Autore: Pierpaolo Vettori
Pubblicato da Neri Pozza - Ottobre 2023
Pagine: 224 - Genere: Narrativa, Narrativa Italiana, Romanzo distopico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Bloom
ISBN: 9788854528420
ASIN: B0CLVSXZ2F
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Dopo il 2026. Benvenuti al Muro, invalicabile barriera per i migliaia di clandestini che tentano di oltrepassarla ma anche meta turistica alternativa per i ricchi del mondo. Franco Zomer è una guardia muraria, come lo era suo padre; di giorno, dopo aver finto di vagliare i loro documenti, rimanda indietro i migranti che cercano di varcare il confine. Per resistere alla legge della crudeltà, al Muro tutti fanno uso di anfetamine e stimolanti, fino a quando la malavita locale inonda il mercato con una nuova sostanza, la Moby Dick. Anche Franco Zomer vorrebbe riavvolgere la sua vita fino a quel fatidico giorno di un tempo ancora felice. Un tempo in cui, con un dito, poteva spostare le nuvole in cielo e tutto era ancora possibile.
...il Muro non si vede, come non ci fosse mai stato. Mi chiedo a cosa pensano quelli che passano di qui. Quando all’improvviso, la mole di cemento comincia a intravedersi devono provare una felicità immensa. Sono infine arrivarti in un luogo. C’è qualcosa piuttosto che il nulla. All’uomo a volte basta questo.
2026. Un lungo Muro fortificato e imponente protegge l’Europa dal dolore e dalla paura di chi cerca un futuro oltre la guerra e la fame. I grandi del mondo hanno deciso di difendere i propri confini dalle orde di migranti che arrivano ormai da ogni angolo di un pianeta affamato o in guerra, circondando con un Muro bianchissimo e imponente ben quattro Stati Africani.
Il Muro diventa allo stesso tempo barriera di repulsione e ambito luogo di villeggiatura per ricchi turisti annoiati. Franco Zomer è uno degli addetti ai controlli: ha cinquantadue anni e lavora al Muro da quando era giovane, come suo padre prima di lui. Il Muro è la sua missione, la sua vita, il suo chiodo fisso, la sua ossessione. E del rigore con il quale svolge i controlli fa un mantra quotidiano: evitare il contatto con gli occhi, non avere pietà, non farsi intenerire né da donne, che spesso diventano merce di scambio, né da bambini. Per tirare avanti, per tollerare il dolore, la sofferenza e la violenza indicibile, Franco Zomer – come tanti altri che lavorano al Muro – fa uso di una sostanza chiamata Moby Dick, una sostanza straordinaria che permette di rivivere momenti del passato e di modificare le decisioni prese in quei momenti, salvo i tre giorni di «ramadan» in cui ci si ripulisce dagli effetti tossici per superare il test di efficienza psico-fisica.
Dal Muro non si passa, mentre intorno al Muro gravitano gruppi di ricchi che si godono vacanze ed esperienze tossiche, e anche Zomer e il suo amico Gaber spesso trovano rifugio nei bar equivoci affollati da turisti e guardiani, dove bevono e moltiplicano le razioni di droga. Ma l’ombra del deserto incombe su tutti, le voci e le persone si ricorrono e si mescolano, i ricordi si accavallano e si confondono dentro al miraggio di una Balena Bianca che giace da qualche parte sul fondo del deserto per aiutare i migranti.
L’imperatore delle nuvole è un romanzo dispotico, illusorio, che annebbia e abbaglia come il sole del deserto, confonde la realtà con l’illusione, il dolore con lo stordimento; esplora il confine sottile tra realtà e illusione, aprendo un varco immaginifico sulle conseguenze dell’allucinazione. La dipendenza dalla Moby Dick, la sostanza artificiale usata da Franco per accettare e sopportare la sofferenza altrui e la propria, diventa la chiave di volta per leggere le esistenze umane che affollano il romanzo, per decifrare la natura umana che può essere terribile e meravigliosa allo stesso tempo.
Approfondimento
Romanzo dal ritmo serrato e inquietante, che scava nella psicologia dei personaggi, fin dove la razionalità non riesce più a sostenere la veridicità di una realtà distopica ed allucinata; è l’affresco di un futuro non poi così impossibile e di delirio privato, dove il passato ritorna preponete nelle scelte di un presente allucinato ed alienante; ma è anche il viaggio umanissimo e personale di Franco, che attraversa il suo deserto di sogni e di ombre per tornare ancora una volta al tempo in cui con un dito comandava alle nuvole.
Io vorrei un dio come il padre del mio amico, quello che ha sfasciato la macchina. Uno che non ti accorgi mai di aver al tuo fianco, ma che quando ne hai bisogno arriva e ti aiuta.
Romina Celani