Autore: Patrizia Emilitri
Pubblicato da Tea - Luglio 2022
Pagine: 208 - Genere: Romanzo di formazione, Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narrativa Tea
ISBN: 9788850260737
ASIN: B0B5XQ6VS4
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Piero Viganò torna, dopo molti anni, a Mogliasca in Lombardia. Man mano che il paesaggio e il paese stesso diventano sempre più familiari ai suoi occhi, parallelamente inizia a farsi strada la memoria di un tempo che bussa prepotentemente alla sua mente. Ecco allora che la storia individuale diventa la storia collettiva di una comunità, stretta tra le acque del lago Maggiore e i monti che lo sovrastano.
“Una cosa aveva imparato bene, a vivere nell’ombra, a lavorare nel buio, solo, con i suoi pensieri. E il buio aveva deciso che la sua vita poteva continuare solo lontano dal paese, lontano dagli amici e dalla famiglia. Continuare? No, ricominciare di nuovo, dall’inizio”.
Hai mai visto il buio? Il buio vero, quello che ti avvolge come l’acqua e a un certo punto non sai più se stai salendo o scendendo e solo i versi degli animali ti indicano qual è il sopra e qual è il sotto. Un buio che toglie il fiato, che fa cedere le gambe perché non sai cosa ci sarà al prossimo passo, magari un ramo che ti schiaffeggia e torni a casa con i lividi sulla faccia.
In un giorno autunnale di fine ottobre l’attempato settantenne Piero Viganò proveniente dagli Stati Uniti arriva, dopo molte ore di viaggio, a Mogliasca sulle rive del lago Maggiore. Il suo cuore è colmo di emozione e palpita all’idea di poggiare i piedi su quel suolo che aveva lasciato ormai più di cinquant’anni prima. Trasportato da quello strano nervosismo adolescenziale spera di ritrovare qualche volto amico, quelle stradine con i muraglioni e forse sentirsi accarezzare da quei venti particolari che spirano dai monti o dal lago e che sono forieri di brezze leggere o grandi tempeste. Si ritrova qui per sbrigare le ultime formalità ed entrare in possesso della vecchia casa di un tempo, ora ristrutturata, che divideva con i suoi amati genitori e il fratello Eugenio. Giunto in comune per un ultimo atto burocratico incontra il sindaco, un certo Michele Santamaria. Quel nome e quel cognome aprono in lui un cassetto di ricordi e così il tempo improvvisamente vola verso la fine della seconda guerra mondiale. Mogliasca è sempre lì sulle rive del lago, povera e con la paura del fascismo che allunga la sua mano nera sui giovani del posto per farli arruolare in guerra. Molti di loro si nascondono sul monti lì vicino, vivono nel buio della vegetazione. Uno di questi è il fratello di Piero, Eugenio che diventa pure contrabbandiere con la vicina Svizzera. Anche Piero un giorno decide che per lui è arrivato il momento di decidere per la sua vita e viene arruolato a fare questo “mestiere” come tanti altri con in spalle la sua bricolla.
La volta del Bricolla è un romanzo dal sapore antico, in cui il valore del coraggio arriva al suo massimo apice, perché permette al protagonista di scegliere e affrontare con caparbietà il destino, di prendere con forza una decisione che è anche un sfida con sé stesso. Piero-Bricolla, il soprannome che gli hanno affibbiato gli altri contrabbandieri dai nomi strani anche loro, ha preso letteralmente il suo “zaino-bricolla” in spalla e si è messo in cammino nel percorso della vita. Una sorta di iniziazione dell’esistenza, piena di insidie e dell’odore incombente della morte, ma che lui ha fortemente desiderato per sentirsi parte di un luogo e di persone che avevano bisogno anche di lui.
Approfondimento
Il personaggio di Pierò Viganò detto il Bricolla ha, seppur nella sua figura di contrabbandiere, di fuorilegge qualcosa di eroico. Il suo soprannome è lo stesso di quella specie di grande zaino cucito da lui stesso con una certa abilità per trasportare le più svariate merci. Metaforicamente si può tranquillamente affermare che il protagonista carica su di sé il destino di una comunità, porta con sé le speranze di possedere in un tempo di mancanze, di privazioni per assaporare un attimo di apparente normalità. Egli porta il peso dei sacrifici della sua famiglia e cerca di darne un significato elegiaco e altamente dignitoso. L’autrice Patrizia Emilitri con una scrittura fortemente evocativa, visiva e profondamente sentita ci rimanda quella tenerezza di vivere di qualcuno che si è fatto uomo quella volta che ha scelto di essere e non di esistere soltanto in un tempo e in luogo difficile e tragico, ma al contempo affascinante e misterioso.
Di fondamentale importanza è anche il valore delle radici, di sentirsi parte di un luogo e non dimenticarsi mai da dove si proviene, ricordando sempre con struggente nostalgia un ieri che è diventato un oggi forse troppo presto. Tutti noi credo ci riconosciamo e ci sentiamo legati a filo doppio con le nostre strade, i nostri vicoli, le nostre tradizioni, i nostri intercalari dialettali; ne sentiamo ancor più la nostalgia quando siamo lontani e non vediamo l’ora di ritornare a plasmarci di nuovo in essi.
Elisabetta Baldini