
Autore: Pat Barker
Pubblicato da Einaudi - Settembre 2022
Pagine: 328 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Stile libero big
ISBN: 9788806251628
ASIN: B0BBQS6Z1W

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All'ombra delle rovine di Troia, saccheggiata e devastata, i greci aspettano di ritornare con il bottino di guerra, inclusi prigionieri e donne. Le troiane, dopo il lutto, cercano vendetta. Questa nuova rilettura del mito classico segue "Il silenzio delle ragazze". I greci, trionfanti, bramano il ritorno, ma gli dèi, indignati per l'oltraggio a re Priamo, ritardano il vento verso l'Egeo. Vicino alla città saccheggiata, rimangono con le donne catturate. Tra loro c'è Elena, oggetto di contesa; Cassandra, scettica verso le profezie; Amina, decisa a riscattare il suo re; Ecuba, ribelle e vociferante; Briseide, incinta del figlio di Achille. Alleate e sfruttando le rivalità maschili, perseguono la vendetta.

«Noi donne siamo strane creature. Tendiamo a non amare chi ci ammazza la famiglia.»
La città di Troia ormai è distrutta, saccheggiata, depredata. L’espediente del cavallo di Troia era stato fondamentale per le sorti della battaglia. Troia era morta, non era rimasto più nessuno. Tutti uccisi e chi era sopravvissuto, reso schiavo. Stessa sorte, se non peggiore, era toccata alle donne, bambine, giovani, anziane, divenute bottino di guerra e ora proprietà esclusiva dei greci vincitori.
La guerra era ormai vinta, il nemico era stato sconfitto, Troia rasa al suolo… perché allora i Greci tardavano il loro ritorno in patria ed erano intrappolati in quello che prima era il campo nemico? Cosa era accaduto? Perché gli dèi erano infuriati?
Pirro, il figlio di Achille, dopo aver ucciso il re Priamo, non aveva dato a lui la giusta e degna sepoltura. Il suo corpo era stato profanato.
La sepoltura per l’antica Grecia era, insieme all’ospitalità, sacra. Era uno dei cardini della loro società, era qualcosa da cui nessuno poteva esimersi.
Achille, seppur nemico di Priamo e seppur famoso per la sua ira, quando Priamo si era presentato nella sua tenda a richiedere la restituzione del corpo del figlio Ettore, affinché potesse dargli una degna sepoltura, non si era opposto. Achille aveva accolto Priamo con tutti gli onori che necessitava un re; gli aveva offerto del cibo e persino un giaciglio su cui dormire. Achille e Priamo erano nemici ma l’ospitalità era sacra.
Ecco perché i Greci erano intrappolati sulle spiagge troiane, gli dèi erano infuriati, il comportamento di Pirro era stato disonorevole. Il corpo di Priamo avrebbe dovuto ricevere una sepoltura con tutti gli onori funebri che ne conseguivano, ma Pirro era contrario. Era necessario convincerlo. Durante questa lunga attesa, aspettando il buon vento dell’Egeo, si svolgono le vicende dei vincitori ma soprattutto delle vinte.
Pirro aveva ucciso Priamo. Il suo racconto sull’accaduto era tutt’altro che vero, le cose non erano andate come le raccontava. In pochi avevano visto come si era davvero svolto il duello e Pirro cercherà di mettere a tacere chiunque oserà contraddirlo.
Pirro è poco più che un ragazzino. È però il figlio di Achille, dell’invincibile e valoroso Achille. Tutti si aspettano molto da lui. Il confronto con il padre è qualcosa di inevitabile. Deve e vuole essere all’altezza di suo padre, ma sarà difficile, tremendamente complicato.
Nel volerlo emulare, peccherà di superbia, di violenza, di incoscienza, di tracotanza. Per nessuno sarà in grado si seguire le orme del grande Achille. Lui sarà il primo a non crederci. Il confronto con suo padre lo tormenterà. Non avrà rispetto per nessuno, le sue schiave saranno solo oggetti di attimi di piacere, non ha emozioni, non ha sentimenti, non prova affetto per nessun essere umano…
Le storie, riflessioni e i pensieri delle troiane si alterneranno con quelle di Pirro… il carnefice e le vittime. I pensieri e le azioni di Pirro saranno però solo un intervallo nella narrazione. Le vere protagoniste saranno le donne.
La voce narrante di Il pianto delle troiane è quella di Briseide, della schiava dell’eroe per eccellenza, del valoroso e impavido Achille, ormai morto. In grembo Briseide porta il figlio dell’eroe. Affidata ad Alcimo, su volontà di Achille, è tra le preferite. È l’unica donna che viene rispettata e che possiede un benché minimo di libertà. Insieme alle altre schiave cercherà di trovare conforto. Tutte hanno subito violenze, soprusi, ingiustizie. Hanno visto morire i propri uomini, padri, mariti, figli. Vorranno vendetta.
Oltre a quella di Briseide, tante sono le voci delle donne.
Amina, schiava silenziosa e schiva, pronta a rischiare persino la sua vita per dare la degna sepoltura al suo re;
Andromaca, triste, devastata e provata dalla perdita del marito e del figlioletto, a stento riesce a sopravvivere;
Ecuba, la regina, distrutta dalla morte del suo re Priamo, e preoccupata per le sorti della figlia Cassandra, oramai considerata da tutti pazza per le sue profezie;
Elena, la donna prima contesa tra due popoli, adesso tanto odiata da tutti, dai vinti e dai vincitori. Su di lei sente il peso della guerra. È stata la causa della morte di tante persone e della distruzione di un intero popolo. Adesso non le rimane che accettare la sua condizione di moglie sottomessa e maltrattata.
Le troiane sono tutte donne unite dallo stesso dolore, dalla medesima situazione. Cercheranno vendetta, vorranno giustizia, cercheranno di far sentire la propria voce…a tutti i costi.
Approfondimento
La scrittrice Pat Barker in Il pianto delle troiane rivisita uno dei grandi miti del passato: la guerra di Troia. Lo fa in un modo insolito. Non dà voce agli eroi, ad Achille, a Menelao, ad Ulisse, a Priamo, agli uomini che hanno combattuto una delle guerre più memorabili della storia, ma alle donne, alle donne troiane rese schiave, divenute merce di scambio e proprietà dei greci vincitori. Quelle donne stremate nel corpo e nell’animo, rese schiave e completamente soggiogate al volere degli uomini, non sono scese in campo a combattere la guerra, ma è su di loro che sono ricadute le conseguenze, le azioni e gli orrori degli uomini.
Per loro la guerra non è finita, sono quasi invisibili, ma non sono morte, esistono e devono cercare di sopravvivere. Dovranno combattere ogni giorno una lotta interiore, riuscire ad andare avanti, servire e sottostare al volere degli uomini… crescere i figli concepiti dalla violenza dei loro nemici, accudirli e persino tentare di amarli… avere coraggio, quel coraggio che solo le donne possono avere.
Simona Signoriello