Autore: Widad Tamimi
Pubblicato da Mondadori - Giugno 2020
Pagine: 384 - Genere: Autobiografico, Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I miti
ISBN: 9788804726609
ASIN: B0093U7KUQ
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Il caffè è un punto fermo nella vita di Qamar: espresso e vigoroso come lo beve la madre, ingentilito da un goccio di latte come piace al suo compagno, oppure fatto bollire tre volte, amaro e profumato di cardamomo, come ha imparato a berlo in Giordania.
Da sempre Qamar è in equilibrio tra due mondi, ma lo ha scoperto solo il giorno del suo quattordicesimo compleanno. Fino ad allora, ha trascorso felicemente gli inverni in Italia e le estati in Giordania, ospite della famiglia musulmana del padre. Nella Grande Casa sulla collina ha ascoltato la nonna raccontare favole da Mille e una notte, gustando, insieme alla lingua paterna, i sapori speziati della cucina mediorientale; sul terrazzo accarezzato dai raggi dell'ultimo sole ha incontrato il suo primo amore. Finché, al compimento del quattordicesimo anno, è diventata ufficialmente donna. Sottratta a ogni contatto promiscuo, costretta a una improvvisa separazione dagli amici, Qamar deve confrontarsi con le differenze profonde tra le due culture di cui è figlia.
“C’è un mondo ideale che sta troppo in alto, e uno reale che ti riempie di delusioni. Riconciliarli è possibile. Basta vivere, accettare la vita e viverla. A ognuno il suo destino, nella speranza che vederlo svolgersi sia una sfida piacevole ogni giorno.”
«Le difficoltà in una coppia arrivano sempre, bisogna lasciarle sedimentare», fa una pausa. «L’amore come il caffè!»
Qamar si sente da sempre divisa, come divisa è la sua identità: nata nella frenetica Milano da padre giordano e madre italiana, è indiscutibilmente figlia della cultura nella quale è cresciuta, ma fino ai quattordici anni passa ogni estate in Giordania. Nel deserto arido e dorato impara a conoscere un mondo assai diverso da quello dei suoi inverni, ma che la culla e le regala momenti indelebili nella mente: i giochi a piedi nudi tra le strade e la polvere, la Grande Casa, le monetine di baba e gli abbracci di teta. Ma anche la dolcezza di Leila, gli occhi di Yousef e, soprattutto, il caffè delle donne, che è il momento di raccoglimento delle donne di casa durante il quale i segreti del futuro vengono a turno svelati.
L’estate dei suoi quattordici anni, però, cambia tutto. È infatti l’ultima che passa nel deserto: Qamar lascia che la sua vita scorra lontano da Amman, cresce in Italia, trova un lavoro e costruisce una relazione stabile con Giacomo, punto fermo della sua vita. Si lascia alle spalle la metà esatta della sua identità per anni, fino a quando un evento traumatico non la porta a fare i conti con la sua frammentarietà: subisce un aborto spontaneo, come le era stato predetto, proprio nell’estate dei suoi quattordici anni, durante la lettura del caffè.
Inizia allora un ulteriore viaggio che Qamar intraprende per riconciliarsi con quella ragazzina in Giordania che è stata e che per tanti anni ha messo a tacere, per riconciliarsi con la Qamar di oggi che fatica ad accettare e per finalmente far pace con le ombre del suo carattere e le difficoltà.
La voce narrante de Il caffè delle donne, Qamar, è egocentrica ed egoista, umanamente parlando: non è una cattiva persona, ma fatica ad accettare un mondo diverso da quello che lei spera per sé e ogni volta che la realtà non rispecchia le sue aspettative, crolla e scappa. Sono le crisi di Qamar a segnare i punti di svolta nel romanzo, sono le crisi di Qamar a mescolare le carte nell’energia caotica di questo personaggio così fragile e così duro allo stesso tempo. Qamar è in perenne viaggio, un viaggio interiore che si dirama in due diverse direzioni: uno è quello che segue il flusso di ricordi indelebili e dolcissimi, l’altro è invece un viaggio nell’interiorità che si affaccia alla vita di tutti i giorni e cerca risposte agli eventi che accadono. La sua voce racconta le estati di un luogo idealizzato dall’infanzia e la quotidianità dei suoi trent’anni nella grigia Milano, che sembra toglierle molto: la sua identità e il bambino che porta in grembo. La necessità di ritrovarsi integra la porta a mischiare ancora una volta le carte, lasciare il suo compagno e partire di nuovo per la Giordania, salvo poi scoprire che la risposta non è fuori, ma dentro di sé: dovrà affrontare le sue fragilità per essere pronta ad accettare la vita e donarla a sua volta.
Approfondimento
Romanzo di esordio di Widad Tamimi, con forti componenti autobiografiche, Il caffè delle donne è un misurato dialogo tra passato e presente della protagonista: attraverso flashback sapientemente inseriti nel testo, la scrittrice presenta al lettore due realtà, quella del presente e quella del passato, mostrando come la sua protagonista si destreggia tra queste. La scrittura è profonda e intima, come se il romanzo fosse stato scritto per fare pace con sé stessa e forse è così, forse la scrittura in questa opera funge da catarsi per l’autrice stessa.
Ciò che resta al lettore, comunque, è l’esperienza di un viaggio pieno di sensazioni così ben descritte da risultare quasi reali, ma soprattutto l’esperienza di un viaggio interiore che fa male ed è difficile da sostenere, ma non per questo meno doveroso e, senza dubbio, bellissimo da scoprire.
Silvia Rodinò