
Autore: Margaret Atwood
Pubblicato da Rizzoli - Novembre 2017
Pagine: 318 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Scala stranieri
Il mistero della paternità, il dolore straziante dell'assenza che trova consolazione nei versi e nell'amore per il teatro. Ogni esistenza è chiamata ad affrontare la propria "tempesta": il caos che tormenta e ci fa piombare in un abisso profondo che è dentro in ognuno di noi. Un viaggio, doloroso e difficoltoso, in cui l'angoscia sembra prevalere sulla voglia di rinascita. La "prigione" emotiva in cui è rinchiuso il protagonista verrà distrutta o diventerà pietra tombale?

“Felix si sente soffocare, come a un matrimonio: quello strano miscuglio di nostalgia per il passato e gioia per il futuro; la gioia di altri. Lui è soltanto uno spettatore, ora, un sostenitore, un lanciatore di riso virtuale.”; [“si sbagliava sulla sua Tempesta, si è sbagliato per dodici anni. Il finale della sua ossessione non era di riportare in vita la sua Miranda. Il finale era una cosa molto diversa.”
Felix, straordinario regista teatrale molto apprezzato dalla critica e dal pubblico, è da anni l’organizzatore del Makeshiweg Theatre Festival. Il suo ingegno l’ha sempre portato a rivisitare le opere teatrali mettendo in mostra un’originalità interpretativa. Tale forza, a volte, non veniva compresa dagli spettatori: “Come mai il Pericle era stato messo in scena con navicelle spaziali ed extraterrestri invece di usare velieri e terre straniere, e come mai la dea lunare Artemide evav la testa di una mantide religiosa?”. Il romanzo descrive la rottura di questo incantesimo: Tony, uomo di fiducia di Felix e cresciuto sotto l’ala protettiva del grande regista, si rivela uno spietato carrierista e, dopo aver sapientemente costruito il suo spazio di potere, cesella l’improvviso e crudele destino che fa piombare Felix in una drammatica realtà, quella del licenziamento e dell’allontanamento dal suo mondo e dalla sua vita.
L’esistenza di Felix non era stata costellata solo di successi e di applausi deliranti del pubblico, ma era stata tormentata da due vicende tragiche: la morte di Nadia, sua moglie, morta subito dopo il parto a causa di un’infezione letale e la morte di Miranda, sua figlia,all’età di tre anni a cusa di una meningite. La cieca disperazione porta Felix a trovare rifugio, ancora una volta, nel teatro: “subito dopo il funerale si era tuffato nella Tempesta; era un’evasione, questo lo sapeva anche allora, però sarebbe stata anche una sorta di reincarnazione”. Ma il sogno di mettere in scena l’opera schakespeariana viene infranto dal cinismo calcolatore di Tony che, come un macigno, piomba con tutta la sua violenza trascinando Felix in un destino dall’esito certo e terrificante. Passa il tempo e Felix trascina stancamente la sua esistenza dopo aver deciso di ritirarsi dal mondo e vivere come un eremita in una stamberga.
Apparentemente tale decisione sembra dettata da una precisa volontà di Felix di vivere silenziosamente il suo dolore e la sua disperazione ma, come emergerà dall’evolversi dei fatti, ancora una volta il grande regista si dimostra padrone e sapiente organizzatore di ogni scena della sua vita, come se fosse un palcoscenico di un teatro. Infatti, inaspettato giunge l’appiglio che riporterà Felix nelsuo mondo reale, nella sua vera esistenza, ossia il teatro: diventa insegnante di teatro in una Casa Circondariale dove i detenuti diventano attori nell’ottica di un recupero e di un’efficace reinserimento sociale. Fleix si riappropria del proprio spazio esistenziale e riesce, con la sua maestria, a coinvolgere persone che, ognuna nella sua miseria, rappresentano lo scarto della società. Trascorrono diversi anni e la vita prepara a Felix una straordinaria occasione per consumare la sua vendetta nei confronti di Tony e di tutto l’establishment che lo aveva accantonato: Sal, il suo amico di infanzia, è Ministro della Giustizia ed è proiettato verso incarichi sempre più prestigiosi, Tony, invece, è diventato Ministro della Cultura, ed entrambi aspirano ad una posizione di leadership nel partito. L’occasione è una visita all’interno del carcere da parte degli esponenti politici per apprezzare il teatro sperimentale messo in piedi, oramai da svariati anni, dal signor Duke (il nome scelto da Felix come scudo protettivo nei confronti delle lame affilate del fallimento) in ambiente carcerario.
Così, Felix-Duke decide di preparare e di mettere in scena la “Tempesta” affidando le parti della commedia ai suoi allievi-detenuti. Le pagine del romanzo accompagnano il lettore all’interno dell’opera shakespeariana facendo rivivere il rapporto tra Prospero e la sua adorata figlia Miranda, l’ambizione spietata di Antonio, fratello di Prospero, l’innamoramento tra Miranda e Ferdinando, figlio del re, la perversione diabolica di Caliban, uomo mostruoso che custodisce dentro di sè il seme della disperazione materna. Commovente, per come l’autrice lo descrive, il rapporto tra Felix-Prospero e la figlia Miranda: il padre, preso dal suo egoismo, non vuole lasciarla andar via. Il sapore della vendetta, la voglia di rinascere e di ritornare al mondo, sembrano indirizzare il lettore verso un epilogo dominato dalla violenza e dalla povera miseria umana. La magia di Prospero, la magia del teatro riusciranno a sollevare l’uomo dalla sua pochezza esistenziale? O prevarrà il grigio e spettrale trionfo delle più nascoste pulsioni istintive dell’uomo che, da sempre, lo proiettano e lo condannano ad un’esistenza in cui non vi è spazio per una rigenerazione spirituale e di pensiero.
Approfondimento
Felix, senza dubbio, è il protagonista su cui ruota e si sviluppa l’interva vicenda. L’autrice disegna il profilo psicologico del regista coinvolgendo il lettore che, pagina dopo pagina, assiste al cambiamento catartico dello stesso: il sentimento della vendetta che, pian piano, lascia spazio alla voglia di riconciliarsi con il mondo. Interessante il continuo parallelismo tra i protagonisti dell’opera schakespeariana la “Tempesta” e i protagonisti della storia raccontata dalla scrittrice canadese. Il mago Prospero e l’inventore di magie teatrali Felix, il malvagio Antonio ed il cinico e spietato Tony. Il regista Felix, nei panni dell’insegnante di teatro Duke, chiede ai suoi allievi-detenuti di soffermarsi sui singoli personaggi dell’opera teatrale e di prevedere il destino del singolo personaggio oltre l’epilogo dell’opera stessa. Al riguardo, il personaggio mostruoso di Caliban viene definito come un alter ego del protagonista Prospero: l’uomo dalla sembianze mostruose è, secondo quanto ricostruito dagli allievi-detenuti, il figlio di Prospero e ciò porta alla costruzione di un finale che sembra aprire ad una rinascita del personaggio.
Il romanzo viene apprezzato per la sua dimensione psicologico che accompagna il lettore ad una conoscenza più approfondita di noi stessi.
Mirko Denza
[amazon_link asins=’8868337428,8868337371,B00KCM2OM8′ template=’ProductCarousel’ store=’leggacolo-21′ marketplace=’IT’ link_id=’cb8fee05-8779-11e8-9628-899ee5feeee1′]