
Autore: Henning Mankell
Pubblicato da Marsilio - Ottobre 2017
Pagine: 320 - Genere: Narrativa Contemporanea
Collana: Romanzi e racconti

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Dal 26 ottobre in libreria
Per la prima volta tradotto in italiano, sta per arrivare in libreria Le ragazze invisibili di Henning Mankell, edito da Marsilio, un romanzo che si allontana totalmente dal genere poliziesco del commissario Wallander che ci ha fatto scoprire (e amare) questo celebre scrittore svedese. Le ragazze invisibili è, infatti, un’aspra denuncia della condizione dei profughi e dei migranti e, assieme, una fotografia caustica della società svedese. Il racconto di una realtà che ancora oggi non è cambiata. Non a caso Henning Mankell sosteneva che il centro dell’Europa fosse Lampedusa e, quando nel lontano 2001 scrisse questo romanzo, aveva già intuito con chiarezza le dimensioni del dramma che, sempre più imponente, negli anni avrebbe consumato le nostre coste e sconvolto gli equilibri dell’intero continente.
«Non sopporterei di non ridere di cuore almeno una volta al giorno. Le ragazze invisibili ha offerto spazio alla vena satirica che porto dentro di me» – Henning Mankell
Leyla, Tanja e Tea-Bag, le protagoniste di questo romanzo di sorprendente attualità, sono tre ragazze arrivate in Svezia cariche di sogni. In fuga da paesi disperati, credono di poter cominciare una nuova vita, ma si trovano invece a fare i conti con una solitudine incolmabile: circondate da mura di paura, devono ogni giorno conquistarsi il diritto di esistere. A prescindere da dove arrivano – che sia il Medio Oriente, l’Europa dell’Est o l’Africa – o dal motivo che le ha spinte ad andarsene, sono costrette in un infinito presente, senza più niente alle spalle e senza niente ad aspettarle. Paradossalmente, sono proprio loro, le “ragazze ombra”, a riaprire le porte dell’ispirazione a Jesper Humlin, rispettatissimo poeta di Stoccolma. Ormai più interessante per la critica che per i lettori, Humlin sta vivendo un momento complicato, impegnato com’è a contrastare una fidanzata piena di pretese e la concorrenza di scrittori più intraprendenti di lui. Soprattutto, sta cercando di opporsi tenacemente alle insistenti richieste del suo editore, che vuole a tutti i costi convincerlo a scrivere un poliziesco. Nel tentativo di recuperare la sua vena creativa, Humlin coinvolge rifugiati e illetterati in un corso di scrittura, lasciando che Leyla, Tanja e Tea-Bag lo conducano per mano al di là di un confine impercettibile, mostrandogli la sua arte, e il suo stesso paese, in una nuova prospettiva.
In questo curioso romanzo ritroviamo un Mankell insolito, capace di mescolare i generi con originalità – dalla commedia al romanzo sociale, fino al teatro dell’assurdo – e di offrire al lettore qualche pagina di pura poesia. E ritroviamo anche i temi a lui più cari, quelli che attraversano tutta la sua opera, dalla serie del commissario Wallander ai romanzi legati all’Africa, confermandolo acuto e ironico osservatore della società, scrittore autentico, in grado di dare una voce a chi non la possiede e un volto a chi è invisibile.
Henning Mankell (Stoccolma, 1948), il padre del commissario Wallander, ha vissuto tra la Svezia e il Mozambico. Scrittore e regista teatrale, autore di romanzi, polizieschi e libri per bambini tradotti in più di quaranta lingue, con Sabbie mobili ha lasciato anche un libro testamento nel quale si confronta con la malattia cui si è dovuto arrendere il 5 ottobre del 2015. Stivali di gomma svedesi, seguito indipendente del fortunato Scarpe italiane, è il suo ultimo romanzo.
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