
Autore: Stella Aurora
Pubblicato da Albatros Il Filo - 2013
Pagine: 130 - Genere: Gialli, Horror
Formato disponibile: Brossura
Collana: Nuove voci
ISBN: 9788856766783

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Una raccolta di racconti dell'orrore in cui paure e desideri si fondono in una realtà parallela della quale è impossibile cogliere a fondo il mistero: il mondo dei sogni.

La prefazione posta in incipit ci aiuta a comprendere il senso più profondo di Onirica, raccolta di racconti dell’orrore. Come la stessa Stella Aurora ci spiega nella nota introduttiva, il suo obiettivo consiste nel riportare su carta un mondo parallelo e misterioso – il mondo dei sogni – del quale è impossibile carpire a fondo i segreti. Ogni sogno costituisce una realtà a sé stante in cui i timori e i desideri che ci accompagnano nella vita quotidiana si rivelano assumendo forme, colori, voci peculiari. Quando poi il sogno diviene incubo, siamo chiamati ad affrontare le nostre paure più profonde, qualunque sia l’aspetto da loro assunto. Sarebbe stato fin troppo facile spaventare il lettore con scene cruente e sangue che scorre a fiumi; tuttavia, l’autrice di questo libro ha scelto di utilizzare una tecnica narrativa più sottile, descrivendo situazioni e realtà in cui la minaccia non è esplicita bensì subdola e il pericolo si annida negli angoli bui, preparandosi ad attaccare nei momenti di maggior debolezza. Il racconto che apre Onirica s’intitola A quattro passi da Roma e narra di un inquietante Festival delle Epoche al quale un piccolo gruppo di amici, nel giorno del matrimonio di due di loro, approda dopo aver smarrito la strada per la sala ricevimenti. Il Festival, ben lungi dall’essere un evento gioioso e pieno di vita, è popolato da lugubri figure di uomini provenienti da ogni epoca storica. L’inquietudine inizia a serpeggiare nel lettore sin dal momento in cui il gruppo di ragazzi si rende conto che la tavola era già apparecchiata per ognuno di loro e che, in fondo, ciascun astante li stava aspettando. Solamente una ragazza del gruppo si rifiuta di bere e partecipare al banchetto e sarà proprio questo a salvarle la vita. Anni dopo, sarà lei a scoprire, dopo lunghi mesi di dubbi e angosce, il destino crudele al quale i suoi amici sono andati incontro durante il Festival.
La figura dell’eroina in pericolo torna anche nel racconto successivo, Bioagriturismo 100% naturale. In queste pagine, il lettore vede concretizzarsi una delle paure più intense provate durante l’infanzia: il timore che ciò che è scritto in un libro – o disegnato in un fumetto, come in questo caso – possa divenire realtà. E’ ciò che accade a Valeria, moglie di un illustratore di talento, Andrea. Dopo la morte improvvisa del marito in un terribile incidente d’auto, la protagonista, già di per sé propensa alla malinconia, cade in una depressione dalla quale potrà risollevarla soltanto un invito a cena da parte dell’editore di Andrea. La cena in questione ha come scopo la consegna dell’ultimo lavoro dell’illustratore, rimasto incompiuto a causa della sua scomparsa. Valeria si reca al bioagriturismo dell’appuntamento portando con sé il libro del marito. Tra le pagine, colorate con toni insolitamente cupi, Andrea aveva riprodotto una spaventosa realtà in cui creature sconosciute – alieni – scendevano sulla terra per portare avanti esperimenti scientifici e operazioni chirurgiche sugli umani con lo scopo di impossessarsi dei loro corpi per poter, un giorno, conquistare agevolmente il pianeta. Quando la cena con l’editore e lo scrittore del libro inizia a somigliare in modo inquietante alle scene descritte nelle vignette, il lettore sa già a cosa sta andando incontro e non può certo nascondere un brivido.
La paura è regina incontrastata di Onirica ed è quasi un personaggio ella stessa, dotato di una sua tridimensionalità e psicologia. L’autrice ci dimostra, attraverso questi racconti, come la paura possa trasformarsi in una forza positiva, in adrenalina atta a permetterci di fronteggiare le situazioni più difficili e di uscirne vincitori. Questo aspetto è particolarmente evidente nel racconto Il mostro che narra in modo accurato l’intera gamma di emozioni, dalla paura all’odio al desiderio di vendetta, che può provare una ragazza scampata per miracolo a uno stupro. E’ ciò che accade a Selvaggia, il cui nome calza perfettamente a lei che è forte, in grado di stendere un gruppetto di bulli solo per difendere una compagna di scuola. Selvaggia riesce a scappare per una frazione di secondo alle grinfie di un uomo che, oltre ad essere un pedofilo, si rivelerà un serial killer di adolescenti. Poco tempo dopo l’episodio del mancato stupro, infatti, la protagonista scoprirà che una sua amica è stata violentata e brutalmente uccisa. Da quel momento in poi, la paura inizierà a fermentare in lei sino ad assumere le sfumature cupe di un sentimento completamente diverso: il desiderio di uccidere quell’uomo e fargli pagare tutto ciò che ha commesso nel corso della sua vita.
Tutta la raccolta è pervasa dalla consapevolezza della presenza di una giustizia superiore che premia il Bene e punisce il Male. La sezione I racconti del gatto nero, infatti, ha come personaggio onnipresente un gatto dal lucido pelo nero e gli occhi di topazio. Nel racconto Cuore di lupo viene definito “Custode” ed è proprio quello il suo compito: muto e immobile come una statua, il gatto osserva la realtà circostante, le buoni azioni come anche la crudeltà degli uomini e, sempre nel silenzio, fa in modo che i torti siano puniti. La storia più affascinante della sezione è Gli orchi, in cui l’autrice descrive un altro elemento che spesso infesta gli incubi dei più giovani: un carosello gestito da orchi malamente camuffati da uomini. Tra le pagine di Onirica incontriamo cavallini da giostra capaci di sconfiggere il Male e salvare i bambini, donne che uccidono i gatti per guadagnare soldi con la loro pelliccia e, specularmente, anziane signore disposte a tutti pur di salvare i loro amici felini. Su tutto regna il senso di giustizia incarnato, quasi allegoricamente, dalla figura del gatto nero che, lungi dal rappresentare sfortuna e dolori, custodisce le anime degli uomini e ne determina il destino. Suo acerrimo nemico è il Ragno, disposto a tutto pur di corrompere l’uomo e infestarne l’animo.
I due leitmotiv di Onirica – la paura e la giustizia – s’incontrano e si rincorrono di racconto in racconto cambiando ogni volta aspetto e sfumature, camuffandosi nei personaggi, sovrannaturali e non, che popolano le storie. Ho apprezzato la scelta dell’autrice di mettere insieme pochi racconti: in tal modo, ha impedito la confusione e la dispersione dei significati profondi della raccolta. Il libro risulta invece omogeneo, quasi un romanzo. La scrittura è semplice e lineare, forse ancora un po’ immatura ma promettente. Al di là di qualche piccolo refuso ricorrente – ad esempio, la presenza della virgola tra soggetto e predicato – la raccolta scorre senza inceppi. Va riconosciuta all’autrice la capacità di suscitare timore nel lettore pur evitando “mezzucci” da film splatter giapponese: pochissimo sangue, zero mostri e una paura che è fatta di situazioni subdole che scavano nell’inconscio del lettore, riportando alla luce i dimenticati incubi dell’infanzia. E’ interessante anche la scelta dell’ambientazione, così profondamente italiana e lontana dal solito distretto americano dei telefilm dell’orrore. In conclusione, consiglio la lettura di questa raccolta e credo che l’autrice abbia molto da dare, al di là di qualche piccola ingenuità narrativa dovuta sicuramente all’inesperienza e, dunque, assolutamente perdonabile.
La videorecensione