Benvenuti al nostro nuovo corso di scrittura creativa! Attraverso una serie di articoli mirati, vi introdurrò alle principali problematiche che qualunque scrittore o aspirante tale deve padroneggiare. Ma prima lasciate che mi presenti un po’. Sono laureato in ingegneria elettronica e, se è vero che da più di dieci anni lavoro in ambito informatico, è anche vero che da almeno trent’anni sono un viscerale appassionato di letteratura, un avido lettore e curioso selezionatore di talenti. Questa mia passione si esprime nella collaborazione con alcune agenzie di talent scouting e la partecipazione come docente volontario a workshop dedicati agli allievi delle scuole medie e superiori. Perché tutto ciò?
Raccontare storie è un’esperienza tutta umana, nata probabilmente nella notte dei tempi, quando i nostri arcaici progenitori, attorno al fuoco e con la loro lingua rudimentale, cercavano di trasmettersi le esperienze di caccia, i pericoli, le paure. La scrittura ancora non esisteva a quei tempi e riesco ad immaginare quegli ominidi mentre a gesti e con suoni gutturali o forse mimando una lotta o il verso di una bestia feroce, o ancora tracciando strani segni nella sabbia, cercavano di raccontare e condividere le loro esperienze. E immagino che una notte, uno di costoro, forse uno scimmione o forse già molto simile a noi, trovandosi a corto di esperienze realmente vissute, si trovò costretto ad inventare per la prima volta una storia. I suoi occhi febbrili dovettero roteare verso l’alto e vedere innanzi a sé per la prima volta scene mai accadute nella realtà. Nacquero così animali strani, personaggi sovrumani, paesaggi fantastici o inquietanti e le forze della natura per la prima volta furono adattate alla comprensione di queste scimmie evolute. Nessuno sa cosa accadde a quell’ominide. Al primo inventore di storie. Non si sa se fu osannato dai suoi simili o magari scacciato ed allontanato. Ma sappiamo cosa accadde poi.
Con l’invenzione della scrittura gli uomini ebbero la possibilità di tramandare non solo le loro storie ma anche di farle viaggiare nello spazio e nel tempo. Grazie a macchine del tempo fatte di pietra, argilla, papiro, pergamena, oggi conosciamo l’immaginifico di popoli dei quali perfino le ossa sono oramai cenere. E chissà quante altre storie sono andate perdute e non le conosceremo mai! Qualunque reazione abbiano avuto i nostri lontani progenitori verso i creatori di storie, sappiamo di certo che queste hanno generato mitologie, provocato odio e amore e tutti i sentimenti che l’essere umano può sentire, inclusa la curiosità per il simbolico ed il nascosto e la domanda delle domande: qual è il senso dell’esistenza? Cosa è questa se non magia? Dagli ominidi a Shakespeare, da Dante a Stephen King, tutti i narratori sono come maghi poiché attraverso le parole e con fili invisibili possono direzionare gli animi e le passioni.
Ogni volta che apro un manoscritto, sia questo del grande scrittore americano mainstream che dell’aspirante e sconosciuto esordiente, provo a visualizzare dentro di me i mutamenti che quella lettura produce. Questa magia, questo entusiasmo che porto dentro proverò a raccontarvelo con gli articoli che seguiranno. Poiché anche la scrittura, come tutte le magie che si rispettino, ha trucchi, segreti e pericoli. L’aspirante scrittore-mago deve superare innumerevoli pericoli e tremende prove per riuscire nel suo intento di padroneggiare quest’arte. Ma dopotutto credo che ne valga la pena. Voi che ne pensate?
Appuntamento con “Scrivere, perché”?, la prossima puntata tra una settimana ovvero Venerdí 17.
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