
Autore: Georges Simenon
Pubblicato da Adelphi - Giugno 2018
Pagine: 208 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Biblioteca Adelphi

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Chi è Emile Maugin? E’ un attore francese di teatro e del cinema, è un uomo divorziato e sposato, è un padre e un patrigno, è un alcolizzato, pieno di soldi, scorbutico, saccente, con emozioni e sentimenti sopiti. Ha sempre recitato una parte il povero Maugin, nel lavoro e spesso anche nella vita privata. Simenon del suo protagonista scrive «E’ Maugin, punto e basta, ha pregi e difetti che appartengono solo a lui di cui io sono l’unico responsabile».

Emile Maugin è partito dal basso, dalle particine nelle piccole compagnie teatrali, fino a diventare un attore di successo che ha in attivo diversi film e spettacoli. Ha molti soldi ed è circondato da assistenti, servitori, autisti, bottiglie di vino rosso e di superalcolici e da tante donne. Ha alle spalle due divorzi, quello con Yvonne Delobel, attrice anche lei, e con Consuelo; i segni che queste due donne gli hanno lasciato costituiscono forse i temi portanti del romanzo. La prima moglie gli ha impresso nella mente l’immagine delle persiane verdi “
«Tu non l’hai mai sognata una casa con le persiane verdi?»
«No, non mi pare»
«Già, ma tu sei del tutto privo di sensibilità. Non hai mai desiderato nemmeno una donna dolce con cui avere dei figli…forse un giorno l’avrai una casa così»
Consuelo, invece, gli ha trasmesso il senso di colpa, per lei tutto era sbagliato e peccato, anche ciò che riguardava la loro vita intima di coppia.
L’ultima moglie, Alice è giovane, schiva, senza pretese, profondamente riconoscente per averla sposata nonostante aspettasse il figlio di un altro, e per aver riconosciuto la piccola Baba come figlia sua; Maugin con questa nuova famiglia sembra provare a costruire una casa accogliente “con le persiane verdi”, ma è continuamente afflitto dal suo senso di colpa per essere quello che è, un vecchio spesso ubriaco e impresentabile, con varie amanti e con una malformazione cardiaca di cui non è a conoscenza nessuno all’infuori del suo medico Biguet e di Emile stesso, che rende il suo cuore sofferente e con poco tempo ancora da vivere.
Alice non gli faceva nessun rimprovero. Non gliene faceva mai. Per fortuna aveva capito che non doveva fargliene. Ma erano proprio quei rimproveri non formulati che lo mandavano in bestia…
Maugin ha anche un figlio adulto, Cadot, mai riconosciuto; Cadot spesso si fa vedere e sentire per chiedere un aiuto economico al padre, anche se tale appellativo non è stato mai pronunciato né dall’uno né dall’altro; recitano entrambi una parte: Cadot è sempre rispettoso, riguardoso, beneducato, gli dà addirittura del lei, si presenta dicendo che lo manda sua madre, e gli racconta i suoi problemi, dalla moglie in ospedale, ai suoi cinque figli che non hanno di che mangiare…
Maugin, dal canto suo, sembra non essere interessato alle sue chiacchiere, lo tratta male, lo caccia, e poi puntualmente gli firma un assegno.
Cadot si alzava sulla punta dei piedi per guardarlo da sopra le spalle dei visitatori, nervoso, impaziente, con una faccia da pretino come Maugin non ne aveva mai viste…un mese prima aveva chiesto «hai mai visto un cretino simile?»
La consapevolezza che il suo cuore è molto più vecchio di lui, spinge Emile Maugin a combattere con i suoi demoni del passato, con i suoi ricordi sopiti, con i suoi sentimenti mai espressi: cosa gli sfugge? Cosa ha dimenticato? Da cosa sembra scappare continuamente?
«Dove la porto Signor Mugin?»
«Lontano a qui! Da nessuna parte!». E sul momento quelle parole gli parvero sublimi. Sprofondato nel sedile umido, se le ripeteva sottovoce, continuava a pronunciarle fra sé, come se potessero chiarire finalmente il doloroso mistero del mondo.”
Approfondimento
Il nostro protagonista fa un percorso interiore, in cui risaltano tutte le sue fragilità e i suoi dubbi. La sua anima sembra avere più strati: in apparenza è una persona scostante e intrattabile, in fondo non è cattivo, in quanto ha aiutato Alice sposandola e anche Cadot a sopravvivere alle sue ristrettezze economiche; ancora più in profondità fa tutto questo per uno scopo, perché non vuole rimanere solo alla fine della sua vita; e in una parte ancora più nascosta si sente sbagliato e in errore per questi suoi sentimenti.
Spesso dall’esterno sembra non mancare nulla, una casa, un lavoro, una carriera, una famiglia, i soldi…eppure all’interno manca qualcosa, ci si sente fragili, incompleti, non meritevoli….una vita è sufficiente per trovare le proprie risposte e la propria strada?
Amelia Sara Macca
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