
Autore: Clara Usón
Pubblicato da Sellerio - Maggio 2016
Pagine: 276 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Il contesto

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Una direttrice di banca dei giorni nostri, un rivoluzionario che inneggia alla democrazia nel 1930 e un prete croato che, inerme, assiste al fanatismo religioso dei suoi colleghi nel campo di concentramento di Jasenovac durante la Seconda Guerra Mondiale. Tre storie apparentemente distanti temporalmente che sono legate da un unico sentimento: l’adesione totale e cieca verso ciò che viene considerato “Valore”. Tre storie che fanno luce sulle più pericolose contraddizioni umane.

Che cos’è il Valore? Termine ambiguo in cui convivono numerose interpretazioni: dalle qualità morali o intellettuali possedute da un individuo, al coraggio dimostrato in battaglia, alla capacità economica posseduta da una merce, ai principi di validità universale ritenuti supremi. Ed è attorno a questa parola polisemica che ruotano le vite dei tre protagonisti di questo racconto, divisi temporalmente ma legati da un simile modus operandi.
Mati, quarantenne, direttrice di banca, divorziata, con una figlia di quindici anni a carico, è il primo personaggio di cui il lettore fa la conoscenza in Valori. In preda ad una crisi familiare ed economica decide di vendere azioni prive di valore ai suoi clienti nella speranza di aver un maggior introito economico. E proprio il il denaro si rivela essere il “Valore Supremo” che determina le azioni di Mati: denaro che dà possibilità, agiatezza, serenità, denaro che è vita. Ed ecco spiegato la spasmodica preoccupazione per il testamento, per il “capitale” da lasciare alla figlia e i frenetici turni lavorativi. Perché in una società governata dalla rendita, il lavoro diviene l’attività per eccellenza, capace di creare quella ricchezza tanto agognata.
Mentre il denaro è ciò a cui Mati dà più valore, Fermín Galán, militare spagnolo di spirito repubblicano vuole la Rivoluzione, ambisce al cambiamento, a una società più democratica. Ma se gli ideali che spingeranno all’ insurrezione del 1930 a Jaca sono nobili e hanno un alto fine, i mezzi utilizzati dal militare spagnolo non sono altrettanto lodevoli. Mezzi troppo irrequieti e irrazionali che porteranno da un lato a sanguinolenti morti e dall’altro a numerose lotte intestine.
A completare il trittico ideologico di Valori, Clara Usón scardina nuovamente le aspettative del lettore e inserisce un nuovo personaggio, un nuovo contesto. Questa volta ci troviamo nel pieno del Secondo Conflitto Mondiale e protagonista è padre Casimiro, uno dei tanti sacerdoti diventati strumento di tortura per la pulizia etnica, appoggiata dall’Italia fascista e dalla Germania nazista, perpetuatasi nei confronti della popolazione serba. Teste mozzate, bambini assassinati, fiumi di sangue versati in nome della “libertà di culto”, della “purificazione delle anime”, matrice di odio e intolleranza radicali.
Tre ideologie, tre Valori, quelli del denaro, della rivoluzione e della fede, malati, ciechi, fittizi che feriscono non solo i rispettivi detentori ma anche coloro che li circondano. E accanto a questi tre fulcri principali si stagliano i personaggi di Mar – figlia adolescente di Mati che, tra un tweet di sdegno nei confronti della madre e labbra fucsia disegnate sul libro di storia, sogna il successo, la fama pura – e Flor, migliore amica della madre, che ha deciso di lasciar prendere la sua promettente carriera nel mondo degli affari per dedicarsi alle meditazione, allo yoga e alle cure alternative.
Sarà solo nell’ultimo capitolo del romanzo che Clara Usón, dopo aver magistralmente gestito le narrazioni parallele, ci donerà la soluzione a questo intrigo, a questo circolo unico di cui tutti, indistintamente, facciamo parte.
Approfondimento
Valori riesce come pochi a dimostrare come l’essere umano spesso non sia all’altezza dei propri ideali. I tre protagonisti della narrazione, influenzati dalla società in cui vivono, per contrapposizione o per analogia creano dei principi superiori a cui donare la propria esistenza, senza avere la lucidità di rendersi conto dell’errore che vi è alla base. Infatti, se da un lato è essenziale per il raggiungimento della felicità individuale agire conformemente ai propri valori personali, dall’altro si deve fare attenzione a non scambiare gli strumenti per esprimere questi valori con i valori stessi. Ed è in questa contraddizione, che appare visibile solo a Flor, che cadono i protagonisti, provocando dolori e sofferenze che si ripercuoteranno non solo su essi stessi, ma anche sulle generazioni future.
Un altro grande tema presentato è infatti proprio quello dell’interconnessione tra gli individui e del peso delle azioni del singolo sulla specie umana nella sua integrità. Concetto, quest’ultimo, perfettamente rappresentato dall’abile stile di scrittura dell’autrice che, con agilità, spesso nello spazio di un sol periodo, è capace di gestire tempi narrativi multipli.
Ottimo romanzo che si distingue anche per la preziosa e storicamente dettagliata testimonianza di certi episodi della storia dell’umanità che ancora oggi hanno bisogno di essere portati alla luce.
Gabriella Esposito