Autore: Gianrico Carofiglio
Pubblicato da Einaudi - Marzo 2016
Pagine: 98 - Formato disponibile: Brossura
Collana: Stile libero big
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Una sorta di treno in corsa: intrecci di storie, incontri casuali, scambio di idee, pensieri, riflessioni. Ogni passeggero è un protagonista impegnato a confrontarsi o scontrarsi con la propria realtà. Trenta brevi racconti che si mescolano fu-nambolicamente con lo sguardo attento del suo autore: a volte semplice osservatore esterno, a volte anch’egli uno dei tanti passeggeri notturni.
Le fiabe servono per spiegare ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.
Le fiabe, il lieto fine, le leggende portano con sé una verità: servono per dare coraggio, speranza e, a volte, come in questo racconto, rappresentano una via d’uscita per quegli adulti che hanno perso la speranza di sconfiggere i propri mostri. Una semplice conversazione tra amici, ed ecco che comprendiamo ciò che davvero conta: l’importante è aver ritrovato quell’amore per sé stessi, l’importante è riprendere in mano la propria vita, senza arrendersi mai al dolore.
Durante un viaggio, un incontro casuale con uno psicologo newyorchese, e immediatamente subentra la sintonia. L’incontro prosegue in lunghe e profonde conversazioni, fino ad approdare all’elaborazione di una verità esistenziale: l’uomo è portato a interpretare la realtà circostante, da ciò scaturisce la sofferenza.
I sogni lucidi: la capacità, conscia o meno, di decidere e realizzare nei propri sogni desideri impossibili, superare i limiti della realtà. Una follia, una dolce follia, il seguito di questo racconto, che esplode nella tenera ricerca delle proprie origini.
Passeggeri notturni è una raccolta di trenta storie eterogenee tra loro: humor, retrospezione, riflessioni e realismo accompagnati da un linguaggio fluido ma denso di contenuti. Un’alternanza di narrazioni caoticamente assemblate in un unico libro, ma sintetizzate nello sguardo affabulante di Gianrico Carofiglio, una presenza costante pronta a esporsi e a entrare in scena: il lettore si trova inevitabilmente ad affrontare temi esistenziali, problematiche culturali, aneddoti che spingono alla riflessione.
Approfondimento
Il racconto “Thaiti” pone al centro della sua analisi l’importanza della parola. La proprietà di linguaggio, utilizzare con coscienza parole, percepire la loro forza, la loro densità, il loro colore, non è così scontato: attraverso esse è possibile instaurare relazioni, creare o distruggere un mondo, e soprattutto esprimere la propria interiorità, far fiorire le proprie emozioni. Comunicare con gli altri e comunicare con sé stessi, non costituiscono un effimero bisogno, hanno un senso profondo nella nostra vita: coadiuvano la comprensione e consentono di acquisire consapevolezza della realtà.
Ecco che Gianrico Carofiglio termina efficacemente la propria riflessione con un aneddoto, consentendo così il passaggio da un piano squisitamente antropologico a uno socio-politico: le parole pronunciate hanno delle importanti ripercussioni nella realtà, visto che pensiero, parola ed azione sono tra loro strettamente interrelate.
Lo aveva già capito, più o meno duemilacinquecento anni fa, un signore di nome Confucio. Si racconta che un giorno un giovane discepolo gli fece questa domanda: «Maestro, se vi fosse affidato un regno da governare secondo i vostri principî, che fareste per prima cosa?» Confucio rispose: «Per prima cosa rettificherei i nomi». A questa risposta il discepolo rimase molto perplesso: «Rettificare i nomi? Con tante cose gravi e urgenti che toccano a un governante voi vorreste sprecare il vostro tempo con una sciocchezza del genere? È uno scherzo?» Confucio dovette spiegare: «Se i nomi non sono corretti, cioè se non corrispondono alla realtà, il linguaggio è privo di oggetto. Se il linguaggio è privo di oggetto, agire diventa complicato, tutte le faccende umane vanno a rotoli e gestirle diventa impossibile e senza senso. Per questo il primo compito di un vero uomo di Stato è rettificare i nomi».
Laura Marlia