Tutte le cose hanno legami invisibili che le uniscono: luoghi, persone, pensieri, routine, profumi, gesti. Durante la nostra vita capita che alcuni di questi legami affiori, che si prenda la nostra attenzione. Allora li edifichiamo, li curiamo fino a farli diventare pezzi concreti della vita, li uniamo alla nostra persona e li facciamo diventare più forti, quasi visibili. Poi si lotta per questi legami, si lotta per trasformarli da sogni a realtà, da lievi e lontani a forti e vicini. A volte il tempo ce li porta via come una risacca.
Io non so cosa sia successo. Son partito e quando son tornato non ero più lo stesso. La testa, il cuore. Son partito senza sogni e son tornato coi sogni infranti. Tutti i legami che ho scoperto nel mezzo hanno un fascino di altri tempi. Quasi non sembrano più miei. Cosa sia stato mio e perchè io l’abbia scelto sembrano solo opzioni prese in tempi di necessità che non mi appartengono.
Ho scoperto che si può sbagliare molto e che si possono imboccare molte entrate senza uscire mai. Ho azzardato, scoperto, tradito, non mi son giudicato, non mi son visto, riconosciuto. Ho rifiutato, mi son chiuso, ho preso rassegnazione, ho vissuto eccessi tra delirio e il fondo. Ho giocato con la morte.
Exit lampeggia, sembra. Ci vuol più coraggio ad essere ciò che si dovrebbe che adeguarsi a ciò che semplicemente si diventa. Coraggio sia. Il mondo può crollare ma è sempre un punto di vista. Aggrapparsi a quelle quattro cose, per se stessi, è un dovere per tutti. Perchè con il tempo la pazienza e la devozione tutto si mette a posto. Per scombinarsi di nuovo un domani. Parole di mio padre.
Prenditi quello che nessuno ti regala mi son detto, a prescindere da noi. Exit lampeggia ed è un ennesimo inizio spalancato all’infinito.