Il libro Remi Gallard Controcorrente di Camilla Bottin è un fantasy ironico rivolto a un pubblico di adolescenti/giovani in cui la protagonista Remi Gallard vive in un mondo fantastico che si divide tra la Città di Sopra e la Città di Sotto (Feste e Estef), minacciato da un potere autoritario che nega la libertà d’espressione, che accetta solo forme di cultura ‘preimpostate’ e approvate dal Circolo Volpini. Remi, in lizza per diventare Poetessa del Regno, non accetta questa situazione e insieme a un gruppo di ribelli (la Compagnia Teatrale dei Normali e alcuni amici) organizza la Resistenza: numerosi i colpi di scena, personaggi che sbucano dal nulla, il Bene che trionfa sul Male.
Nel mirino le persone che si prendono troppo sul serio perché la Cultura è bella quando libera: abbasso al pedantismo, abbasso le imposizioni. Viva l’arte di saper vivere! I valori dell’amicizia e dell’amore prevalgono: una storia che vuole essere simpatica e far riflettere allo stesso tempo.
Estratto
Un giorno mi arrivò un messaggio mentre ero intenta a leggere sull’amaca in giardino: il cellulare prese a cantare, era un’aria del Don Juan.
Le note mi presero per mano e mi fecero vorticare a terra. Il cane, spaventato a morte, abbaiava sempre più, vedendomi girare come una trottola.
“Ecco, ora la mamma si arrabbierà a vedere come i tacchi abbiano lasciato un solco sulla veranda.”
Mi preoccupai di controllare chi mi avesse fatto girare così la testa e vidi che il mittente, Topp, mi additava come la sua baby.
“Io non sono la baby di nessuno, pigiatasti insolente!”
Soffrivo della sindrome di Troppo Giovane, e lui del Troppo Vecchio: c’è chi porta bene gli anni, chi no e chi è semplicemente uno col paltò orribile che si fa sentire dopo cinque anni.
“Vuoi far parte del mio circolo Volpini? Ricordiamo le gesta eroti… scusa, eroiche dei grandi del passato. Tu che sei dottoressa con una tesi sui bubboni causati dalla malattia d’amore vorresti farne parte? Riteniamo che il tuo intervento possa essere assai prezioso.”
“Ma il vostro co-fondatore, Mr. Volpini, prova esperienze che io non condivido.”
“Potremo fare una terapia di gruppo.”
Promisi che ci avrei pensato e intanto ringraziai Pimpa per essersi pigliata l’Indiano, uno strano tipo che le si era attaccato alle gonne quando avevamo fatto la scivolata sui tetti. Non potevamo farci niente, era appostato su un camino e faceva segnali di fumo. Non era già troppo tardi che Pimpa trovò la Libertà così conquistata spesa alla vana ricerca di una riserva in pieno centro.
Presi il mio cavallo, mi aggrappai al pelo folto e nero e m’appoggiai dopo un estenuante volo in aria su un cirro. “Topp è cambiato da quando segue le idee di questo Volpini. Dovrò leggere qualcosa di suo.” Non feci in tempo a dirlo che il cirro aprì una voragine sotto i miei piedi e caddi nel vuoto.
Cadere nel vuoto è un’esperienza unica, si possono fare tante cose quando si cade nel vuoto.
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(il primo non indispensabile ma molto gradito)