Autore: Franco Forte
Pubblicato da Mondadori - Gennaio 2023
Pagine: 732 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Omnibus
ISBN: 9788804703006
ASIN: B0BQ1RV43Y
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Nel Natale dell'800, il Papa incorona Carlo Magno, primogenito dei Carolingi, come nuovo imperatore del Sacro Romano Impero. Ma la strada per il trono è stata segnata non solo da trionfi, ma anche da intrighi e complotti. Franco Forte ricostruisce in forma di romanzo la vita di Carlo, dalle origini all'ultimo respiro, caratterizzata da successi, amori, dubbi e dolorose perdite. Tuttavia, rimane un mistero ciò che accadeva nella mente del grande condottiero mentre si preparava a regnare. Quali erano i suoi sogni e i suoi incubi? Solo la storia e la nostra immaginazione possono rispondere.
Carlo lo aveva fatto per tutto il tempo in cui il papa aveva celebrato messa, recitata nella lingua che sapeva essere la più vicina a Dio: il latino. Aveva mantenuto il massimo contegno possibile, ma ora le sue ginocchia urlavano per il dolore, e tutto il suo corpo protestava per quell’immobilità forzata. Si voltò verso il padre, e lo vide inginocchiato con la schiena dritta, le mascelle serrate, lo sguardo fisso sull’uomo che tra poco avrebbe celebrato la sua investitura di re dei Franchi e protettore della Santa Chiesa. E che darà a me la promessa del trono…
Carlo prima di essere riconosciuto come valoroso imperatore del Sacro Romano Impero è stato un fanciullo e uomo dotato di spirito combattivo, ma giusto, leale e sincero. Una figura se si può dire timorata di Dio, nonostante l’ardore militare e le vittorie realizzate in campo.
Franco Forte è riuscito nell’impresa di alleggerire la storia e le gesta di Carlo Magno, raccontandoci qualcosa di più del figlio, dell’uomo, del marito e del padre. Ne emerge una narrazione emozionante in cui persino le battaglie più complesse scorrono spoglie di arroganza marziale. Molteplici personaggi partecipano aggiungendo contributo e definendo la personalità di Carlo: il padre Pipino, la madre Bertrada, la cui figura accompagnerà con prepotenza il figlio, le diverse mogli da Ildegarda a Liutgarda, le concubine, i figli e le figlie, la sorella Gisela, frati come Frondino ed anche i papi che si succederanno alla sua crescita.
Conosciamo l’orgoglio e la sicurezza di Carlo, ma soprattutto la bontà verso gli avversari che con indulgenza ascolterà, come accade con Desiderio capo dei Longobardi e con Vitichingo e la figlia. Carlo prenderà decisioni dolorose come ripudiare la prima amata congiunta Imiltrude e i figli avuti da lei esiliandoli e allontanandoli, assecondare le scelte papali per non venir meno ai patti proferiti con la Chiesa, uccidere in ultimo il fratello Carlomanno, il traditore.
In tutta l’opera Karolus, che non spaventa per la mole, spicca l’amore verso il popolo dei Franchi e i propri affetti a tal punto da commuovere il lettore.
Hanno ucciso tutti… quelle parole non smettevano di bruciargli la pelle e l’anima, costringendolo a stringere i pugni con tanta forza da affondare le unghie nei palmi, fino a farli sanguinare. Avrebbe reso omaggio a Turpino con un funerale solenne, e avrebbe fatto declamare le gesta di Rolando dai più bravi cantastorie. Nessuno avrebbe più dimenticato quell’impresa, in attesa che lui potesse reclamare davanti a Dio il suo diritto a lavare con il sangue il dolore delle perdite
Carlo sopravviverà alla morte dei suoi più fedeli alleati, della sorella adorata e delle mogli, nonché di molti dei suoi figli, tutti attori più giovani di lui e in questa immensa tragedia si vergognerà di non riuscire a morire; arriverà al punto di combattere contro un cervo mastodontico e a sperare che i lupi sentano il sangue che gli cola dalle ferite per sbranarlo; ma anche questa volta Dio deciderà che non è il suo momento, anziano e malato di pleurite si trascinerà per altri giorni ancora.
Egli raggiungerà l’apice tanto ambito, obiettivo già della propria infanzia: superare il padre e diventare come e più di Cesare, imperatore del Sacro Romano Impero, incoronare il figlio superando egli stesso il papa che dopotutto non riconosceva pienamente come rappresentativo dell’autorità di Dio in terra.
Infine, Carlo resta dopotutto un uomo pulito, questo ci lascia il romanzo, nostalgia di un uomo privo di qualsiasi traccia del despota e del tiranno.
Carlo non è mai stato un avventore, ma un regnante pacifico che ha combattuto più che per la propria gloria unicamente per rivendicare i terreni della Chiesa; un eroe fedele che ha saputo amare chiunque abbia incontrato sulla propria strada.
Approfondimento
Uno degli aspetti che più ho amato è il sentimento epico di profondo affetto verso i figli, in particolare verso le figlie femmine che ci mostra Carlo come un vero padre, un padre che non fa alcuna differenza tra i consanguinei bensì fa qualsiasi cosa per non perdere la loro fiducia. Il racconto che inventò su due piedi per rassicurare sua figlia Berta del proprio amore è travolgente.
Carlo riuscì a scacciare qualsiasi inquietudine dal cuore della piccola dimostrandole di apprezzarne la lealtà e la tenacia al pari di quella dei fratelli. Lei avrebbe sorretto il padre come Arulia difendeva in battaglia il padre Nitardo.
Quando si allontanò, si rese conto che era la prima volta che parlava tanto a lungo con uno dei suoi figli, e si ripropose che non sarebbe stata l’ultima.
Nausicaa Baldasso