Autore: A.J. Kazinski, Thomas Rydahl
Pubblicato da Neri Pozza - Ottobre 2020
Pagine: 448 - Genere: Giallo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori delle tavole
ISBN: 9788854519725
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Nella Copenaghen del 1834, dove un uomo può finire sul patibolo, senza un processo, ma solo per un sospetto o un’accusa, Hans Christian Andersen (proprio lui, lo scrittore che conosciamo per le sue fiabe) viene accusato di un orrendo omicidio e ha tre giorni per dimostrare la sua innocenza.
Hans Christian Andersen viene accusato dell’omicidio di una giovane donna: Anna, una prostituta, del quale pare essere stato l’ultimo cliente, e il cui cadavere viene ripescato dalle acque di uno dei canali di Copenaghen: una macabra sirena.
Un bellissimo essere femminile con gli occhi chiusi. È tutto imbrattato dell’acqua lurida del canale, di feci e di putridume, ma i capelli che sfiorano le spalle scintillano di conchiglie. Corde, alghe e vestiti strappati hanno avvolto la parte inferiore del tronco e le gambe, facendoli sembrare un unico pezzo. La donna gronda acqua. Il suo busto è pallido, bianco, ma decorato con un motivo particolare, che fa un bell’effetto finché Hans Christian non si rende conto, anzi, finché non se ne rendono conto tutti gli astanti, che è ferita, mutilata e decisamente morta.
A puntare il dito su di lui sarà Molly, la sorella della vittima e, a sua volta, prostituta. Ma Molly sarà anche colei che lo aiuterà nella ricerca della verità, ricerca che li porterà fino all’interno del palazzo reale. Molly diventerà il Watson della situazione o, forse, lo stesso Sherlock Holmes rivelando le sue capacità di deduzione e di arguzia che potremmo dire femminile, ma probabilmente solo conseguenza di chi è abituata a lottare ogni giorno con una realtà di miseria e degrado.
Siamo in una Copenhagen dove alle donne non è permesso pensare, avere un’opinione, dove le donne sono costrette a vestirsi da uomo per accedere in alcuni luoghi. Dove la morte è per la strada, perché se non sarà un coltello a colpire, sarà la povertà, la fame, la miseria, il freddo
Il freddo è un nemico malvagio, peggiore della solitudine.
Una città che è sfondo, ma anche protagonista non secondaria della storia.
Il romanzo Morte di una sirena ci fa percepire i rumori, il trambusto, l’agitazione di una città frenetica e, soprattutto, ce ne fa sentire l’odore. Odore che è spesso nauseante, che pare diventare esso stesso un elemento di clausura, all’interno di una situazione che spesso sembra arrivare a uno stallo, a non trovare una soluzione: impantanata in quella melma che è ovunque. Ma è anche l’odore che caratterizza le persone, l’odore che può portare a rivelazioni.
Gli autori Rydahl e Kazinski scelgono un detective anomalo per questo romanzo (che probabilmente diventerà il primo di una serie), un uomo che ritaglia figure di donne su un cartoncino e che è convinto che gli oggetti gli parlino e possano sentirlo. Un uomo che vorrebbe scrivere e che inventa fiabe per Marie Piccola, la figlia di Anna, la nipote di Molly. Gli autori scelgono di regalare una storia a chi tante storie ci ha regalato. Una storia macabra, certo, ma comunque una storia che, in un certo senso, porterà anche a un riscatto: come del resto lo è ogni soluzione di un caso.
Ma il tema principale di Morte di una sirena, non è la morte, appunto, o la soluzione di un delitto. È la diversità e il desiderio che ognuno ha di essere qualcosa di differente da ciò che è: per estensione, il sogno.
Tutto sogna di essere qualcos’altro: i poveri vogliono diventare ricchi, i ricchi vogliono essere liberi, gli alberi vogliono uscire dal bosco, il bosco vuole raggiungere la città, gli uccelli guardano con invidia i pesci sotto le onde scintillanti, mentre le chiavi e gli oggetti di ferro vogliono essere duttili come la poesia.
È anche la paura della pazzia, o di essere pazzo perché si percepiscono le cose in modo diverso. Ed è, forse, la fuga dal reale narrando o narrandoci delle fiabe o sognando un altrove. È la scrittura come unica possibilità di tramandare una storia e di trasmettere la verità
… il racconto trova sempre una via. Come l’erbaccia nell’acciottolato, spunta là dove è più necessario. C’è un modo di narrare la storia che il re non può vietare, un modo di sussurrare la storia proibita che permetterà perfino a Marie di ascoltarla, e nessuno riuscirà a fermarla.
Morte di una sirena è un thriller con tutti i canoni del genere. Un romanzo che ti spinge a leggere la pagina successiva e che ti fa trovare il sangue e il macabro quanto basta. È anche una storia d’amore, magari malato, un amore che spinge a compiere atti estremi, un amore che, in fondo, altro non è se non ossessione. Ed è anche una storia di amicizia e di seconde possibilità.
Il romanzo ci porta in un viaggio tra le atmosfere di Jack lo Squartatore, facendo tappa tra Frankestein e Il Dottor Jekyll e Mr Hyde: un viaggio nell’orrore che, a tratti, assume toni un poco forzati (specialmente nella narrazione dei luoghi, dove io ho sentito qualcosa di posticcio, qualcosa che pare essere stato “creato in studio”, ma solo in alcuni passaggi e, probabilmente, è un tocco che non stona all’interno del genere). Ma ci fa fare anche un passaggio tra quei racconti Disney dove anche un candelabro può innamorarsi e un oggetto muoversi solo perché il protagonista ne ha bisogno.
Approfondimento
Ho svelato pochissimo della trama, ma non mi piace farlo in generale e, a maggior ragione, quando si tratta di un romanzo con un mistero da scoprire. Perché Morte di una sirena apre porte su porte, e ognuna di esse ci rivela un nuovo colpo di scena.
Lo consiglio, ovviamente, agli amanti del genere che qua troveranno tutto ciò che cercano nella lettura. A chi ama le atmosfere cupe, un poco dark. A chi ama quel genere storico, dove a una ricostruzione precisa vengono inseriti tasselli di finzione. Ma anche a chi vuole divertirsi a scoprire i riferimenti di romanzi e le fiabe nascoste qua e là.