Simona Giorgino, autrice dei romanzi Jeans e cioccolato, Quel ridicolo pensiero e del racconto breve Shaila, tutti editi con 0111 Edizioni, laureata in Mediazione Linguistica e in procinto di concludere il corso magistrale in Traduzione e Interpretariato (Inglese e Arabo), è appassionata di scrittura e di libri ma anche di animali, di shopping, di fotografia, di arte in generale e fa del suo blog un ampio rifugio in cui condividere passioni, parlare di libri, di vita, perdersi in divagazioni, dare spazio all’arte, promuovere idee e progetti di ogni genere. Michela Zanarella la incontra per Leggere A Colori.
M.Z.: Come ti sei avvicinata alla scrittura? Cosa ha fatto scaturire in te l’esigenza di pubblicare?
Simona Giorgino: Avvicinarmi alla scrittura è stato del tutto naturale. Ho scoperto semplicemente che mi piaceva scrivere un giorno di tantissimi anni fa, quando ero ancora una ragazzina. Scrivere mi permetteva in qualche modo di esprimermi e di aprirmi, era un’esigenza interiore, come del resto lo è anche oggi. Ho inoltre sempre provato interesse per la lettura e per i libri, quindi penso che da piccola abbia incominciato ad avere il desiderio di vedere il mio nome sulla copertina di un libro tutto mio! Oggi, però, per me pubblicare ha ovviamente un significato più profondo: scrivere vuol dire avere qualcosa da dire, da raccontare, ma raccontarlo solo a noi stessi è noioso, trovo invece interessante volerlo condividere con gli altri.
M.Z.: Il tuo percorso di studi ha inciso in qualche modo nella scelta di scrivere?
Simona Giorgino: No, probabilmente il contrario. Amavo scrivere già da molto prima che io scegliessi di studiare traduzione. Sono sicuramente, di indole, più incline alle materie umanistiche (quelle scientifiche non fanno decisamente per me :P) e, avendo sempre avuto un debole anche per le lingue straniere, ho deciso di intraprendere questo percorso di studi.
M.Z.: “Jeans e cioccolato”, “Quel ridicolo pensiero”,“Shaila”, cosa lega queste tre pubblicazioni?
Simona Giorgino:Il genere di appartenenza. Sono tutte e tre delle pubblicazioni di narrativa contemporanea e sentimentale, che è quello di cui mi piace scrivere. “Shaila”, tuttavia, è completamente diverso dagli altri due: è, innanzitutto, un racconto breve, pubblicato solo in formato digitale, e anche nella scrittura cambia molto rispetto agli altri. È un racconto che ho scritto nel 2009 e che ho tirato fuori “dal cassetto” solo quest’anno. Gli altri due invece sono dei romanzi, pubblicati sia in cartaceo sia in digitale, e appartengono a una “me” più attuale, quindi anche la scrittura ha subito delle variazioni, con l’aggiunta, in particolare, di una sfumatura ironica nel linguaggio, che rende i racconti, qua e là, più leggeri e spensierati.
M.Z.: Che rapporto hai con i libri e con la lettura?
Simona Giorgino:Non sono mai stata indifferente ai libri. Leggo tutti i giorni. Precisamente, per mancanza di tempo, è il momento della sera quello che mi ritaglio completamente per la lettura. Sotto le lenzuola, prima di dormire, leggere è una stupenda abitudine. Ci sono dei generi che non apprezzo particolarmente e che di solito non leggo, e altri che preferisco e di cui non posso fare a meno. Inoltre, quest’anno mi sono anche convertita alla lettura digitale, da quando il mio ragazzo mi ha regalato quello che poi è diventato il mio migliore amico, ovvero il mio primo e-Book reader. Molti dei libri letti quest’anno, quindi, sono stati proprio degli e-Book. E, infine, non leggo solo autori famosi, ma mi concedo spesso e volentieri letture di autori emergenti. Ne conosco tanti in gamba davvero. Accanto all’autore famoso, non mi lascio mai sfuggire l’autore meno famoso, ma che spesso mi emoziona allo stesso modo o anche di più!
M.Z.: Hai un blog letterario dove ospiti e sostieni gli autori emergenti. Come è nato il blog?
Una tua considerazione sui social network.
Simona Giorgino:Il mio blog, in realtà, non è letterario. O meglio, è anche letterario. Mi piace definirlo un blog variegato e versatile. Lo riempio delle più svariate informazioni, non solo letterarie. Nasceva circa tre anni fa come vetrina delle mie poesie e dei miei racconti. Poi la mia voglia di scrivere e di condividere esperienze di vita mi portarono a farlo diventare un blog personale. Un giorno, infine, pubblicavo il primo romanzo. Entrando nel mondo degli autori esordienti e imbattendomi in siti che si dedicavano alla promozione, cominciavo a comprendere l’importanza del passaparola, della promozione appunto, e quindi è stato inevitabile finire per attivarmi anch’io verso quella direzione. Ma il mio blog dà spazio anche all’arte in generale, di qualsiasi forma e genere, quindi non solo alla scrittura. E se un giorno ho voglia di sproloquiare circa qualche argomento dalla natura improbabile, lo faccio. Il mio blog per me è un rifugio, una seconda casa, e riflette in qualche modo quello che sono io realmente. Ho la passione dei libri, sì, ma anche della vita e di tutte le cose della vita.
Social Network: sono una fortuna per chi sa sfruttarli nel modo giusto. Ormai grandissima parte della popolazione mondiale è su Internet, Internet è il mondo a portata di mano. Per gli autori emergenti, in particolare, i SN diventano un ottimo veicolo promozionale. Mi rendo conto che molte persone, con ogni probabilità, non sarebbero mai venute a sapere della pubblicazione dei miei libri (che non sono certo pubblicizzati su Canale 5! :P) se non fosse stato per FB. Il SN ti dà una possibilità di visibilità in più, ma è bene tenere in mente che non è l’unico. Un autore deve attivarsi in più direzioni: SN sì, ma fino a un certo punto. Non bisogna perdere di vista che la vita reale è là fuori. Penso occorra integrare le due cose: vita reale e vita virtuale, e cercare di essere presenti allo stesso modo nell’una e nell’altra.
M.Z.: Quale autore del passato è stato determinante per la tua formazione di scrittrice?
Simona Giorgino:Ho letto molti autori. Per la mia formazione di scrittrice, in particolare, è però stata determinante l’autrice inglese Sophie Kinsella, conosciuta solo nel 2010 e dalla quale ho appreso quella “sfumatura ironica” a cui accennavo prima. Leggendo la Kinsella ho capito che anch’io avrei voluto scrivere un libro all’insegna del sorriso, della positività e del lieto fine. Ho un debole per il lieto fine, mi piace credere e far credere che le storie finiscono bene, che c’è sempre qualche speranza. Prima della Kinsella, infatti, i miei scritti non avevano quello slancio di ilarità che hanno invece i miei romanzi (ne è una prova “Shaila”, scritto prima che conoscessi l’autrice inglese). Ho voluto quindi ricreare un territorio narrativo simile, sorridente e gioviale, anche se la Kinsella è incomparabile e non mi sono mai posta l’obiettivo di imitarla. Mi ha però dato molta ispirazione sulla scelta del linguaggio narrativo. I miei romanzi, quindi, si caratterizzano per una narrazione che alterna momenti di allegria e di spensieratezza con momenti di riflessione.
M.Z.: Bea, la protagonista del tuo romanzo “Jeans e cioccolato” non riesce mai a portare a termine i suoi progetti, quali sono invece i progetti di Simona Giorgino?
Simona Giorgino:I miei progetti sono tanti. Il primo, quello della Laurea Magistrale, è ormai raggiunto: fra un mese e mezzo otterrò la proclamazione. Un altro progetto, come tutti coloro che si laureano, è di trovare un lavoro soddisfacente e continuare la propria formazione lungo il percorso intrapreso: la laurea altro non è che l’inizio di un lungo cammino (a ostacoli… sic!). Ho inoltre appena concluso di scrivere un terzo romanzo dello stesso genere narrativo dei precedenti, e non so che ne sarà di lui, ma qualche cosa ne verrà sicuramente fuori e spero di potervene parlare al più presto!