Autore: Simonetta Agnello Hornby
Pubblicato da Feltrinelli - Gennaio 2023
Pagine: 336 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori
ISBN: 9788807034626
ASIN: B09B3V8QG6
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Palermo, 1955: guerra finita, ma la famiglia Sorci è travagliata. Andrea commette un omicidio, e interviene Peppe Vallo, figlio illegittimo del padre di Andrea, per salvarlo. Rico, nipote tormentato deluso dalla Sicilia del dopoguerra, vive accanto a Rita, tra amore e tradimenti. Le Tre Sagge fondano il Circolo del Punto Pieno nella chiesa dei Santi Scalzi, creando una nuova sorellanza per rammendare traumi sociali e famigliari. La Sicilia del Novecento è testimone di omicidi, ossessioni, amori e violenze, mentre il filo della saga famigliare tiene stretto il lettore.
Le donne all’inizio si limitavano ai pochi punti che conoscevano o a quelli più facili che insegnavamo noi. Ma la voglia di imparare non la si può costringere: sbummica come un fiore. Noi cercammo, e cerchiamo tuttora, di essere delle brave maestre. Alla giovane inesperta che fa fatica ad infilare l’ago perché il filo si sfalda raccomandiamo: “Mettilo sulla punta della lingua, la saliva lo tiene dritto e puntutu, e ci trasi subito. Ci trasiu tisu tisu, una meraviglia!”, e sul volto della giovane spunta un sorriso grato.
Ogni volta che si legge un romanzo di Simonetta Agnello Hornby restiamo immersi in una poesia bucolica profonda in cui i caratteri dei personaggi sono tratteggiati alla perfezione e ci si immedesima senza problemi nella narrazione.
Punto pieno è l’epilogo della trilogia dei Sorci, iniziato con Caffè amaro e Piano nobile. Con questa ultima opera si conclude la storia della famiglia arrivando fino alla strage di Capaci del 1992.
L’intera vicenda questa volta è ambientata dopo la fine della Seconda guerra mondiale a Palermo nel 1955 e qui conosciamo i figli dei primi baroni Sorci e a seguire viviamo le storie dei nipoti. Palermo appare sconfitta e ammutolita, incapace di gestire la ricostruzione e in balia della mafia, c’è desiderio di rivoluzione, ma i tempi ancora non sono maturi, in questa cornice il figlio illegittimo del Barone Enrico Sorci, Peppe Vallo, ritorna preparato al paese con una laurea in Giurisprudenza e una fama da avvocato di prim’ordine, pronto a soverchiare la famiglia che lo ha allontanato mettendo in difficoltà la madre e la sorella. Nella sua vendetta fa amicizia con il fratellastro Filippo che diventa per lui fidato amico, l’unico dei fratelli che riesce a ricostruire una parte del patrimonio e a farlo fruttare con intelligenza, padre poi di Mariolina, donna che Beppe amerà con ardore fino alla fine dei suoi giorni. La quiete viene improvvisamente sconvolta dalla morte di Andrea, altro figlio del Barone, che si accompagna all’omicidio di Ersilia la governante. In questo triste frangente Beppe si sente chiamato a salvaguardare l’onore dei Sorci e così farà inscenando una farsa attendibile. Le zie Sorci, le tre sagge, decidono di creare a Palermo una congregazione tutta al femminile, di ricamo, Il circolo del punto pieno, sottraendo le donne a malinconia e ingiustizie, risvegliando in loro l’antica passione per il cucito, tenendo mani e testa occupati avrebbero potuto alleggerirsi dagli angusti pensieri.
Avidità e disonestà hanno avvelenato le nuove strutture di governo della nostra isola, complici la rinata mafia e la Democrazia Cristiana: da parte nostra, facciamo quello che possiamo cercando di incoraggiare le prostitute del quartiere a trovare nuove forme di guadagno onesto. Come ho detto, non intendiamo redimere nessuno, piuttosto offrire una alternativa.
Il circolo accompagna così le storie dei protagonisti che si affacciano con regolarità parlando in prima persona, permettendoci di conoscere Cola, anch’esso figlio del Barone, sicuramente il migliore di tutti i fratelli, il più buono che con il tempo anziché invecchiare nel cuore diventa a mano a mano più umile affezionandosi alla nuora Rita e ai nipoti Colapì e Amalia. Rita la santa donna, colei che non si arrende, ma che più di tutte dimostra di essere la vera donna siciliana, tradita innumerevoli volte da Rico, anche malamente, riuscirà a ricostruire la semplicità del legame e lo stesso Rico ne resterà alla fine affascinato. E infine, Donna Sara una delle figlie del Barone, la più infelice forse, ma anche la più saggia, colei che rappresenta la classe morale della società aristocratica, quella ancora poco corrotta ed esemplare.
Rico credeva che il teatro dell’aristocrazia fosse vacuo e vano, un’esibizione ridicola di un potere consumato; ma quell’abbraccio con zia Sara lo aveva restituito non tanto a una classe sociale che non esisteva più, quanto all’esemplarità morale della zia, una esemplarità alla quale lui agognava.
La vitalità è incarnata da Carlino, figlio adultero di Cola e Laura, e da Mariolina, Carlino che non si lascia scoraggiare dalla matrigna Carmela e nonostante il proprio orientamento sessuale si dimostra essere un innovatore, un genio del tessuto, un amante della moda. Carlino viaggia tra l’America e l’Europa conosce personaggi famosi, tra cui Elsa Peretti e partecipa alla rivoluzione di Milano del ’68. Mariolina si sposa con Alfio, anch’esso dell’altra sponda, così pensava Beppe per poi finire vedova di Beppe stesso e con un figlio Henry, che le darà solo molti problemi. Lei che Madonna non voleva diventare così diventa, madre e moglie, sola. Ma non perde la vivacità perché la vita le riserverà ancora qualche interessante cartuccia.
In tutta la vicenda fanno capolino anche altri strani personaggi come Don Totò il curatore del Palazzo Sorci e il Parroco tanto vicino a Sara che all’età di novant’anni tenterà addirittura di dichiararsi alla zia vedova; non mancano quindi episodi divertenti e simpatici, ma la teatralità della storia è preponderante, la descrizione di una Palermo afflitta e stanca dei rivolgimenti politici emerge in tutta la sua franchezza, fino alla sconfitta finale con la strage di Falcone e consorte.
Approfondimento
La donna più interessante è donna Sara perché a differenza di tutti sembra ricomporsi sempre e non perdere mai la forza che deriva dalla propria generazione, una donna d’un pezzo, fedele a sé stessa e sicura. Conscia di vivere in un paese per uomini e poco per donne, ma fiduciosa di poterlo trasformare per mezzo della propria arte, l’arte del Punto pieno che altro non è che la vittoria sul Malordine o Malafortuna o Malafimmina.
Malordine, come malafortuna, come malafimmina. C’era ordine nei miei sentimenti, ma non lo sentivo agire dentro di me, come voi siete fimmine a cui il mondo mette davanti un male che non vi appartiene. Il malordine è quello che ci gira intorno e ci fa inciampare, la malafortuna è quella che piega il nostro destino, e voi siete fimmine meravigliose che al mondo piace cacciare in un angolo per meglio dominarvi.
Punto fermo è un romanzo così intenso che continua a emozionare, aiutandoci a scoprire un paese che poco conosciamo nel profondo e a comprenderne il destino e il desiderio di rivalsa. Palermo no, non è cambiata, i politici neppure, collusi con la malavita, sono invitati ai salotti. La città continua a prosperare grazie alla penetrazione a tappeto di losche inclusive, dal segreto e ancora una volta dalla corruzione, ma Palermo è anche la magia del Mediterraneo e con questa forza i suoi protagonisti un giorno ne verranno fuori.
Oggi e domani piangeremo Falcone e sua moglie, gli uomini della scorta, ma per quanto ancora sapremo solo versare lagrime? Ho bisogno di qualcosa che mi dia la speranza nel futuro dei miei figli, qualcosa di tangibile.
Nausicaa Baldasso