
Autore: Nicoletta Sipos
Pubblicato da Piemme - Gennaio 2023
Pagine: 362 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Audiolibro, Copertina Rigida, eBook
Collana: Storica
ISBN: 9788856690101
ASIN: B0BS22QLVN

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Provate a spiegare Hitler ad un bambino.
George CarlinI bambini ci guardano. Era un film di Vittorio De Sica del 1943. Certo la storia è profondamente diversa ma la sintesi è che, quello che noi facciamo, i nostri comportamenti, le nostre azioni sono sotto gli occhi dei bambini che direttamente o indirettamente ne subiscono le conseguenze e soprattutto ciò che vedono, come agiamo sono quello che gli insegniamo.
Heinrich è solo un ragazzino qualunque in una Germania che sta per cadere nel baratro della follia. I suoi occhi sono innocenti, curiosi e spesso perplessi. La grandezza del suo paese, i nemici da sconfiggere, l’essere superiori, una nazione che deciderà il destino del mondo, gli sembrano parole troppo grandi, aspettative che lui sente di non poter sostenere perché la sua vita è la sua famiglia. Una famiglia numerosa, caotica, dove regna l’amore su tutto. Questo sentimento che lo farà cresce e lo salverà in qualche modo dall’orrore e dalla catastrofe che sta per abbattersi su di lui e su chi ama.
Heinrich guarderà con franchezza, ponendosi spesso domande e dandosi improbabili risposte, su cosa ha significato davvero per milioni di tedeschi la Seconda guerra mondiale, nata da una ciarlata grandezza, passando per l’orrore e la paura, finendo in una rovinosa caduta. Un punto di vista nuovo, interessante che farà riflettere su quanto esista di giusto e sbagliato in tutti noi.

“Qui si devono giudicare le sue azioni, non le sofferenze degli ebrei, non il popolo tedesco o l’umanità, e neppure l’antisemitismo e il razzismo.
Hanna Arendt
Heinrich è un bambino della classe media tedesca. Ha sette anni è il maggiore di tre fratelli e vive con loro ed i suoi genitori in una casa vicino al mare. È l’estate del 1938 ed il mondo, che lui a malapena conosceva era destinato a cambiare per sempre. I suoi genitori sono due persone eccezionali, suo padre un onesto dirigente di un importante fabbrica tedesca e sua madre un’artista mancata che vede il mondo attraverso un velo dipinto di ottimismo. Lei è il centro dell’amore di questa casa rumorosa e unita.
Come ogni bravo bambino tedesco Heinrich obbedisce alle regole del Nazionalsocialismo. Parate, marce, inni, tutto quello che gli viene insegnato lui lo assorbe. Ma le cose a casa sono ben diverse da quello che vive fuori. Vati suo padre è un uomo buono, le regole razziali, l’odio, la crudeltà e la cattiveria non fanno parte del suo essere ed il bambino lo percepisce anche se tutto gli viene sussurrato perché la libertà di poter essere in disaccordo con il regime è morta da un pezzo.
La vita scorre serena, come poteva essere in quel periodo, ma ecco che all’improvviso il fragile equilibrio della loro vita viene infranto. Vati viene arrestato dalla Gestapo per un malinteso, la guerra scoppia all’improvviso, il mondo è in fiamme e la loro famiglia, che ne frattempo è aumentata, si ritrova travolta dalle necessità. In un paese che doveva dominare il mondo ci si ritrova senza cibo, acqua, beni primari e senza il capofamiglia.
Inizia così per Henrich e la sua famiglia un periodo durissimo fatto di fame, paura, fughe e separazioni che porteranno il bambino, mentre cresce, a valutare il mondo intorno a lui. Vivrà a fasi alterne dei momenti di orgoglio per la sua nazione, sarà fiero di essere tedesco, ma senza mai riuscire a capire davvero l’orrore che si cela dietro la dicitura generica di “nemico del Reich”.
Come milioni di altri tedeschi non avrà mai contatti veri e propri con gli ebrei, di cui sentirà solo parlare in seguito, non immaginerà mai, se non alla fine cosa siano davvero i campi di lavoro, i lager, perché anche se suo padre è stato imprigionato, più e più volte e gli ha raccontato la miseria ed il terrore, è troppo piccolo per capire la profondità della cattiveria umana.
Orami adolescente vivrà l’esperienza dell’invasione, della negazione al diritto stesso di esistere, paradossalmente lo stesso che il suo paese nel passato aveva negato ad altri, anche se in modo diverso. L’epilogo della sua vita e quello della sua famiglia sarà un risultato di sogni infranti, di delusioni e dolore ma anche di riscatto per una famiglia che non ha mai accettato il regime che gli era stato imposto ed ha pagato a caro prezzo la conservazione della propria umanità, stringendosi nell’amore reciproco e traendo forza dalla necessità di sopravvivere.
Approfondimento
Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso.
Hannah Arendt
La guerra di H è la storia immaginaria, forse non tanto, di un comune ragazzino tedesco all’epoca della Seconda guerra mondiale. Il suo punto di vista è prettamente quello di un bambino cresciuto all’esterno della sua famiglia nel mito dei nazisti ma che all’interno delle mura domestiche viene riportato alla realtà, gli ideali sono fumosi e non si capisce bene su cosa si basi questa presunta superiorità del popolo tedesco.
Nel libro si alternano personaggi molto reali, dai fanatici nazisti, che seguivano quel pensiero solo per dare sfogo alle loro frustrazioni, a quelli più equilibrati, che vedevano il marcio già all’inizio e cioè che quando una razza si professa migliorare di un’altra è il principio della fine.
Che l’intera Germania fosse colpevole è stato un fatto accettato da tutti, non si poteva credere che la gente non sapesse cosa accadesse davvero, era inaccettabile che milioni di persone fossero cancellati dalla terra senza che chi lo faceva non fosse a conoscenza della questione.
Ma l’argomento è molto spinoso. In questo libro Heinrich è solo un bambino travolto da eventi più grandi di lui, in balìa di mille voci che gli suggerivano tutto ed il contrario di tutto. Per questo motivo egli non capisce perché debba subire lo stesso trattamento che in parte i suoi compatrioti hanno inflitto, nel suo retaggio di adolescente resta ancora un barlume di fierezza che scomparirà con l’età adulta, quando finalmente capirà l’orrore di cui, a torto vista la sua età, si sentirà responsabile.
La guerra di H è un libro appassionante, scorrevole, che cattura l’attenzione e che apre la mente a mille domande, che fa riflettere e che porta un po’ di tristezza, perché anche tra mille anni, la storia dell’uomo, sarà sempre segnata da questo periodo che ha decretato la fine dell’umanità come la conoscevamo allora.
Antonella Flavio