Autore: Emilia Giorgetti
Pubblicato da Giovane Holden Edizioni - Febbraio 2022
Pagine: 336 - Genere: Romanzo di formazione
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Battitore libero
ISBN: 9788832929683
ASIN: B09SKTJN5X
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Marta ama l’estate e odia l’inverno. La fine della scuola inaugura il periodo più felice: le vacanze nella casa di campagna con zii e cugini. Ma quest’anno tutto avrà un sapore diverso…
Ero ricca quel giorno perché avevo tutto: mamma e papà, la sorellina in salute, la cugina prediletta al mio fianco, un braccialetto nuovo che si combinava alla perfezione con la tinta dell’abitino, la preferita, il turchese.
Per Marta è questa la ricetta della felicità. All’apparenza è una bimba come tante, ma una pagina dopo l’altra impariamo a conoscerla, a capire che in realtà il suo mondo non è sempre l’idillio spensierato dell’infanzia. Certo, c’è un corollario di zie a vegliare su di lei: la rassicurano con abbracci caldi, scacciano le ombre, spazzano via le nuvole e sciolgono le amarezze a suon di sorrisi, coccole, piccole attenzioni e zucchero caramellato. Sono al suo fianco, sempre. E poi c’è Antonia, la cugina preferita, insieme agli altri compagni di giochi, avventure e scoperte. Non mancano, però, i momenti di buio, tristezza, paura e sconforto, che ci dipingono un quadro vero, autentico e senza sconti della quotidianità dei più piccoli.
L’alveare è un romanzo che ci racconta la realtà filtrata attraverso gli occhi della protagonista. Ed è proprio la capacità descrittiva il punto di forza di questo libro: talvolta è la Marta bambina a parlarci, altre volte invece è la voce adulta dell’autrice che sentiamo tra le righe, in un delicato alternarsi di toni. La narrazione procede con tante domande, in cerca di risposta, e che spesso rimangono lì, in sospeso. Denotano non solo l’ingenuità dei bambini, ma anche la loro incapacità di capire fino in fondo il mondo così lontano dei grandi. Ho amato l’espediente narrativo dell’estate, uno spartiacque tra il prima e il dopo. Da un lato l’infanzia, dall’altro l’adolescenza. La fine che si trasforma in un inizio.
Approfondimento
Mi piaceva seguire col palmo della mano le pieghe perfette della stiratura, quelle strade che una zia aveva solcato sul tessuto premendo con forza il ferro ogni qualvolta ripiegava sull’asse il lungo telo, e mi chiedevo dove portassero.
Martina, come la chiamano affettuosamente le zie, è un vulcano di fantasia, energia e creatività. Insieme ai cugini inventa, esplora, costruisce, impara. Spesso i comportamenti degli adulti le appaiono insensati, incomprensibili, lontani anni luce. Eppure, mentre l’estate vola via veloce, i piccoli della casa di campagna si scoprono d’improvviso grandi: ingannano genitori e zii, fingendosi ingenui e all’oscuro, mentre origliano, intercettano sguardi, captano reazioni. Marta e i suoi cugini cambiano, e da spensierati che erano diventano sempre più consapevoli, coraggiosi, schietti. Si affacciano i primi scontri, le prime delusioni, le prime sofferenze d’amore. Ma quella dell’adolescenza è un’altra storia, e infatti il racconto si interrompe. Il finale enigmatico mi ha presa alla sprovvista e mi ha lasciata con una domanda a cui non sono riuscita a dare una risposta. E questa chiusura mi ha affascinata, intrigata, conquistata.
Tra le pagine de L’alveare sono tornata bambina, alle estati con i cugini nella casa dei nonni, alle cene tutti insieme. E la lettura mi ha regalato un sorriso un po’ nostalgico. Un ricordo velato di malinconia di quegli anni così felici, che hanno il sapore di famiglia, di spensieratezza e di pane cotto nel forno a legna. Credo che fosse proprio questo l’intento dell’autrice: riportarci anche solo per un attimo alla nostra infanzia, rivivere con intensità la magia dell’estate e delle vacanze. Sono fotografie di istanti, fermi immagine di momenti. Per ricordarci che siamo fatti per cambiare, e che non dobbiamo avere paura di percorrere strade sconosciute. Non sappiamo dove ci porteranno, ma nel frattempo godiamoci il viaggio…
Barbara Pellegrini