
Autore: Giovanni Floris
Pubblicato da Rizzoli - Novembre 2016
Pagine: 240 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Narrativa Italiana

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Sei compagni di scuola e uno stupido gioco sopra a un ponte. Ventisette anni dopo vengono riuniti dalla madre di uno di loro: all'appuntamento sono in cinque. Colui che credono ridotto a un vegetale ha incaricato la madre di chiamarli, ma come ci è riuscito?

Sono passati ormai ventisette anni da quando, su quel ponte, Mirko si era offerto volontario per essere sottoposto al loro gioco. Germano teneva Mirko per le gambe fuori dal ponte, lui, Stefano, teneva Germano, Lucio picchiava le gambe di Mirko con un righello e Silvia e Margherita ridevano come matte. Ora sono tutti di nuovi insieme in una casa in Toscana invitati dalla madre di Mirko, con la motivazione di dover leggere dei documenti che riguardano loro, e il passato, come sua abitudine, ritorna a perseguitarli. Sono tutti e cinque convinti che nessuno sappia chi sia il colpevole dell’incidente che rese Mirko un vegetale, ma invece sembra che qualcuno sappia tutto, ma chi è?
Comunque erano tutti così, i protagonisti dei romanzi che ci facevano leggere a scuola, non ce n’era uno sano. A pensarci bene, più o meno come noi. Se avessimo anche solo studiato di più, avremmo evitato la tragedia? Saremmo stati più gentili? O anche solo meno superficiali?
Fin da subito Giovanni Floris fa capire al lettore che alla base di tutta la storia in Quella notte sono io ci sarà una tragedia passata. L’informazione viene data non troppo in sordina, facendola passare come un semplice flusso di coscienza da parte della voce narrante, senza dargli troppo peso ma nemmeno tenendola molto nascosta.
Mi è girata la testa, mi hanno dovuto far accomodare. Ci ho fatto un figurone, sembravo vittima della sindrome che guardi le opere d’arte e la troppa bellezza ti fa sentire male. Le colleghe hanno pensato: chi l’avrebbe mai detto che era così sensibile. Invece era un conato di quella notte di ventisette anni fa.
Lo stile narrativo prosegue senza nessun cambiamento, continuando a lanciare frecciatine al lettore, incuriosendolo, dicendogli che esiste un avvenimento, una tragedia, che è avvenuto ventisette anni prima, ma lo tiene sulle spine, lo porta a non voler togliere l’attenzione, e quindi a non voler smettere di leggere, per capire quale sia questo evento tragico, perché è intrinseco nell’animo umano essere attratti per le disgrazie, infatti basti guardare quando per strada c’è un incidente tutti si fermano a guardare incuriositi, ed è proprio su questo che gioca Floris.
È assurdo pensare che sarei potuto diventare una persona diversa da quella che poi sono diventato, quindi quella notte sono io. Quella frazione di secondo non ha cambiato la mia vita: era la mia vita, anche quella che sarebbe stata.
Molto bello come Floris riesca a inserire nella narrazione grandi concetti filosofici rendendoli però molto semplici, come se fossero solamente delle innocenti domande che chiunque di noi si pone. Così facendo però induce il lettore a soffermarsi maggiormente a riflettere, sia valutandone in merito al romanzo che trasportandole nella sua vita quotidiana, interrogandosi su se stesso e su chi sia realmente.
Approfondimento
Quella notte sono io è un romanzo che parte immediatamente in quinta, fornendo subito al lettore indizi che qualcosa di grosso è accaduto e che sta perseguitando il protagonista, rivela quasi subito il gioco pericoloso che i sei ragazzi hanno fatto ventisette anni prima, dicendo chiaramente che fine ha fatto uno di loro, e poi rallenta.
Non appena si arriva al punto in cui tutti gli altarini stanno venendo a galla, la narrazione si arena, inizia a diventare monotona, un continuo di detto e non detto che ripete le stesse cose che già si sanno, senza dare nessun nuovo indizio al lettore.
Descrizioni ben fatte per quanta riguarda il pensiero della voce narrante e dei suoi sentimenti, ma molto scarne quando si riferiscono agli altri personaggi e alle ambientazioni.
Un romanzo che risulta comunque leggibile grazie alla sua cortezza e alla trama che in alcuni punti riesce a fuoriuscire un pochino e ricatturare il lettore.
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