Autore: Francesco Formaggi
Pubblicato da Neri Pozza - Marzo 2017
Pagine: 302 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: I narratori delle tavole
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Nell’Italia contadina del dopoguerra, Pietro, un bambino di sei anni, vive in miseria con i suoi genitori contadini. La casa dove abitano cade a pezzi. Un giorno, a portarlo via da lì, si presenta un uomo enorme. È l’ispettore dello Stato incaricato di condurlo in un collegio gestito da suore. Uno di quei collegi orribili di fianco al quale si nasconde una fossa comune, dove vengono occultate le salme dei bambini morti di stenti o maltrattamenti.
Il cortile di pietra di Francesco Formaggi è la storia di Pietro, bambino di sei anni figlio di una famiglia indigente, che nell’Italia del dopoguerra viene portato in collegio. Il posto si rivela un inferno: sporco, freddo, vecchio e le suore che lo gestiscono sono severe, indifferenti ai bisogni dei bambini, pronte a infliggere punizioni e cinghiate e a rinchiuderli nella torre buia. Nel refettorio, silenzioso e cupo, viene servito cibo rancido, ma chi prova a lamentarsi o a protestare resta a digiuno. Per sopravvivere agli orrori del collegio, Pietro stringe amicizia con Mario, un ragazzino sveglio e intelligente, che le suore chiamano ‘la peste’ e che, più di una volta, ha tentato la fuga. Mario, a causa delle continue percosse, un giorno si ammala gravemente e Pietro per salvarlo farà di tutto, dimostrando un enorme coraggio.
Francesco Formaggi, dopo aver letto cosa era emerso in Irlanda, precisamente a Tuam, dove è stata trovata una fossa comune vicino un collegio gestito da suore, si rende conto che una delle storie inserite nel romanzo raccontava proprio di seppellimenti di corpi di bambini morti per stenti o botte. Inizia così la sua ricerca di fatti realmente accaduti che raccontano di ritrovamenti di corpi o scheletri nei pressi di collegi in Italia. Le vicende narrate ne Il cortile di pietra sono anche autobiografiche: sia Francesco, infatti, che una sua amica, Clotilde, hanno trascorso un periodo in collegio, avendone segnata la vita.
Francesco Formaggi in questo secondo romanzo denuncia con forza quei luoghi deputati dove finiscono i bambini poveri e/o orfani con la certezza di crescere, mangiare, sopravvivere e invece spesso luoghi di abusi, sevizie, di privazione e di morte. A raccontare la storia e presentarci i personaggi, quasi tutti adulti anaffettivi e malvagi, è proprio Pietro che con gli occhi di un bambino solo, pieno di paure, privato di ogni bisogno, mantiene sempre quell’innocenza e quel disincanto tipico appunto dei bambini. Una storia che spezza il cuore ma che al contempo lascia spazio alla speranza, a una vita futura migliore che Pietro, di fatto, grazie ad alcuni veri amici, Tommaso e suo padre Leo, vedrà realizzata.
La forza di Pietro e Mario vince la miseria e i maltrattamenti, supera i silenzi e gli strani rumori, sconfigge la malattia e la morte, colora i ripostigli bui e i nascondigli pericolosi, trasforma un luogo di sopraffazione in un luogo di esperienze, di incontri, di creatività. La morte è un costante del romanzo e fa paura ma è solo fisica ed è legata a quella fossa di cui tutti parlano ma di cui Pietro non ne capisce il significato.
Approfondimento
Il cortile di pietra è un romanzo coraggioso scritto con profonda sensibilità che ha alcuni temi fondamentali: l’amicizia tra Pietro e Mario che gli permette di sostenersi, tra Tommaso e Pietro che diventa fratellanza; la genitorialità tra Pietro e suo padre (a cui volutamente l’autore non dà un nome) puro legame biologico, tra Pietro e Leo una profonda affinità affettiva. A riprova come dice lo stesso autore che per un bambino è fondamentale l’amore ed è molto più importante chi si prende cura di te mostrandoti affetto.
Chiuse gli occhi. «Siamo scappati, ce l’abbiamo fatta, siamo forti». Sorrise, ebbe un colpo di tosse. «Siamo proprio forti. Sai che nessuno era mai scappato dal collegio?» Pietro era seduto accanto al fuoco, fece di no con la testa e la abbassò. Era spaventato, e si accorse di provare per Mario un affetto così grande da non riuscire più a contenerlo.
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