Ti ho pensato tanto oggi.
Ho immaginato come fossi vestito, dove ti trovassi, cosa stessi facendo. Ho guardato il telefono innumerevoli volte e ho sperato che mi scrivessi anche solo per dirmi che questa cosa del non parlarci, fa star male anche te. Ho spento il cellulare due volte, alla terza invece di spegnerlo, ti ho scritto. Si, ti ho scritto senza pensarci troppo. Volevo dirti che sto uno schifo e che mi manchi, ma alla fine ti ho solo detto che non credo di meritarmi tutto questo silenzio, da parte tua. La faccenda sul dolore e la notte passata a piangere nel bagno, l’ho tralasciata. Non mi piace farti passare per il carnefice della storia.
Perché dal mio punto di vista lo siamo entrambi, dal tuo forse, lo sono solo io. Ma questo ha poca importanza. Quello che conta è poter tornare a star bene, nonostante questa nostra discussione, nonostante il telefono che non squilla, il display che non s’illumina e gli occhi gonfi che nascondo a mia madre quando siamo a tavola e mi sale il magone in gola. Credo si sia accorta che c’è qualcosa che non va in me, in questi giorni. Ma come al solito evita di chiedere, mi osserva il viso per pochi secondi e quando alzo lo sguardo, lei devia il suo, delicatamente, lentamente. Come a dire che ho tempo di raccontarle tutto, che è pronta ad ascoltarmi, se voglio. Vorrei tanto mamma, ma preferisco non parlarti di niente per adesso. Quando sono troppo arrabbiata non riesco a mettere insieme parole, a meno che non siano scritte. Al mio messaggio, hai risposto con mezz’ora di ritardo. Tutto quel tempo ho spento e riacceso il telefono circa cinque/sei volte, sembravo una pazza. La tua risposta è arrivata quando le mie amiche sono andate via, ed io ero rimasta sola sulla strada che va verso casa.
Hai scritto che ti ho deluso. Il mio cuore ha accelerato i battiti e la testa mi ha comandato di sedermi sul primo muretto disponibile. Così ho fatto, mi son seduta, e ho tirato un sospiro. Ho pensato di amarti al punto da annullare il mondo, la gente mi salutava e io non rispondevo. Ho pensato di amarti davvero tanto in quel momento, perché sei riuscito a far tremare la terra sotto i piedi prima e dopo un sms. Tremava tutto, fuori e dentro di me. C’erano terremoti di sentimenti e scosse da far girare la testa. Continuavo a fissare il telefono e a pensare a una risposta da darti. Come convincere il mio uomo che smettere di discutere sarebbe stata la soluzione migliore, punto uno. Come non morire su un muretto, punto due. Quando discutiamo ho sempre paura di perdere tutto da un momento all’altro. Mi aspetto un addio, un ‘siamo incompatibili’, siamo stati un errore.
Mi aspetto il peggio del peggio che possa esistere. Alla fine di tutto questo, non sono morta. Ho alzato le gambe e mi sono fatta forza. Insomma, ci siamo amati tanto, ci amiamo ancora, suppongo. Ho pensato di andare da lui, il più presto possibile. Sedermi sul divano e guardare la tv insieme a lui, come niente fosse. Poi sicuramente l’avrei guardato, lui avrebbe guardato me e sarebbe scappato un sorriso, di quelli: cazzo guardi?! Poi forse mi sarei avvicinata e avremmo fatto l’amore o avremmo discusso un pò e poi avremmo fatto l’amore. L’avrei stretto, questo è sicuro. Non l’avrei lasciato andare.