Autore: Irène Némirovsky
Pubblicato da Adelphi - Gennaio 2013
Pagine: 240 - Genere: Classici
Formato disponibile: Brossura
Collana: Gli Adelphi
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È la storia di Ada Sinner, nata e cresciuta all’inizio del 1900 a Kiev nella città bassa, quella degli ebrei poveri. Emigrata a Parigi viene espulsa dalla Francia a causa dei loschi affari portati avanti dal marito Ben.
I cani e i lupi viene pubblicato nel 1940 con il titolo francese Les chiens et les loups a Parigi ed è l’ultimo libro scritto da Irène Némirovsky. La protagonista è Ada Sinner, la quale vive con il padre e il nonno nel ghetto ebraico di Kiev. Il padre appartiene alla congrega dei maklers, gli intermediari, il tipico trafficone ebreo che vende e compra qualsiasi cosa. Fra la città alta, dove vivono gli ebrei benestanti che grazie al potere del denaro sono riusciti a emanciparsi in mezzo ai gentili, e il ghetto, dove vive Ada, non esiste alcun rapporto se non il disprezzo degli uni (che vedono come il peggiore dei mali la possibilità di ricadere nel ghetto) e l’invidia degli altri. Durante uno dei Pogrom che sconvolgono il ghetto, un’impaurita e sudicia Ada condurrà il cugino e compagno di giochi Ben nella città alta, dove troverà il coraggio di chiedere rifugio ai Sinner ricchi, lontani parenti e ricchi banchieri ebrei. Qui incontrerà il piccolo Harry Sinner, suo coetaneo ma vestito di seta, e ne rimarrà incantata. Molti anni dopo il destino li farà rincontrare a Parigi, dove si erano trasferiti alla ricerca di un futuro migliore. Sebbene provenienti da mondi diversi ed entrambi si siano sposati per stabilizzare la loro posizione nella nuova società francese, la misteriosa attrazione che lega Ada e Harry li porterà a innamorarsi fino a lasciare i rispettivi compagni. Ma la brama di potere e di una vita vissuta ai limiti renderà Ben un pericolo per entrambi. Sempre in viaggio come i suoi antenati, Ben allarga a dismisura gli interessi della banca, facendosi coinvolgere in affari internazionali che finiscono per travolgerlo e coinvolgere Harry e Ada. Ada rinuncia all’amore per salvare Harry supplicando la moglie e promettendo di sparire per sempre, mentre Ben scapperà in America Latina dove continuerà con i suoi loschi traffici. Ada si trasferirà in un piccolo paese dell’Europa orientale, e in un hotel, assistita da uno studente in medicina e da una levatrice improvvisata, partorirà il figlio di Harry. Finalmente sente di appartenere a qualcosa, sente di poter pronunciare “noi”.
“La pittura, il bambino, il coraggio. Con questo si può vivere più che bene” conclude Ada.
Approfondimento
Non avevo mai letto niente di Irène Némirovsky e la vicenda raccontata ne I cani e i lupi è descritta con tale trasporto da rendere evidente una sua partecipazione personale. I personaggi principali sono caratterizzati da uno stato d’animo tribolato e mai soddisfatto, malinconici e destinati alla solitudine. Il peso della società e l’ineluttabilità del destino sono al centro della narrazione, il concetto dell’importanza del denaro e della posizione sociale tra gli ebrei permea tutto il romanzo e guida i personaggi a compiere le loro scelte, anche a costo di sacrificare se stessi. Leggendo questa storia mi sono sentito trasportare nel ghetto ebraico, nella Parigi dalla duplice faccia. Irène Némirovsky ha una potenza descrittiva fuori dal comune, e questo libro lascia una testimonianza “oculare” delle radici profonde degli ebrei orientali che, nonostante il denaro e le conoscenze, rimangono comunque vincolati ai legami di sengue che non possono essere sciolti nemmeno dall’amore. Un estratto che riassume tutto questo è lo sfogo di Ben verso Harry:
“Non siamo in un ghetto dell’Ucraina qui!”
“Eppure è da lì che vieni, come me, come lei! Se sapessi quanto ti odio! Tu che ci guardi dall’alto in basso, che ci disprezzi, che non vuoi avere niente in comune con la marmaglia giudea! Lascia passare un po’ di tempo! Presto ti confonderanno di nuovo con quell’ambiente! Tornerai a farne parte, tu che ne sei uscito, che hai creduto di liberartene!”.
I cani e i lupi è un romanzo da leggere con attenzione che consiglio anche a chi non è un amante del genere
Pietro Ferruzzi