Autore: Arthur Schnitzler
Pubblicato da Guanda - Maggio 2015
Pagine: 167 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narratori della Fenice
ISBN: 9788823511279
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Nella Vienna di fine ‘800 un uomo maturo della media borghesia, Eduard Saxberger, vive un’esistenza tranquilla e metodica senza più nessuna aspettativa per il futuro. Vive affiancato solamente da una governante e il suo quotidiano è scandito da un lavoro impiegatizio, il pranzo presso la solita trattoria e qualche ora serale al solito caffè. Cosa può sconvolgere una vita così ordinaria? Eppure un giorno, il giovane Meier busserà alla porta del vecchio Saxberger.
Di noi non si cura nessuno perché ce ne stiamo discosti dalle strade maestre.
Eduard Saxberger è vecchio quanto lo poteva essere un uomo ancora in piena attività lavorativa sul finire dell’800 in Europa. Noi oggi sicuramente non lo vedremmo come tale, ma Eduard si sente vecchio. Si sente privo di ideali da onorare, di sogni da raggiungere. La sua vita si svolge attraverso cadenze giornaliere sempre uguali; il lavoro da impiegato, dignitoso, ma modesto; la vita solitaria “nelle sue quattro stanzette” nel centro di Vienna, accudito da una governante; il pranzo in una trattoria, sempre la stessa, dove incontrare i soliti conoscenti, e alla sera dopo cena il solito caffè da frequentare per qualche ora. Eppure queste ventiquattr’ore che si ripetono uguali ogni giorno non gli pesano, semplicemente egli non si pone il problema. Quella che è stata da giovane l’ambizione di scrivere è relegata ad un periodo lontano di cui non ha quasi più memoria.
Ma Eduard viene riscosso da questa vita che è quasi un elettrocardiogramma piatto, da un incontro del tutto inaspettato. Un giorno si presenta alla sua porta un giovane, Wolfgang Meier, il quale è desideroso di fare la sua conoscenza dopo aver scoperto per caso, in un mercatino, una copia della sua raccolta di poesie dal titolo Passeggiate, edita trent’anni prima. Meier è entusiasta dei componimenti di Eduard, ne elogia lo stile e i contenuti e gli si rivolge chiamandolo “Maestro”. Meier vuole sapere di più su di lui, se ha scritto altre opere, quali sono i suoi progetti e lo invita ad unirsi al suo circolo letterario dal nome tanto promettente di L’entusiasmo, che si ritrova ogni sera in un caffè del centro, dove tutti non vedono l’ora di conoscerlo! Saxberger rimane impietrito e imbarazzato davanti a una tale proposta. Davanti ad un’ammirazione così aperta e sincera però non riesce a rimanere insensibile.
“Siamo semplicemente degli artisti” gli dice Meier, “né più né meno, e arriverà il nostro momento”. A quelle parole nel cuore di Eduard cominciano ad aprirsi delle piccole crepe nelle quali la luce inizia a filtrare. Affiorano alla sua mente teneri ricordi giovanili nei quali “bastava il suono di quella parola – Artista – per infuocare il suo animo”. Forse la vita gli sta offrendo una seconda possibilità, e se così fosse, perché non accettare?
Fama tardiva, a dispetto della sua brevità, si presenta come una piccola perla da gustare dalla prima all’ultima pagina. Un lungo racconto o un romanzo breve che pare pronto per un adattamento teatrale. Giocato sull’analisi dei sentimenti del protagonista, nel loro improvviso crescendo dalla meschinità all’orgoglio, fino al triste e inevitabile declino, offre l’occasione di affrontare una lettura dal sapore classico e senza tempo.
Approfondimento
Il personaggio di Eduard Saxberger entrerà nei cuori di quanti decideranno di cimentarsi nella lettura di questo testo dallo stile impeccabile della narrativa di un’epoca passata, che ci ricorda Italo Svevo e il suo La coscienza di Zeno.
Perfino una persona mite come il personaggio di Eduard ha vissuto una gioventù in cui l’animo vibrava di passione, tanto da spingerlo a scrivere poesie così belle e intense da essere pubblicate, e scrivere un dramma teatrale che per molto tempo venne portato in scena. Ma il tempo passa, la vita quotidiana comincia a pesare con le sue priorità e l’ardore di Eduard via via si spegne fino a fargli scappare di mano lo slancio creativo. L’incontro con il giovane scrittore Meier e gli altri artisti del circolo letterario sembra offrirgli una seconda occasione, ma, dopo un iniziale illusione, Eduard si renderà conto che c’è un tempo per ogni stadio della vita e la ricerca di una “fama tardiva” lo porterà a tirare fuori il peggio di sé, una vanità e un orgoglio che prima non conosceva, il desiderio di “farsi prezioso”, che sfocerà alla fine nell’apparire agli occhi degli altri come un “povero diavolo”.
I protagonisti di Fama tardiva sono magistralmente costruiti, come pure le ambientazioni; pare di sentire “il brusio, l’odore di fumo e birra” del caffè sede del ritrovo letterario; sembra di vivere le atmosfere di fermento dei circoli letterari degli “scapigliati” dell’epoca, dove ogni idea artistica diventava un grande ideale da abbracciare, fuori dai luoghi comuni, “discosti dalle vie maestre”. Commovente l’unico personaggio femminile presente, la signorina Gesteiner, dalla bellezza sfiorita, l’attrice non più giovane, ma che ancora rincorre qualche presenza sulle scene di seconda mano, la quale si commuove sinceramente leggendo le poesie di Eduard, al punto di versare qualche lacrima. Presa dal trasporto del momento bacia le mani di Eduard, ma l’unico desiderio che lui sente affiorare dentro di sé è quello di ritrarre la mano da quella sensazione umida. Anche per l’amore che lo spinse anni fa a scrivere i suoi versi… non è più tempo.
Francesca Balacco