Il dio delle piccole cose, Arundhati Roy torna in libreria con Il ministero della suprema felicità, il suo secondo romanzo edito da Guanda. Dopo aver vinto il Booker Prize nel 1997, anno in cui il suo primo romanzo è stato pubblicato, la scrittrice indiana ha deciso di dedicarsi solo a saggi su temi politici e sociali, con un impegno a sostegno della non violenza che l’ha portata a ricevere anche il Sydney Peace Prize. Ora, finalmente, con l’uscita de Il ministero della suprema felicità, la lunga attesa è giunta al termine.
«Il libro più atteso dell’anno è la seconda opera di narrativa che la scrittrice Arundhati Roy ha finalmente sfornato a vent’anni da quel “Dio delle piccole cose” che la rese celebre. Molto atteso anche dai librai, per i quali sarà il superbestseller dell’estate.» – L’ESPRESSO
Il ministero della suprema felicità ci accompagna in un lungo viaggio nel vasto mondo dell’India: dagli angusti quartieri della vecchia Delhi agli scintillanti centri commerciali della nuova metropoli, fino alle valli e alle cime innevate del Kashmir dove la guerra è pace, la pace è guerra e occasionalmente viene dichiarato lo «stato di normalità». Anjum, nuova incarnazione di Aftab, srotola un consunto tappeto persiano nel cimitero cittadino che ha eletto a propria dimora. Una bambina appare all’improvviso su un marciapiede, poco dopo mezzanotte, in una culla di rifiuti. L’enigmatica S. Tilottama è una presenza forte ma è anche un’assenza amara nelle vite dei tre uomini che l’hanno amata: tra loro Musa, il cui destino è indissolubilmente intrecciato al suo.
Dolente storia di sentimenti e insieme vibrante protesta, Il ministero della suprema felicità si snoda tra sussurri e grida, tra lacrime e sorrisi. I suoi eroi, spezzati dalla realtà in cui vivono, si salvano grazie a una cura fatta di gesti d’amore e di speranza. Ed è per questa ragione che, malgrado la loro fragilità, non si arrendono. Questa storia profondamente umana reinventa ciò che un romanzo può fare e può essere, e riafferma ad ogni pagina le doti narrative di Arundhati Roy.
Per incontrare l’autrice, in occasione del lancio del libro, gli appuntamenti sono fissati
il 12 giugno a Roma, il 13 giugno a Bologna e il 14 giugno a Milano.
«Arundhati Roy ha in comune con autori come García Márquez e Rushdie la profonda compassione, la magia narrativa, l’umorismo pungente nel mettere in discussione la nostra percezione di temi come genere, famiglia, casa, patria, guerra, libertà, amore e morte, in questa sua tenera e rigorosa esplorazione delle paradossali capacità del genere umano di esprimere crudeltà e amore.» – BOOKLIST
«Il 2017 segna l’atteso ritorno di una delle scrittrici indiane più amate.» – IL SOLE 24 ORE
«Due decenni dopo il celebrato Dio delle piccole cose, il secondo romanzo di Arundhati Roy, ambizioso e originale, fonde brutalità e tenerezza, risonanza mitica e materia da prima pagina di giornale.» – PUBLISHERS WEEKLY
«Arundhati Roy crea un mondo in cui i personaggi varcano confini di etnia, religione e genere per trovare, davvero, quella suprema felicità di cui parla il titolo del romanzo.» – KIRKUS REVIEWS
Arundhati Roy, nata nel Kerala, si è laureata alla Delhi School of Architecture e vive a New Delhi. E’ stata assistente al National Institute of Urban Affairs e ha studiato Restauro dei monumenti a Firenze. Ha scritto alcune sceneggiature e collabora a varie testate, fra cui “Internazionale”. Il dio delle piccole cose, suo romanzo d’esordio, è stato un caso letterario e un best seller in tutto il mondo. Guanda ha in catalogo anche i saggi: La fine delle illusioni, Guerra è pace, Guida all’impero per la gente comune, L’impero e il vuoto e La strana storia dell’assalto al parlamento indiano.
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