
Autore: Viet Thanh Nguyen
Pubblicato da Neri Pozza - Marzo 2021
Pagine: 432 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Bloom
ISBN: 9788854514133
ASIN: B08WJJSG7K

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Rifarsi una vita fuggendo dal Vietnam e cominciando da Parigi, la capitale della grande Francia che ha a lungo intessuto rapporti privilegiati con l’Indocina. Vo Dah, il simpatizzante del regime comunista, dopo gli anni di esilio forzato negli Stati Uniti, approda nella Parigi degli anni ’80, come uno straniero qualunque. È visto con sospetto, fin dal momento in cui sbarca all’aeroporto: in fondo si tratta dell’ennesimo orientale arrivato ad allungare la lista dei perditempo, alla ricerca di un qualunque rilancio sociale. Ma Vo Dah ha un compito e una missione differente. Intanto grazie alla sua zia, che poi non è sua zia!, ha un posto fisso dove dormire e dove poter iniziare la scalata insieme all’inseparabile Bon. Si mette al servizio del Boss e si dedica al mercato della droga: il modo migliore per penetrare nelle arterie segrete della megalopoli dove tutto si incontro, tutto si intesse. Infatti Vo Dah, il Capitano, in un crescendo di esperienze, non sempre gradevoli, non sempre sicure, continua a raccogliere informazioni, continua a recuperare notizie, continua a fare quello che ha sempre saputo fare magistralmente: la spia comunista.

Scritto a metà fra il surreale e il grottesco, Il militante è il secondo episodio della spy story iniziata con Il simpatizzante, del 2016, esordio choc da Premio Pulitzer per lo scrittore vietnamita Viet Thanh Nguyen naturalizzato statunitense, che lascia l’ambiente orientale e quello americano per approdare nel vecchio continente. Fin dalle prime righe l’autore ci tiene a non essere banale: dopo il prologo tragicomico che richiama i barconi della speranza dei migranti, l’ambientazione nel melting pot parigino permette una fine e attenta critica degli stereotipi del mondo occidentale. Abbandonati sono in parte gli intrighi politici, o meglio, quelli strettamente legati alla vita dei campi di tortura vietnamiti, il Capitano vive, e fa vivere al lettore, un’analisi attenta della società razzista e complicata, riletta con una lente distorta fra la filosofia e il pulp, fra i grandi affreschi degni dei grandi romanzieri russi, e l’adrenalina dei film di Luc Besson e Mathieu Kassovitz.
Viet Thanh Nguyen si appropria cioè di un punto di vista privilegiato, quello dello straniero che racconta l’occidente, senza infangarlo, ma senza neppure risparmiarlo dalla narrazione di tutti i suoi peccati. Il calembour di personaggi creati per l’occasione è una vera chicca narrativa: non ce n’è uno che sia meno degno di un altro per raccontare da solo un pezzo della varia umanità che aleggia nell’Europa esplosiva e distratta degli anni ’80, quando tutto sembrava davvero possibile e realizzabile, perché semplicemente concepibile.
Approfondimento
La storia è la narrazione di un morto, in perfetto stile cinematografico, tutta intessuta di flashback e di ricordi, mescolati con anticipazioni irriverenti e considerazioni tanto ciniche quanto sarcastiche. Pur essendo un secondo episodio, può essere letto autonomamente senza ricorrere al prequel.
Sarebbe perfetto se non fosse eccessivamente surreale, ma forse per alcuni sta proprio in questo crescendo esagerato, il gusto della narrazione. L’alternarsi di ritmi differenti a volte può essere un bene per il lettore, altre una pura manifestazione di retorica. Ma il tutto, nel suo insieme, fa del romanzo di Viet Thanh Nguyen un libro godibilissimo, da leggere quasi tutto d’un fiato.
Massimiliano De Conca