A volte gli adulti dovrebbero capire che ai bambini non si insegna soltanto, da loro si impara soprattutto.
Che cosa accadrebbe se una mattina ci svegliassimo e come loro iniziassimo a guardare il mondo con gli occhi disincantati di chi vive l’emozione pura, di chi la prende per la sua semplicità e si lascia travolgere con la facilità di chi non ha paura?
Loro, i bambini, quando ti guardano riescono a riempirti l’anima per questo.
Dentro di loro vive l’essenza delle emozioni che non sono state contaminate dai pregiudizi, dai pensieri e dai timori.
Si potrà obiettare il fatto che sia normale che chi non conosce sia meno restio a lasciarsi trasportare dal vento di sensazioni nuove, ma non è così.
I bambini, quando imparano a camminare e cadono per la prima volta, si rialzano e riprovano a fare un nuovo passo. Una nuova caduta, un altro passo. Ancora a terra, di nuovo in piedi, finché le cadute non si dimezzano e i passi raddoppiano.
E così accade per le emozioni.
Per una che ne provano ne cercano altre cento, per una lacrima che versano, mille ne asciugano. Che cosa accadrebbe al mondo se le persone spendessero meno giorni ad analizzare le emozioni che trovano e passassero più tempo a sentire le sensazioni, a sentire la vita dentro?
Che cosa accadrebbe alle persone se invece di dire “quanto sono felice perché mi è successo questo” chiudessero gli occhi per assaporare il suono della felicità?
Quanta meno vita sarebbe persa se chi è stato pugnalato dal dolore si lasciasse cullare dal vuoto della sofferenza, per poi avere sete di nuova vita e non restasse li, nell’angolo, a chiedersi perché, ad avere paura di vivere ancora nuove emozioni?
E se per una volta i bambini fossero i nostri maestri di vita, cosa potrebbe accadere?
Jessica Costantini