
Autore: Giuseppe Di Piazza
Pubblicato da Bompiani - 2013
Pagine: 284 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura
Collana: Narratori italiani

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Sari De Luca è un cinquantenne che si considera un milanese doc. Direttore del più importante gruppo editoriale italiano, vive un’esistenza agiata con la seconda moglie Angie, bella, rifatta e superficiale. Sari ha anche un’amante, Valeria, molto più giovane di lui e molto bella, della quale è innamorato.
Ciò che sconvolgerà la sua esistenza, come un sortilegio rimasto sopito per anni in attesa di essere risvegliato, saranno le sue vere origini, dna siciliano, legami di sangue con la mafia di Palermo che piomberà nella sua vita fatta di abitudini e lussuose sicurezze, per reclamare, non certo cortesemente, il suo dovere verso i geni del nonno scomparso da tempo che portava il suo stesso nome.

Un uomo molto cattivo viene introdotto da un’immagine violenta: il protagonista è stato colpito da una pallottola, perde molto sangue e se non verrà soccorso subito si intuisce chiaramente che ci lascerà le penne. Questa immagine accompagna il lettore per tutto il racconto, con la curiosità di riallacciare il filo di una storia che, all’apparenza, ha poco di sorprendente. Sari De Luca infatti, risulta da subito un personaggio antipatico, che attira quel disprezzo sottile che si può riservare a chi appartiene ad una classe ricca e potente per intenderci e lui ne è ben consapevole: riveste questo ruolo alla perfezione, trovandocisi molto a suo agio. Frequenta locali alla moda, ha amici del suo livello, porta abiti pregiati e nelle sue riflessioni troviamo spesso riferimenti culturali non certo per tutti. Rispetto a quest’ultimo dato, indubbiamente efficace nel caratterizzare il personaggio, la narrazione può tuttavia risultare a volte difficile da seguire poiché questi rimandi si possono apprezzare solo se si conosce il riferimento, altrimenti cadono a vuoto e creano a mio avviso disinteresse in un romanzo che vuol essere di intrattenimento.
Sari è anche un uomo molto intelligente e attento e nella narrazione questo si rispecchia attraverso metafore e paragoni davvero originali, cosa non semplice, in questi tempi di pubblicazioni senza controllo e frasi ripetute troppo spesso. La storia di Un uomo molto cattivo ruota intorno a pochi personaggi principali: oltre a Sari c’è Valeria, la sua “fidanzata”, della quale sappiamo soprattutto che è bellissima, cosa che, a mio avviso, viene sottolineata talmente tanto da scadere nella soap opera argentina. Di lei inoltre sappiamo che lavora nel marketing della moda e che ha origini venete, ha l’età del figlio di Sari avuto dal primo matrimonio e le va bene il ruolo di amante da qualche anno. Partirà per Barcellona per un viaggio di lavoro ed è qui che vengono introdotti i cattivi della vicenda: Mommo, boss palermitano con tutti i cliché del caso, cattivo in realtà poco convincente; cugino di secondo grado di Sari venuto a reclamare la parentela.
Al suo seguito naturalmente, un poker di scagnozzi che rapiscono la bella (daje) Valeria per ricattare Sari. La storia di Un uomo molto cattivo in se’ sa molto di fiction rai a mio avviso, quindi un po’ forzata nella trama, anche se verosimile (purtroppo). Per farla breve: gradevole per una lettura di poco impegno, anche se lo snob Sari De Luca, verso la fine, ci lascerà a bocca aperta per la sua reazione al comportamento del temibilissimo boss. Si intuisce bene che l’autore conosce l’ambiente che descrive, edifici e strade compresi e ha momenti di scrittura in cui stupisce con alcune perle che spezzano la monotonia che emerge dalle descrizioni troppo particolareggiate e riflessioni a volte (volutamente?) un po’ banali. Un uomo molto cattivo stupisce nel finale quel tanto da lasciarti un buon ricordo del libro e da farti venire voglia di rileggerlo per carpirlo meglio. Io ho apprezzato più di tutto un modo di osservare attraverso la scrittura e i pensieri dei personaggi che ti rimane addosso per un po’, mentre ci si stacca dalle pagine e si prova con riluttanza a riambientarsi nel mondo reale e questo secondo me, non è da tutti, ma solo per chi è ben incamminato verso la strada dello scrittore promettente.
Laura Zambelli