
Autore: Stefano Sgambati
Pubblicato da Mondadori - Luglio 2020
Pagine: 204 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri
ISBN: 9788804687603

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
🎬 La video recensione su Youtube
“Cosa conta la mia opinione? Io non conto, non conto niente. Contano gli altri, conta l’attore, conta chi rappresento. Io sono solo un pasto da divorare"

Fama, denaro, bellezza. Quante volte ci sarà capitato di provare invidia di fronte a quei volti perfetti ammiccanti dalla copertina patinata di qualche rivista? O di chiederci se veramente la felicità consiste nel camminare per le strade, o sulle passerelle, assaltati dai flash delle macchine fotografiche e accompagnati dai gridolini di ammirazione dei fan?
Daniel William King risponderebbe di no, direbbe che lui non sa cosa voglia dire essere felici, non si ricorda neanche più bene cosa significhi “essere”. L’immagine perfetta che gli viene incollata addosso in ogni istante è solo il risultato di un grande flusso di denaro sul quale, ormai, naviga alla deriva. La sua vita non gli appartiene più, il suo corpo è solo a servizio di interessi che ormai sono scissi dai suoi, di uomini che lo hanno comprato chiedendogli di rinunciare a sé. Sono solo delle belle vetrine addobbate lui e sua moglie; quella donna un tempo l’aveva amata, ora?
Non esisteva niente di spontaneo nella loro vita, non più. Nemmeno loro stessi, il loro esistere. Solo ordini. Ordini dall’alto…Loro due non erano niente. Erano rami d’azienda. Erano una holding. Due nomi separati da una “e” commerciale.
Si guarda intorno: la finzione continua anche oltre la sua maschera di ossa e sangue. In quel ristorante rinomato, dove gli viene concesso un tavolo d’onore, tutto sembra costruito sulla falsità a partire dal proprietario, il famoso chef stellato Franco Ceravolo, che ormai passa più tempo in tv che in cucina.
Una donna vestita come sua moglie per un attimo attira la sua attenzione: ma no, non è lei, questa ancora si stupisce, le sue espressioni non sono state ideate a tavolino da qualche manager.
Una coppia male assortita occupa un altro tavolo. Sono padre e figlia? Certo il vestito della ragazza è un po’ troppo stretto per contenere tutto quell’ammasso di carne ben distribuita che tende a venir fuori al minimo movimento compiacendo occhi affamati.
L’unica nota di spontaneità in quel ristorante-vetrina proviene da una tavolata un po’ in disparte dalla quale schiamazzi fuori luogo fanno voltare molte teste. Gli occupanti, senza minimamente preoccuparsi di quello che hanno intorno, proseguono tranquillamente il loro pasto, mettendo in imbarazzo il maître di sala: probabilmente sono imparentati.
Daniel ora però ha bisogno di staccarsi da tutto questo, deve respirare aria diversa. Si alza per andare in bagno seguito a vista da tutta la macchina organizzativa che non lo perde d’occhio un minuto. In bagno sarà finalmente solo, a tu per tu con il suo Io…chissà per quanto ancora Lui deciderà di immolarsi a favore del nulla.
Approfondimenti
Ho lasciato passare qualche giorno prima di scrivere la recensione dopo aver terminato questo libro. Credo che già questo di per sé significhi che lo scrittore abbia colto nel segno. D’altronde quello che si vuole quando si scrive un libro è arrivare al lettore, e per farlo bisogna suscitare in lui qualcosa. Cos’ha suscitato in me? Amarezza, tristezza, rabbia, rifiuto, compassione.
Io che sono amante delle semplicità, della spontaneità, non riesco a concepire un mondo dove gli esseri umani si trasformino in una sorta di macchina creata per rendere falsamente reali i sogni di perfezione altrui. Come si può vivere rinunciando a sé stessi? Per cosa poi? Per il denaro? E che cosa ce ne facciamo dei soldi se alla fine ci rendono schiavi di altri? Dov’è la libertà?
L’insoddisfazione, la sofferenza di Daniel King, come quella di tutti gli altri personaggi, sono rese benissimo dall’autore che peraltro, cosa sicuramente da rimarcare, è un maestro nell’arte dello scrivere. Poche volte leggendo un libro mi sono meravigliata come stavolta per il ricchissimo lessico utilizzato.
Il quadro perfettamente dipinto da Stefano Sgambati mette in evidenza tanti aspetti negativi dell’essere umano di oggi. avrei voluto anche solo un raggio di luce in mezzo a tutto quel buio che è riuscito a ricamare.
Il passare velocemente da un personaggio all’altro, dal presente al passato, crea in certi punti un po’ di confusione, forse voluta apposta per far sprofondare ancora più il lettore nel pozzo della disperazione in cui essi si trovano immersi.
Nonostante la grande angoscia che Stefano Sgambati è riuscito a far emergere in queste righe non posso che riconoscere il suo grande talento nel maneggiare le emozioni, talento che merita almeno 4 stelle anche se, visto tutto il buio che ci ha inserito, credo fatichino un po’ a brillare.
Aira Ria