Autore: Harper Lee
Pubblicato da Feltrinelli - Novembre 2019
Pagine: 352 - Genere: Romanzo di formazione, Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Universale economica
ISBN: 9788807892790
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Nella contea di Maycomb, in Alabama, attraverso la voce della acutissima Jean Louise (Scout), figlia di nove anni dell’avvocato Atticus Finch, sfilano una carrellata di personaggi singolari, magistralmente caratterizzati, sullo sfondo del processo per stupro di un ragazzo afroamericano, la cui innocenza non può cambiare la sua sorte in un paese così fortemente pervaso dal razzismo.
“Se non dovresti difenderlo, allora perché lo fai?”
“Per molte ragioni,” disse Atticus. “La principale è che se non lo facessi non potrei più girare a testa alta, non potrei rappresentare la contea dell’assemblea legislativa, non potrei neanche più dire a te di fare qualcosa.”
Il buio oltre la siepe è ambientato agli inizi degli anni ‘30, nel profondo sud degli Stati Uniti, in un periodo non lontano dalle aggressioni del Ku Klux Klan. Così quando Atticus Finch, padre di Scout e Jem, uomo democratico e con saldi principi morali, decide di difendere Tom Robinson accusato di stupro, tutta la contea si schiera contro di lui e contro i suoi figli.
Il processo mette a nudo l’ipocrisia della società dell’epoca, in cui i bianchi sono totalmente identificati con il loro pensiero razzista contro i neri, i quali non hanno scampo di fronte a una legge fatta dai bianchi per mantenerne inalterati i privilegi e lasciarli impuniti, se c’è un nero che può addossarsi le loro colpe.
Ma il processo contro questo ragazzo afroamericano e la dura accusa al pregiudizio di razza che Harper Lee fa trapelare attraverso l’alto profilo morale di Atticus, sono solo una parte di questo romanzo, caposaldo della letteratura mondiale.
Coesistono infatti due linee narrative: la seconda dà vita alle vicende di Scout e di suo fratello maggiore Jem, alle loro scorribande estive alla caccia di del fantomatico Boo Radley, alla loro intramontabile amicizia con Dill, il ragazzo orfano e sensibile che si fida dei suoi amici come solo a quel l’età si può fare. Ed ecco che alle vite di questi ragazzi si mescolano quelle dei memorabili personaggi del romanzo, visti attraverso gli occhi di Scout, questa bambina di neanche nove anni che è più in gamba di molti degli adulti della sua contea.
Scout questa è una cosa troppo da grandi per te, no?” “Assolutamente no, conosco ogni parola che dici.”
Approfondimento
…prima di vivere con gli altri, io devo vivere con me stesso.
È cosa nota che questo libro valse all’autrice il premio Pulitzer nel 1960, stesso anno della sua pubblicazione.
I temi trattati sono ancora attualissimi: il razzismo, esacerbato fino al ridicolo, la gretta mentalità delle piccole comunità di persone che vivono ripiegate su loro stesse, la paura del diverso. Tutto messo in duro contrasto con la moralità delle persone perbene, con l’etica innocente dei bambini, con la semplicità delle persone umili. C’è poi la voglia e la paura di crescere, di diventare grandi, e la naturalezza di farlo guidati dalla mano sicura e gentile di un genitore premuroso e amorevole.
La prosa è scorrevole ma ricercata, con una sottigliezza nello scegliere le parole che ho trovato molto precisa, mai tirata via. I dialoghi sono il punto di forza della narrazione, riuscendo a fare ciò che ci si aspetta dai dialoghi dei grandi romanzi: caratterizzare i personaggi, i loro stati d’animo, la loro intimità più profonda, con poche pennellate senza inutili giri di parole.
Il buio oltre la siepe è un libro che tratta tematiche crudeli con grande sensibilità senza mai essere pesante, piuttosto sempre avvincente. È una ventata di aria fresca in tanta letteratura di bassa lega, che soprattutto e mai come oggi i giovani dovrebbero leggere perché ci fa venir voglia di rivendicare il nostro diritto di essere considerati persone per bene, in una società in cui scegliere di applicare l’etica e i valori morali diventano un preciso atto di volontà giorno dopo giorno, perché troppo spesso sarebbe più semplice lasciarsi trascinare dalla corrente del pensare comune.
Monica Saliola