
Autore: Francesca del Rosso
Pubblicato da Rizzoli - 2014
Pagine: 313 - Genere: Autobiografico
Formato disponibile: Copertina Rigida

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Wondy, giornalista, moglie e mamma, si trova ad affrontare a 36 anni due tumori al seno nell’arco di tre anni. Racconta i suoi pensieri, le giornate, gli inconvenienti e le persone che incontra nel suo percorso.

3 anni in 3 giorni. I primi sono il tempo del libro, i secondi il tempo di lettura. Non sono molti i libri-Attack, quelli che li prendi in mano e non si scollano più fino a quando non giri l’ultima pagina e trovi l’unico solvente in grado di staccarli: la parola FINE. Io vi ho avvisato: questo è un libro di quel genere.
Wondy: una Wonder Woman in borghese
L’autrice Francesca del Rosso è una mamma (ex) trentaseienne che di casi di cancro al seno in famiglia ne aveva avuti già due e, nonostante tutti i controlli periodici, i “sassolini” sono comunque riusciti a sfuggire ai moderni macchinari. Per fortuna esistono i mariti che, con la loro memoria tattile, si insospettiscono se sulle gemelle trovano una collinetta sconosciuta. È così che comincia la nuova vita di Wondy, con una visita specialistica d’urgenza durante una tranquilla vacanza in montagna. Esami a velocità supersonica, mastectomia in un batter d’occhio, e 8 sessioni di chemio. Tutto questo nella speranza di non dover più affrontare lo stesso percorso. Purtroppo l’erba cattiva, si sa, non muore mai, e anche qui la saggezza popolare non si smentisce. A un anno e mezzo di distanza Wondy ripete gli stessi esami, rivedere la stessa oncologa, lo stesso chirurgo, e le infermiere la salutano come una vecchia amica; affronta nausee, stanchezza e intontimento, tutto per colpa di un altro maledettissimo “sassolino”.
Io ho 24 anni, nessun caso di tumore nelle vicinanze se non quello di un’amica di famiglia. L’argomento non mi ha mai toccato più di tanto, ma so bene che il fantasma per noi donne è sempre lì, nascosto dietro l’angolo, pronto a saltare fuori e farti morire, di paura o per davvero. Ma comunque continuiamo a ripeterci “Sono giovane”, “Ma vuoi che capiti proprio a me?!”, “Me ne preoccuperò tra un po’”. E imperterrite passiamo al pensiero dopo.
Questo non è un libro di auto-aiuto, è solo la cronaca diretta e senza fronzoli di una donna che ha affrontato due volte una malattia che nessuno spera mai di avere. Qui ho trovato la risposta a molte domande che non avevo voglia di andare a cercare online e alle quali un medico risponderebbe troppo seriamente. La cosa migliore è sempre quella di parlarne con chi ci è passato, ma si ha paura di essere insensibili, di far ricordare momenti che andrebbero solo dimenticati. Ma il cancro non si dimentica, Wondy ce lo insegna. Wondy è l’abbreviativo di Wonder Woman, perché è così che la protagonista si è sempre immaginata. Ma come lei, ognuna di noi lo è nel suo piccolo, perché l’unico motivo per cui si è guadagnata quel soprannome è per il fatto che non si ferma mai: voi avete mai conosciuto una donna che si ferma? E allora tutte noi siamo Wonder Woman, i superpoteri ci sono e sono solo da scoprire, ma troppo spesso ci dimentichiamo di averli. Wondy li ha trovati nella famiglia, nei libri, nelle sue liste di pensieri, negli amici, nei viaggi, in una taglia seconda di reggiseno trasformata in una terza (che almeno qualcosa di buono ci sia no?!), e in un freezer pieno di ghiaccioli al limone.
Ultimo consiglio: quando deciderete di leggere questo libro, munitevi di fazzoletti, trovate un posto comodo e, possibilmente, evitate i luoghi pubblici, a meno che non siate amanti delle pantomime. Delle lacrimucce scendono, volenti o nolenti, ma dicono che piangere fa gli occhi belli.