Autore: Sabahattin Ali
Pubblicato da Fazi - Febbraio 2018
Pagine: 224 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura
Collana: Le Strade
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“Tra le persone che mi è capitato di incontrare nel corso della mia esistenza, ce n’è una che mi ha segnato più di ogni altra. Sono trascorsi mesi dagli eventi che mi accingo a raccontarvi, ma non riesco ancora a riprendermi...”
“Madonna col cappotto di pelliccia”: un libro che visto così, ammetto, forse non lo avrei mai letto, ma cercando informazioni sul suo autore, Sabahattin Ali, mi sono dovuta ricredere.
Non si tratta di un semplice “romanzo romantico”, ma è un libro molto particolare. Un romanzo, che per decenni è stato dimenticato, viene riscoperto per vivere una nuova vita; questo si spiega non solo per la personalità breve e tragica dell’autore, che morì cinque anni più tardi dopo l’uscita del libro, ma anche per la trama, nella quale molti giovani turchi si sono immedesimati, rimanendone affascinati. Giovani che ancor oggi sono alla ricerca di una causa comune, in qualche modo “romantica”, nelle sue radici più profonde: far valere le proprie idee lottando contro un regime repressivo.
Il romanzo di Sabahattin Ali ha un doppio io narrante, è una storia nel racconto.
Il “racconto” viene narrato da un giovane scrittore, individuo senza infamia e senza lode, impiegato di banca disoccupato, che viene assunto da un amico in una azienda che commercia macchinari industriali, ad Ankara. Come ultimo arrivato, si trova a condividere l’ufficio con Raif Effendi, che si occupa di tradurre in tedesco dei documenti, un uomo solitario e introverso che sul lavoro viene schernito ed evitato da tutti. Piano piano il giovane inizia a frequentare la casa di Raif, scoprendo che quest’ultimo viene denigrato persino dai suoi familiari. Durante la malattia di Raif Effendi, il giovane entra in possesso del suo taccuino, che gli viene consegnato dallo stesso Raif in punto di morte.
Il giovane inizia a leggere il taccuino dove Raif Effendi ha scritto la sua “storia”, entrando così nel vivo del romanzo, dove sono evidenti tracce autobiografiche dell’autore Sabahattin Ali.
Raif (come Sabahattin Ali) in età giovanile viene mandato dal padre a Berlino per imparare il mestiere in un saponificio, impara il tedesco e vive in solitudine, finché nella sua vita irrompe una figura femminile. Un giorno, in un museo, Raif Effendi vede l’autoritratto della pittrice Maria Puder, (conosciuta veramente dall’autore del libro) che indossa un cappotto di pelliccia, e ne rimane talmente affascinato che per diversi giorni torna a contemplare il quadro; fino a che una notte casualmente incontra una donna per strada: è la donna del dipinto!
Questo incontro sconvolgerà la vita di Raif Effendi.
“Era come se l’interesse che fino ad allora avevo sempre soffocato e l’amore che non avevo mai provato fino in fondo per nessuno si fossero palesati adesso, in tutto il loro splendore, per offrirsi a questa donna.”
Approfondimento
La “Madonna col cappotto di pelliccia” come anticipavo prima, ha avuto una doppia vita; scritto da Sabahattin Ali nel 1941, ritradotto e pubblicato recentemente, è diventato una delle letture più popolari tra i giovani che occuparono Gezi Park nel 2013, affascinati soprattutto dalla figura dell’autore, visto da loro come un eroe per le proprie idee, vittima di censure, arrestato e denigrato, che alla fine ha pagato con la morte la coerenza del suo pensiero.
La sua prigionia, le torture subite e la successiva uccisione, ricordano da vicino gli anni difficili che ha attraversato la Turchia, con intellettuali e scrittori costretti a combattere una battaglia per la libertà di espressione.
È di sicuro più semplice che ci sia un eroe disposto a calarsi in un pozzo dentro cui tutti sanno che vive un drago, piuttosto che trovare un uomo che mostri il coraggio di scendere in un pozzo le cui profondità celano un mistero.
Il libro fu inizialmente criticato e denigrato anche dagli stessi amici e colleghi di Sabahattin Ali, che non capirono come uno scrittore del suo livello potesse abbassarsi a scrivere un libro così “romantico”. Sabahattin era uno scrittore, un giornalista ma era anche un comunista convinto; gli intellettuali degli anni ’40, per questo libro, lo giudicarono troppo “disimpegnato” sul piano politico, e non bisogna dimenticare che in una società all’epoca molto patriarcale, non si era certo abituati a leggere di figure femminili forti e indipendenti e di figure maschili emotive e sentimentali.
La “Madonna col cappotto di pelliccia” è un romanzo che parla di un passato non troppo lontano, dove vengono ribaltati gli stereotipi radicati nella cultura turca: Maria appare alle giovani turche come una donna indipendente, estremamente positiva, pronta a lottare per affermare se stessa e il proprio amore; e Raif emerge come un uomo sensibile ed emotivo, con valori e principi positivi, con il quale per i giovani è facile identificarsi.
“Tuttavia avevo paura perché ero consapevole che in una cosa era diversa da me: Maria guardava in faccia la realtà, perciò non avrebbe mai tradito se stessa, per niente al mondo.”
Per il suo modo di scrivere provocatorio e indipendente Sabahattin Ali venne più volte imprigionato. Morì a soli 41 anni in circostanze sospette, mentre cercava di fuggire in Europa; sembra che sia stato tradito da coloro che dovevano aiutarlo ad attraversare il confine e che sia stato ucciso per ordine dei servizi di intelligence della Turchia.
Con questo libro l’intenzione dell’autore è stata quella di infondere fiducia e speranza a quanti non la trovano nella società turca; la sua funzione di sostegno alla ribellione dei giovani nei confronti del regime turco ha contribuito ad accrescerne il successo e la risonanza internazionale.
Con la figura di Raif Effendi, Sabahattin Ali mette anche in evidenza che troppo spesso non riusciamo a considerare la profondità degli altri, limitandoci solo alle apparenze, semplicemente perché non abbiamo il tempo e l’interesse di conoscere le persone che abbiamo davanti.
“Era, in pratica, il tipo d’uomo che ci induce a chiederci: «Ma che campa a fare? Cosa ci trova in questa vita? Quale logica lo costringe a continuare a respirare? Quale sapienza lo sospinge passo dopo passo su questa terra?». Ma queste domande restano senza una risposta se non siamo capaci di guardare al di là delle apparenze – se ci dimentichiamo che dietro la facciata di ogni individuo c’è un altro mondo interiore, dove la mente è condannata a funzionare, volente o nolente. È facile concludere che la persona che ci sta di fronte ne è priva solo perché non lo lascia trasparire. Ma se almeno ci lasciassimo incuriosire da questo universo misterioso, allora sì potremmo imbatterci in tesori che mai ci aspetteremmo di rinvenire.”
Sabahattin Ali dimostra anche che una storia d’amore vera può attraversare le barriere sociali e culturali, che bisogna lottare per affermare e difendere le proprie posizioni, proprio come fanno Maria e Raif, che lottano per il proprio amore.
Un libro sicuramente da leggere, che alla fine lascia un po’ di amarezza, ma anche tanta speranza.
Paola Magnani Marazza [amazon_link asins=’8897924174′ template=’ProductCarousel’ store=’leggacolo-21′ marketplace=’IT’ link_id=’2dc81535-77c5-11e8-98eb-377979701cea’]