
Autore: Matteo Bussola
Pubblicato da Einaudi - Giugno 2023
Pagine: 160 - Genere: Narrativa Italiana, Racconti
Formato disponibile: Audiolibro, Brossura, eBook
Collana: Stile libero big
ISBN: 9788806254476
ASIN: B0C76XNJK9

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Una parte di me conosce la risposta, anche se è una risposta senza senso. Voglio sentirmi ancora così, poter rivivere l’attimo in cui due esseri umani dall’opposta fortuna stanno inginocchiati nell’erba a piantare un cespuglio di fiori. Forse anche a me manca qualcosa, penso. A Gianni un braccio, a me una nuova ragione per cui usare le mie. In una vita in cui ho fatto tutte le scelte giuste sono di colpo animato dal desiderio di farne una sbagliata.

Un buon posto in cui fermarsi riproduce la consapevolezza dell’uomo che passa attraverso l’accettazione dei problemi, degli eventi avversi e di sé stesso. Il romanzo è composto da una serie di racconti che vede protagonisti degli uomini che sono l’opposto dello stereotipo maschile e patriarcale, sono al contrario fragili, deboli e indifesi e si fanno sostenere perlopiù da figure con disabilità o femminili che al contrario secondo i canoni sociali indiretti e ingiusti dovrebbero essere sottodimensionate.
In principio tutto comincia con Stefano per poi concludersi con la nascita di suo figlio, e tra Stefano e l’epilogo ci sono protagonisti quotidiani che vivono la propria epifania improvvisamente scoprendo quello che si erano persi. C’è chi dopo cinquantadue anni di matrimonio si rende conto di avere tutto il tempo a disposizione per la moglie, ma anche che la moglie ha imparato a starsene da sola e a vivere le proprie abitudini personalmente. Chi nasce femmina, ma vorrebbe sentirsi Marco, e che comunque perseguita ad amare anche gli uomini a tal punto da fare una famiglia, un Marco o una Cristina che sul campo come avvocati e come giudici sono estremamente forti e pungenti, capaci di sensibilizzare il colpevole sul banco degli imputati, ma in litigio costante con la propria fisicità. Abbiamo un ragazzetto Pietro che pratica autolesionismo sentendosi in minoranza nel mondo adolescenziale con un amico che tende a non uscire di casa nascondendosi al mondo da anni. Un tassista che ha fatto delle conquiste femminili una soap opera, ma che cade in ginocchio frenato dalla paura nel far partorire una donna nella sua auto. Un famoso gigolò che si fa malmenare dal marito di una sua cliente, un padre coraggioso, forte e sportivo che si ritrova ad amare un figlio Nico colpito da una malattia che lo rende completamente friabile a qualsiasi azione umana e con il quale impara a condividere emozioni che non hanno nulla di tattile, ma sono ancora più meravigliose di quello che si possa immaginare.
Attraverso quest’insieme di racconti Matteo Bussola esprime le paure maschili, paure che si pensa gli uomini non possano e non debbano avere, ma che invece colpiscono indistintamente qualsiasi genere e non per questo valgono meno. Ognuno dei personaggi si trova come di fronte ad uno specchio e da lì cerca di fare qualcosa per superare i propri disagi, chi ci riesce bene, chi non ci riesce affatto, ma perlomeno ci prova come il ragazzo che dopo dieci anni di isolamento in casa decide di uscire e attraversare la strada per raggiungere il suo migliore amico in Ospedale, come lo stesso Arnaldo che impaurito dal coraggio e determinazione della moglie le propone di reinserirsi nella sua vita cominciando da piccoli gesti senza avere da lei una vera e propria conferma, ma ricevendo piuttosto qualche risata. In tutte le storie però gioca un ruolo importante anche il fato, che in qualche modo sembra essere favorevole.
Lavoravo quando capitava a chiamata. Raccoglievo frutta come stagionale, scaricavo casse al mercato. Non potevo fare l’ingegnere, perché nessuno vedeva la mia professione. Non la vedevano perché il colore della mia pelle, la mia condizione, l’estenuante burocrazia arrivavano sempre prima.
Struggente la storia del nigeriano che dopo aver affrontato un viaggio in mare sopravvivendo al caro cugino viene riconosciuto per quello che è ovvero un ammirevole ingegnere solo dopo aver salvato una donna incinta da un gravissimo incidente in auto e che improvvisamente si ritrova a essere quasi venerato dalla società per le proprie imprese, ma a non sapere come muoversi in un mondo il cui accesso è arrivato senza potersi preparare.
Anche la fine è una condizione di riscatto e coincide con il ritrovarsi, il figlio di Stefano nascerà prima beffeggiando lo stile preciso e programmato del padre, ma arrivando nel momento più opportuno quello in cui Stefano ha finalmente compreso che fermarsi e sporcarsi le mani, aiutando chi ha bisogno di lui, è anche un modo per aiutarsi e per uscire dalla profonda incomprensione che lo affliggeva e che da anni gli impediva di riposare sereno; Stefano sente finalmente di avere arricchito la propria vita e aver raggiunto una dimensione sicuramente migliore di quella in cui viveva in precedenza.
Approfondimento
Tutte le opere di Matteo Bussola sono scritte attraverso uno stile filosofico propriamente strutturato e sono schematiche, concrete, schiette, arrivano diritte al cuore del lettore influenzandolo positivamente.
C’è forse un po’ di banalità nei suoi racconti, la trama è povera si capisce quasi dall’inizio di cosa si sta parlando e dove si vuole arrivare, ma il lettore ne resta comunque piacevolmente colpito perché le sue parole scandagliano nella psiche e illuminano sentimenti dimenticati, la sua scrittura è come cadenzata da frasi fatte, i concetti che affronta si trovano anche espressi sinteticamente nella carta dei cioccolatini, ma è l’insieme è il come Bussola usa questi argomenti per ammaliare che alla fine convince.
Ogni suo libro quindi merita di essere letto, soprattutto per capire qualcosa in più di noi stessi mediante un linguaggio semplice.
Nausicaa Baldasso